«William, oggi tocca a te pulire i piatti.»
«No, tocca a Sindy.»
«Non è vero. Io li ho lavati l'altro ieri.»
«E io ieri quindi oggi tocca a te, signorino.»
Il ragazzo sbuffa e annuisce mentre camminiamo verso il campus.
Ormai siamo all'inizio del secondo semestre all'università di Standford. Io e William studiamo scienze biologiche mentre Sindy fa Letteratura. È stata una fortuna essere ammessi qui, tutti insieme.
«Emma, oggi è il compleanno di Meddy, ricordati di farle gli auguri.»
Roteo gli occhi. «Sì, le farò gli auguri.» Odio eventi speciali.
Ci fermiamo di fronte al corridoio da cui io e William ci separiamo da Sindy. «Ci vediamo dopo.»
«A dopo.» Le faccio l'occhiolino.
Io e William procediamo lungo il corridoio per raggiungere la nostra aula. Mentre cammino noto un ragazzo, uno di quelli che vanno in palestra tutti i giorni da quando sono nati, che fischia alla ragazza che gli è appena passata di fronte.
Lo fa anche con le prossime due, appoggiato al muro con i suoi compagni che ridono alla sua azione. Disgustosi.
Mi avvicino. «Senti, Mr. Fischia Alle Ragazze, perché non la smetti?»
«Bambola, vuoi che fischi anche per te.»
Lo brucio con gli occhi. Incrocio le braccia davanti a me. «Solo quando ti avrò fatto l'occhio nero,» dico con calma.
Lui ride come anche i suoi amichetti.
«Se fossi in te me la darei a gambe levate.» William è alle mie spalle.
«Ma guarda, ti sei portata la guardia del corpo?» Imita la voce di un bambino.
Sogghigno. «No, non ne ho bisogno.»
«Ah sì? Allora vediamo che sai fare.» Avanza di un passo verso di me e prima che possa mettermi addosso le sue luride mani, gli sferro uno di quei pugni che ho praticato con William in palestra.
Il ragazzo gigante è contorto per il dolore che gli ho procurato all'addome.
«Figlia di putt...» prima che possa concludere la frase lo prendo per la maglietta e sotto gli occhi meravigliati di tutti lo spingo contro il muro in modo tale che possa vedermi.
«Se fossi in te non lo direi.»
Sento l'adrenalina corrermi nelle vene.
«Andiamo, Emma. Faremo tardi.»
Lascio la presa sul gigante che ho appena messo K.O. e proseguo verso l'aula di Fisica, accanto a William.
«Per poco ho temuto che lo avresti fatto a pezzi.» Ride.
«Come diavolo si permette di molestare le ragazze così.»
William mi prende sottobraccio, stringendomi a sé. «Ho creato una guerriera.»
Rido alla sua dimostrazione di orgoglio. «Certo, e se oggi non lavi i piatti ti farò a pezzi.»
«Che mostriciattola.» Passa la mano nei miei capelli corti, mettendoli in disordine.
«Idiota.» Sbuffo alla sua azione facendolo divertire.
Ci sediamo ai nostri soliti posti e io tiro subito fuor lo specchietto per sembrare decenti con i miei capelli corti e rossi. Niente. Non ci riesco. Prendo l'elastico che ho sul polso e li lego in una coda.
«Ti odio,» dico e subito una mano mi offre il mio cioccolatino preferito.
Il malumore mi passa e vengo contagiata dalla radiosità che emana il ragazzo seduto accanto a me.
Scarto il dolce e lo assaporo. Il gusto di cocco e cacao si mescola nella mia bocca, come un vulcano.
«Perdonato?»
«Perdonatissimo.»
Scoppiamo a ridare mentre gioisco come una bambina.
La prima lezione passa veloce, come anche quella seconda e terza.
Alla quarta ora sono libera, seduta sotto il mio albero preferito a risolvere problemi di matematica per l'esame di domani.
Finalmente dopo il cielo grigio di ieri, oggi vedo il sole scintillare tra le nuvole bianche.
L'aria soffia leggera rendendo piacevole anche i logaritmi. Adoro il silenzio di questo momento che però viene interrotto dal messaggio di Sindy.
Vado alla prossima lezione e Meddy è con il suo ragazzo. Salvami. Aula 40.
Sospiro. Voglio stare da sola per i fatti miei a studiare.
No, sto studiando.
Oltre al fatto che sto studiando c'è anche il fatto che odio Letteratura perché mi ricorda di lui e di come mi ha lasciata.
Per favore. In più c'è un insegnate ospite.
Questo non cambia la mia idea di sicuro.
Per favore. Non farti pregare.
So quanto Sindy odia stare da sola in mezzo a cinquanta studenti che non conosce. Sbuffo e raccolgo i miei libri.
Muoviti prima che cominci.
Perfetto, adesso devo pure correre. Grazie al cielo so dov'è l'aula 40. Cammina velocemente tra i vari studenti e senza accorgermene sto correndo.
Corro. Giro a destra e poi a sinistra e poi a destra di nuovo per scontrarmi con quella che mi sembra una roccia.
«Scusi,» dico senza vedere chi io abbia infortunato e corro senza attendere una risposta.
Arrivo in aula giusto al suono della campana che segna l'inizio della nuova ora.
«Eccomi.» Scivolo sul posto accanto a Sindy, in ultima fila.
Mi abbraccia. «Grazia, grazie.»
Cerco di fare la faccia furiosa. «L'ultima volta e poi mai più.»
Annuisce con due occhi che sembrano stelle.
Tiro fuori i miei libri e continuo a lavorare sul problema di matematica, a testa bassa. Mi metto anche un paio di cuffie per non farmi distrarre.
Mentre in sottofondo suonano le note melodiose di un piano, io continuo a trovare il valore della x.
Sono quasi alla fine dell'esercizio quando dalla coda dell'occhio vedo Sindy stringere le mani così forti da avere le nocche bianche.
Alzo lo sguardo per vedere due occhi larghi e la bocca aperta. Giro gli occhi per capire cosa la abbia scioccata.
Il tempo sembra essersi fermato.
Non è possibile.
Ciao a tutti!!!!
Lo so sono stata assente per due giorni e mi dispiace molto ma ecco il capitolo 1 del Libro 2 di Shelter!!!!
Che ve ne pare?
Si vi va potete sempre VOTARE, COMMENTARE e CONDIVIDERE LA STORIA CON ALTRI!!!!
Grazie a tutti del vostro amore. Cosa farei senza di voi!!!
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Shelter
ChickLitEmma, 18 anni, studentessa modello al Belling High School, affronta con coraggio la vita ogni giorno. La madre ammalata di cancro, il lavoro di notte e l'ambiziosa borsa di studio per Standford University non le permettono distrazione. I suoi gior...