Capitolo 29

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«Emma, tu lo sai che io e te non dovremmo stare insieme.» Non mi guarda. Dove vuole andare a finire questa conversazione? Per caso non mi vuole più? Mi sta dicendo che non vuole stare con me?

«Cody, se non vuoi questa relazione...» Prima che possa finire la mia frase lui interviene.

«No, Emma. Non è come pensi. Io voglio noi due. Eccome se lo voglio. Sei la cosa più bella che mi sia accaduta ma so che finché siamo entrambi qui, in questa scuola, non sarà facile. Ovviamente, non possiamo dire a nessuno di noi finché io sono il tuo insegnante ecco perché sto cercando un posto di lavoro da un'altra parte. Quindi, finché non me ne vado da questa scuola dovremo comportarci come se non ci conoscessimo...» sorride, «anche se sarà difficile resistere alla voglia di averti tra le mie braccia.»

Sorrido anch'io. «Pensavo non volessi più...» Do voce alle mie paure.

«No,» risponde subito. «Tu sei tutto ciò che voglio.»

«Veramente?» chiedo, meravigliata, da come due persone si possano voler così tanto in così poco tempo.

«Certo,» i suoi occhi intensi indugiano nei miei. «Tua madre come sta?»

«Sta bene. Oggi l'ho vista più energica. Forse i medici si sbagliano e c'è ancora della speranza.» La mia voce esprime tutta la gioia che provo mentre spero in un miracolo.

Lui invece semplicemente annuisce, un po' pensieroso. «Per stasera potete venire verso le sei, la città è bellissima verso quell'ora.»

«Va bene.»

Mentre stiamo parlando la campana suona e lo sento lamentarsi, facendomi ridere leggermente. «Mr. Bates, ci vediamo alla seconda ora,» ammetto divertita.

Anche lui ride mentre mi alzo ed esco dalla stanza sotto il suo sguardo attento. Tra folla di studenti noto William.

«Ciao.» Corro verso la sua direzione. Rallenta finché non lo raggiungo.

«Ciao,» risponde.

«A che lazione vai?»

«Biologia, come la tua d'altronde.»

Mi ero dimenticata che lui frequentava Biologia con me. «Vero.»

«Come stai?» chiede mentre procediamo verso l'aula.

Alzo le spalle. «Non so.»

Aggrotta la fronte. «C'è qualcosa che ti turba?»

"Tutto e niente."

«Non so, oggi mi sento un po' felice e un po' triste.»

«Triste?» Annuisco. «Perché?»

«Perché non so se quello che ho adesso ci sarà l'attimo dopo.»

Mi guarda da sotto le ciglia e le sue labbra si piegano in un sorriso triste. «Hai ragione. Ma niente che questi non possano risolvere.» Tira fuori dalle tasche della felpa dei cioccolatini.

«Ma li hai sempre con te?» domando divertita.

«Li vuoi o no?»

Alzo gli occhi al cielo e prendo i cioccolatini che mi offre. Appena il cioccolato si scioglie sulla mia lingua, capisco perché li porta sempre con sé.

«Potrei abituarmi ai tuoi cioccolatini,» affermo mentre assaporo il dolcetto.

Si avvicina un po' e sussurra: «Io non scappo, ti prometto.»

«Allora ti sei meritato la mia amicizia.»

«Quindi ero sotto esame?»

Rido. «Può essere.»

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