La lancia fiammeggiante

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Una figura incappucciata si stava allontanando dal castello. Teneva sottobraccio qualcosa, ma Bakugo e Midoriya erano troppo in alto per capire di che cosa si trattasse.

«Orochi, presto insegui...» il giovane dai capelli biondi non riuscì a finire la frase.

«Dobbiamo salvare Todoroki!» lo strattonò Midoriya. «Altrimenti finirà per essere divorato dalle fiamme!».

Il possente drago – senza aspettare che Bakugo dicesse qualcosa – emise un forte ruggito e poi cominciò a planare in picchiata.

Si fermò poco sopra il punto in cui era imprigionato il giovane principe e iniziò a sbattere forte le ali.

L'incredibile forza generata da queste ultime produsse una sorta di vortice che, in poco tempo, dissipò completamente le fiamme.

«Sei un grande Orochi» sorrise Midoriya.

Il drago atterrò nel cortile e subito Todoroki li raggiunse.

«Ma siete impazziti? Volevate forse distruggere il castello?» li rimproverò.

«Eh? È questo il ringraziamento per averti salvato, tizio a metà?» rispose piccato Bakugo.

«Salvato? Non ne avevo nessun bisogno».

«Davvero? La prossima volta ti lascio cuocere arrosto allora».

«Pff, ti sei forse dimenticato che il fuoco non può farmi niente?».

Silenzio.

Era vero, il quirk di Todoroki era metà ghiaccio e metà fuoco. Le fiamme non potevano certo causargli dei danni.

«Ehi, nerd di merda» Bakugo si girò arrabbiato verso Midoriya. «È tutta colpa tua, lo sai vero?».

«K-Kacchan...».

Shouto sospirò.

«Per favore, non iniziate a litigare. Ci sono cose più importanti di cui occuparsi ora e anche in fretta».

Notando l'improvviso volto preoccupato del principe, Bakugo gli chiese: «Perché hanno attaccato il castello?».

«Per la lancia di Lùg».

«Intendi la lancia fiammeggiante?».

«Esatto. Era conservata nella sala del tesoro, ben protetta. Ma purtroppo sono riusciti a trafugarla».

Questo era un bel problema. Secondo la leggenda, infatti, chiunque avesse brandito la lancia in battaglia, avrebbe trionfato sui propri nemici. L'unica limitazione era che l'arma era estremamente calda e solo in pochi erano in grado di utilizzarla senza ustionarsi.

«Perché hai detto "sono"? Io e Kacchan abbiamo visto allontanarsi dal castello una sola persona» domandò perplesso Midoriya.

«Perché erano in quattro. Gli altri tre mi hanno fermato per impedirmi di raggiungere il loro compagno e poi sono spariti aprendo un warp gate».

«Allora dobbiamo raggiungere subito quello che è scappato. Non dovrebbe essere andato molto lontano».

«No, non è una buona idea».

«Ma...».

«Seguitemi».

Bakugo si trattenne dal gridargli contro. Odiava prendere ordini da qualcuno.

Todoroki li condusse in un'immensa biblioteca.

Accese un candelabro e poi si avvicinò al camino.

Toccò il bordo superiore, congelandolo.

Si udì un cigolio e d'un tratto comparve un passaggio nascosto.

Tipico dei castelli.

I tre giovani percorsero un lungo corridoio per arrivare poi a una piccola sala al centro della quale vi era un tavolo con sopra un libro. Dalla copertina pareva molto antico.

«Reggi» disse Todoroki a Bakugo porgendogli il candelabro.

Prima o poi lo avrebbe fatto esplodere, se lo sentiva.

Si girò imbronciato e vide Deku che gli sorrideva.

Il suo cuore perse un battito.

Ma che cosa gli stava succedendo?

Perché reagiva così solo per uno stupido sorriso?

Certo, era davvero bello e suadente. E invitante.

No.

No, non lo era per niente.

Non poteva pensare a certe cose solo per un sorriso.

Che poi perché stava sorridendo? Che motivo c'era?

«Trovato!» esclamò Todoroki, risvegliandolo dai suoi pensieri. «Andando sull'Isola del Destino è possibile annullare i poteri della lancia fiammeggiante».

«Isola del Destino? Non l'ho mai sentita» disse perplesso Midoriya.

«Non è un luogo molto conosciuto, ma per fortuna qui è spiegato come arrivarci».

Bakugo sospirò.

«Avanti Deku, mettiamoci in marcia».

I due giovani lo guardarono.

«Andiamo, tu» spiegò indicando Todoroki «sei il principe, non puoi certo lasciare il castello per una impresa, senza alcun dubbio, rischiosa. Sicuramente ci sarà qualche mostro da affrontare e ciò mi permetterà di dare libero sfogo alla mia potenza. È da un po' che non faccio esplodere seriamente qualcuno».

«In effetti capisco il tuo ragionamento» assentì Shouto.

«E io? P-perché vuoi che venga con te, Kacchan?».

Perché così sarebbero stati soli.

Perché così avrebbe potuto capire che cosa provava veramente per Deku.

«Perché qui saresti inutile» rispose con finta arroganza, cercando di nascondere l'imbarazzo.

Sentì una strana fitta vedendo intristirsi il volto di Midoriya.

Senza rendersene conto gli si avvicinò e gli sussurrò all'orecchio, con voce suadente: «Perché così posso fartela pagare per avermi accarezzato gli addominali. Non hai idea di quello che ti aspetta».


Perché proprio tu, Deku?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora