Cody
«Lascia che ti aiuti.» Mi alzo e prendo i piatti dalle mani di Emma mentre Emily è impegnata a tagliare il dolce.
Sembra che Emma badi a tutto, sembra la forza movente della casa. Mentre si muove quel vestito giallo semplice rende ogni suo movimento più grazioso e la sua figura snella è messa in risalto da quel cinturino blu.
Non ho avuto modo di parlare tanto con lei siccome ho conversato per la maggior parte con le altre donne della casa.
La madre di Emma ha un carattere brioso nonostante la fatica che fa anche per stare seduta. D'altronde io e Emma non siamo molto diversi: le nostri madri si spengono di fronte a noi.
Noto che quado Emma guarda sua madre c'è agonia nei suoi occhi quasi le sia difficile guardarla nella condizione che si trova.
«I ravioli erano deliziosi,» le sussurro mentre mi mette i piatti nella mano.
«Grazie.» Potrei sacrificare me stesso per vedere la piccola luce che vedo nei suoi occhi.
«Tua figlia, Carmen, ha superato sé stessa oggi.» Emily ammira ciò che ha appena appoggiato sul tavolo. In effetti, la torta sembra un gioiello culinario da mettere in vetrina.
Carmen sorride. «Lo sappiamo entrambe che Emma sa fare miracoli.»
«Possiamo tagliarla?» chiede un po' imbarazzata da tutta la lode.
Ci sediamo e Emily distribuisce il dolce nei piattini. Approfitto della distrazione di tutti causata dal dessert per tenere la mano di Emma sotto il tavolo, lontano dagli occhi di tutti. La sua reazione mi intenerisce: si porta la mano agli occhiali come sempre mentre le sue guance hanno un colore rosso acceso. Il suo respiro diventa pesante e guarda se nessun'altra ci sta osservando.
Faccio scivolare le mie dita nelle sue e la ammiro, seduta accanto a me come una rosa delicata.
Mi avvicino a lei e sussurro: «Adoro quando fai così.»
«Così?» chiede confusa e io cerco di trattenere la mia risata.
«Quando diventi tutta rossa appena ti tocco.» Ridacchia.
«Non mi capita spesso di avere la mia mano in quella di un ragazzo mentre stiamo cenando con la mia famiglia.»
«Allora credo che dovresti abituarti.»
Le sue labbra si piegano in un sorriso che raggiunge i suoi occhi eliminando la precedente tristezza.
«Cody questo è tuo e Emma questo per te.» Emily ci mette i piattini di fronte con un pezzo di torta ciascuno. Appena la panna e la torta raggiungono la mia lingua sento le mie papille gustative ringraziarmi.
«Non ho mai mangiato nulla del genere. È buonissima.»
Emma sorride timidamente come solo lei sa fare. «Grazie.»
«Credo che dovremmo immortalare questo momento con una foto,» salto giù dalla sedia, pieno di energia, «vado a prendere la macchina fotografica.» Senza attendere una risposta corro verso la porta per andare a prendere la macchina fotografica dalla mia macchina.
Quando ritorno tutte stanno ridendo. «Cody, caro mio, sei proprio dolce,» la madre di Emma dice con tutte le sue energie.
Mi stringo nelle spalle e mi rendo conto solo adesso che mi sono comportato da adolescente che voleva mostrare le sue capacità.
«Dobbiamo metterci in posa o rimaniamo così?» chiede Emily.
Voglio catturare questo momento per Emma così com'è: gaio.
«No, va bene così. Però dovete stare ferme.»
Mentre loro guardano nell'obbiettivo io scatto la foto. «Fatto.»
«Com'è uscita?»
«Tanta bellezza può solo produrre bellezza,» rispondo alla domanda di Miss Rhodes.
Mentre riguardo la foto noto la mancanza di qualcosa o meglio di qualcuno: un uomo. La madre di Emma non porta la fede quindi molto probabilmente non è sposata e in questi momenti difficili non ho mai visto il padre di Emma o sentito lei parlarne.
Forse, lei non ha mai avuto una figura paterna nella sua vita e questo fa di sua madre la sua intera famiglia. La ragazza dai tratti delicati che si innervosisce così velocemente, che diventa rossa al mio tocco, che trova in una poesia il coraggio la speranza sta per perdere la sua intera famiglia. Chi potrebbe dire che la ragazza che è seduta con un leggero sorriso sulle sue labbra sta affrontando il dolore più grande al mondo: perdere la propria famiglia.
«Allora non ce ne fai altre?» Emily si mette in posa, facendomi ridere.
«Certo.» Comincio a scattare una foto dopo l'altra: di loro che ridono, di Emily che cerca di imitare le modelle, di Emma e sua madre insieme, di Carmen da sola che sorride leggermente all'obbiettivo.
Ad un certo punto l'obbiettivo si sposta verso Emma che guarda sua madre e Emily divertirsi. È così immersa nei suoi pensieri che non si accorge che le ho rubato uno scatto.
Le sue labbra sorridono ma gli occhi piangono in silenzio. Sembra quasi stia pregando che quello che l'aspetta non accada.
Per tutta la serata si è mostrata forte come una roccia ma io so cosa sta provando. Quella sensazione di odio verso se stessi perché si è obbligati ad arrendersi di fronte alla morte è devastante. Può perseguitarti fino all'infinito e l'unica soluzione è il perdono. Perdonare sé stessi è la vincita.
Metto al macchina fotografica da una parte e mi avvicino a lei.
«Piccola, stai bene?» sussurro.
I suoi occhi ruotano verso di me. «No, ma credo sia l'effetto collaterale della prossima perdita della propria madre.»
Le prendo le mani nelle mie. «Sappi che io ci sono.»
«Lo so.» Sforza un sorriso. «È l'unica certezza che ho oltre il fatto che mia madre mi lascerà per sempre.»
Questa volta qualcosa di più su Cody! Lui sembra essersi innamorato di Emma ma dalle sue frasi si può notare dolore. Secondo voi anche lui ha vissuto lo stesso dolore?
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Shelter
ChickLitEmma, 18 anni, studentessa modello al Belling High School, affronta con coraggio la vita ogni giorno. La madre ammalata di cancro, il lavoro di notte e l'ambiziosa borsa di studio per Standford University non le permettono distrazione. I suoi gior...