Non ho mai visto mia mamma essere così tanto felice. Cody ha rallegrato l'atmosfera cupa che ci circondava e non potrei ringraziarlo abbastanza. Ha scattato molte foto e almeno so che non potrò mai dimenticarmi questi momenti perché ho paura che un giorno non mi ricorderò niente. Un giorno mi scorderò di mia madre. Non mi ricorderò più come fosse, come si comportasse, come sorridesse. La mia paura più grande è perdere anche la memoria dia madre dopo che lei mi lascerà.
«Emma, perché non ci suoni qualcosa?» Siamo ancora seduti attorno al tavolo quando mia madre mi trascina fuori dai miei pensieri.
«Certo, mamma. Cosa vuoi che suoni?»
I suoi occhi si illuminano. «Qualcosa di ipnotizzante.»
Sorrido alla sua richiesta. «Ipnotizzante? Cercherò di trovare qualcosa di adatto.»
Mi alzo dalla sedia e mi allontano verso il painoforte che si trova nel loro campo visivo. Apro il mio quaderno con tutti i brani e scelgo Inside the memory di Yiruma.
La melodia è lenta e si alterna tra alti e bassi, ma ogni nota sembra toccare il profondo quasi per salvare qualcosa dal tempo che vola per custodire le immagini gelosamente nella memoria.
Comincio a suonare e guardo tutti quanti sorridermi. Mi madre chiude gli occhi e si gode il momento, mentre Emily e Heidi si muovono leggermente al passo di musica. Cody, invece, ha gli occhi profondi fissi su di me mentre le sue labbra sono incurvate all'insù. Gli sorrido mentre le mie dita toccano le note soavi.
Cosa ho fatto per averlo nella mia vita? O forse Dio mi sta dando lui in cambio di mia madre? Forse sa che non riuscirò a vivere per molto da sola e quindi mi ha regalato lui: la mia ancora di salvezza.
Lui mi calma, mi tranquillizza. È come la camomilla.
Quando ho finito di suonare tutti quanti cominciano ad applaudire con grande energia come se fossi ad un concerto. Mi alzo un po' timida e vado a sedermi al mio posto accanto a Cody che non smette di guardarmi. «Poteri abituarmi alla tua dote musicale,» dice piano.
Ridacchio ma prima che possa rispondere la mamma mi precede. «Ringrazio il giorno in cui hai scoperto la musica.» La sua espressione è un misto tra gioia e dolore.
So che avrebbe voluto fare di più per me, per la mia passione musicale ma essere madre single non ha sempre giocato a suo favore. «Mamma se so suonare è perché tu mi hai incoraggiata,» la rassicuro.
Cala un silenzio confortante tra di noi. Sento la mano di Cody scivolare sulla mia, nascosta da tutti, sotto il tavolo. Il suo tocco, come sempre, tranquillizza l'uragano di emozioni che si irradia dentro di me. Stringo i denti per trattenere le lacrime e cerco di riconquistare la compostezza per non lasciar trapelare alcuna fragilità di fronte a mia madre. L'ultima cosa di cui ha bisogno è vedere la figlia frantumarsi di fronte ai suoi occhi.
«Grazie mille per la cena. È stata fantastica, come voi d'altronde però anche se non voglio adesso devo andare.» Cody si alza seguito da me. Guarda mia madre e dice: «Emma, mi ha rivelato che le piacerebbe vedere la città dall'alto. Dove abito io la si vede perfettamente quindi mi farebbe piacere se poteste venire da me. Anche domani.» Si stringe leggermente nelle spalle attendendo la risposta di mia madre.
«Credo che lo stato in cui mi trovi non mi permetterà di muovermi.» La sua voce rivela la sua tristezza.
«Credo che un viaggio lo puoi fare poi abbiamo anche Heidi con noi quindi...»
Mia madre guarda Heidi che risponde prontamente: «Certo, un viaggio lo puoi fare. Se è troppo lontano possiamo sempre chiamare l'ambulanza»
«No, non è troppo lontano. Solo dieci minuti in macchina,» Cody interviene subito.
La mamma guarda Emily e poi annuisce. «Okay.»
Un senso di sollievo si fa largo nel mio cuore. Domani, potrò regalare un altro attimo di felicità a mia madre e tutto questo grazie a Cody. Mi giro a guardarlo e la sua espressione riflette la mia stessa felicità.
Mi sorride con gli occhi.
«Adesso dovrei andare. Ci vediamo domani.» Saluta tutte quante e si prepara per uscire.
«Ti accompagno fino alla porta.» Annuisce, gioioso.
«A domani e grazie ancora per la favolosa cena,» ripete riferendosi a tutte quante.
Loro sorridono in risposta e lo salutano con un cenno della mano.
Ci incamminiamo verso la sua macchina che è parcheggiata proprio di fronte a casa nostra.
«Ti ho detta quanto eri bella oggi?»
Le mie guance riprendono ad andare a fuoco. Cosa dovrei rispondere? Beh, è vero che non mi ha detto che ero bella. «No,» mormoro mentre guardo il cemento. Siamo vicini alla sua macchina.
«Allora, dovrei dirtelo.» Mette la macchina fotografica sul tettuccio della sua auto e mi accarezza la guancia con la mano destra. I suoi occhi profondi indugiano nei miei. Si avvicina di più a me e i nostri corpi toccano l'un l'altro. Sento il calore del suo corpo immergersi nel mio.
«Oggi, eri bellissima. Anche la bellezza della Luna non è niente in confronto.»
I suoi occhi si spostano dai miei alle mie labbra e di nuovo il desiderio di baciarlo sale dalla parte più profonda del mio corpo.
«Questo è il momento dove mi baci?» sussurro lentamente.
Le sue labbra si piegano in un sorriso che mozza il fiato. «Posso?» la sua voce è passionale, desiderosa proprio come me.
Non rispondo a parole ma sfioro le sue labbra con le mie, eliminando la distanza tra di noi sotto il cielo stellato.
Un regalo da parte mia per questo giorno festivo! Inoltre, ringrazio tutti voi per non esservi stancati della storia di Emma e Cody!
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Shelter
ChickLitEmma, 18 anni, studentessa modello al Belling High School, affronta con coraggio la vita ogni giorno. La madre ammalata di cancro, il lavoro di notte e l'ambiziosa borsa di studio per Standford University non le permettono distrazione. I suoi gior...