Alzo la testa per capire da dove provenga la voce. Un ragazzo, alto solo un po' più di me, dai capelli neri e leggermente lunghi ma ben curati, è in piedi di fronte a me. La sua faccia non mi è famigliare. Non l'ho mai vista in vita mia.
«Ti conosco?» chiedo, eliminando ogni traccia di tristezza dalla mia faccia.
Lui si avvicina, e sotto la luce lunare unita a quella dei lampioni noto i suoi occhi blu oceano che mi fissano, mettendomi a disagio. «No,» risponde, secco.
Annuisco, ancora disorientata.
«Ma io conosco te.» La sua voce è bassa, quasi vicina a un sussurro.
Mi guardo introno, non c'è anima viva. «Ah!» riseco a dire. «Come fai a conoscermi?»
Lui sogghigna. «Frequentiamo Matematica, Fisica e Psicologia insieme.» Ad ogni parola lui si avvicina sempre di più.
«Ma io non ti ho mai visto.»
«Quello perché tu non alzi mai la testa dai libri quando sei a lezioni.» Aggrotto la fronte, sorpresa da quanto lui sappia di me. «Mi chiamo William.» Sposta con la mano destra il ciuffo dietro. Annuisco.
Dovrei parlare con uno sconosciuto che dice di essere il mio compagno e conosce così tanto di me?
«Emma,» mi presento. Inclina la testa da una parte con un'espressione serena.
«Credi che non sappia come ti chiami, Emma Rhodes?» Inarca un sopracciglio.
Ha ragione. Frequentiamo così tante lezioni che avrà sicuramente sentito il mio nome durante l'appello.»
«Posso?» Indica il gradino su cui sono seduta. Annuisco e mi sposto da una lato mentre mi metto a posto gli occhiali.
«Adoro quando lo fai.» Mi blocco di colpo, con la mano in aria. Lui ride sotto i baffi di fronte alla mia reazione scioccata.
«Cosa?» chiedo, con un timbro di voce fermo. Non risponde, scuote la testa che fa muovere anche i suoi capelli ma li rimette subito a posto.
Cosa ci faccio, nel bel mezzo della notte seduta accanto a una ragazzo di cui so solo il nome sui gradini di casa mia?
«Perché sei qui?» chiedo, senza filtri.
I suoi occhi non si muovono verso di me mentre i miei lo osservano di profilo. «Ero alla finestra, ti ho vista in macchina, seduta, parlavi con te stessa. Poi ti sei seduta e...» finalmente si gira verso di me, «Ho pensato avessi bisogno di qualcuno.»
Respiro, in maniera profonda, quasi cercando di riempire i miei polmoni di ossigeno per l'intera vita.
Ho così tanta voglia di urlare. Voglio urlare che non è facile essere figlia di una madre che sta morendo. Lei se ne sta andando, di fronte ai miei occhi e io on posso farci niente. La morte è una vera maledizione.
«Sì mi capita spesso di avere dei momenti di crisi,» ammetto, mentre i miei sono persi nel vuoto.
«Non è facile. Ti posso capire.» Di fronte alla mia reazione dubbiosa lui aggiunge. «So di tua madre. Mi dispiace, non è facile per nessuno. Ma sappi che se hai bisogno, io abito nella casa a sinistra della tua.»
«Allora, tu sei il mio nuovo vicino di casa. Sapevo che era in vendita.» Lui annuisce. «Scusami, ma da qualche tempo non socializzo più come prima.»
«Non ti devi scusare.» Ha un sorriso sincero. Dopo alcuni momenti di silenzio lui si alza. «Credo che sia ora di andare per me.»
«Sì è parecchio tardi,» aggiungo.
Mette le mani nella tasca della giacca e tira fuori una piccola barretta di cioccolato. Me la porge mentre sono ancora seduta e lo guardo, non capendo la ragione di quel gesto.
Lui incurva le labbra e sorride, divertito. «Buon Compleanno, Emma.»
Rimango a bocca aperta. Come fanno le persone a sapere che oggi faccio gli anni? Prima Cody e adesso lui.
«Allora, lo prendi il tuo regalo di compleanno o no?»
Un sorriso spontaneo si fa strada sulla mia faccia. Prendo la berretta di cioccolato in mano e dico: «Grazie, William.» Mi fa l'occhiolino e se ne va, lasciandomi nell'oscurità della notte.
Entro anch'io e faccio attenzione a non fare rumore. Vado nella stanza della mamma al piano di sotto e la vedo con gli occhi chiusi, dormire serena.
Quanto vorrei poter andare dietro con il tempo e passare più momenti con lei. Sono fortunate le persone che hanno ancora quel tempo che io e mia madre non abbiamo, più.
Salgo le scale, stanca ma attenta a non svegliare la creatura che mi ha dato vita e dopo essermi cambiata e lavata i denti, mi sdraio con la pancia in giù mentre scrivo il mio diario.
Caro diario,
anche oggi ce l'abbiamo fatta, con qualche sorriso in più però. Mamma, Sindy e Emily mi hanno regalato momenti felici al mio compleanno.
Al lavoro il mio nuovo insegnante d Letteratura, Cody mi ha fatto gli auguri. È giovane e sicuramente molto attraente. Il suo profumo è ipnotizzante. Ho avuto il piacere di incontrare i nostri nuovi vicini di casa. Ho parlato con William, sembra simpatico e attento agli altri. Anche lui mi ha fatto gli auguri.
Da tre sono passata a cinque "Buon Compleanno" ma l'anno prossimo forse sarà pari a zero.
Le lacrime mi bagnano il viso mentre cado in un sonno profondo.
Care e cari lettori! Come state? Spero tutto vada bene!
Vorrei ringraziare tutti voi che state continuando a mostrare amore verso questa storia. Non spare cosa farei senza voi che mi motivate ogni giorno.
Ritornando alla storia. Secondo voi che tipo di personaggio sarà William o meglio come volete che sia?
STAI LEGGENDO
Shelter
ChickLitEmma, 18 anni, studentessa modello al Belling High School, affronta con coraggio la vita ogni giorno. La madre ammalata di cancro, il lavoro di notte e l'ambiziosa borsa di studio per Standford University non le permettono distrazione. I suoi gior...