Nei sotterranei

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Perché?

Perché con lui e Deku dovevano esserci anche Iida e Uraraka?

Il bastardo a metà non si fidava di loro?

O forse c'entrava qualcosa il fatto che...

Scosse la testa, scacciando via quel pensiero.

«Tutto bene, Kacchan?» gli chiese Midoriya.

«Mai stato meglio» sbuffò.

Todoroki li aveva mandati nei sotterranei del castello perché era venuto a sapere dal re suo padre che vi era la possibilità che da qualche parte vi si trovasse Claìomh Solais, la Spada di Luce. Si trattava di un'arma leggendaria che brillava splendente e che, come la lancia fiammeggiante, era invincibile in battaglia. Si diceva, infatti, che potesse tagliare a fettine qualsiasi cosa.

I poteri delle due armi, se si fossero trovati insieme sul campo di battaglia, si sarebbero annullati a vicenda.

Questo significava ridurre notevolmente il vantaggio del nemico. Considerando poi che Kirishima e gli altri, durante l'imboscata del calderone del Dagda, erano riusciti a catturare alcuni scagnozzi del nemico, le cose si mettevano senza ombra di dubbio a loro favore.

L'unico problema era trovare la spada, sperando che esistesse veramente.

Uraraka aveva creato con la sua magia un ologramma che rappresentava dettagliatamente tutti i punti dei sotterranei. C'erano anche le stanza segrete, senza che però i passaggi fossero indicati.

«Fermiamoci un attimo. Non possiamo continuare a camminare senza sapere cosa fare» disse a un certo punto Iida.

Il quattrocchi aveva ragione. Non potevano continuare così.

Sbuffò di nuovo.

Se non ci fossero stati loro due, avrebbe potuto ammazzare il tempo deflorando Deku.

In fondo l'avevano fatto una sola volta da quando si era risvegliato.

E una sola volta non era sufficiente.

Tirò un pugno alla parete per la frustrazione.

Qualcosa fece click.

All'improvviso si aprì una voragine e i presenti caddero nel vuoto.

Fortunatamente, grazie al potere di Uraraka, atterrarono senza farsi male.

«Per un pelo» sospirò la ragazza.

«Non so quanto possiamo essere felici» disse Iida serio in volto.

Erano circondati da ossa.

Alcune sembravano recenti.

«Non siamo soli, a quanto pare» continuò.

«Non c'è problema. Farò esplodere qualsiasi cosa dovessimo incontrare» sorrise Bakugo.

«Penso che non dovresti» scosse la testa Midoriya.

«Come, scusa?».

«Se tu fai esplodere qualcosa, qui crolla tutto».

«Sono in grado di controllarmi, non...».

«Non puoi farlo».

«Vuoi morire, Deku?».

Midoriya sorrise. «Ma tu non mi uccideresti mai, Kacchan. Anche perché se lo facessi, non potresti più deflorarmi».

Arrossì subito dopo averlo detto. E così fece anche Uraraka.

Iida invece li guardava senza capire.

Bakugo si avvicinò a Izuku e lo baciò.

«Secondo me sei tu che non vuoi morire perché altrimenti non potresti più essere deflorato dal sottoscritto».

Lo guardò e poi – indicando in basso – riprese dicendo: «Vedi che ho ragione?».

Midoriya divenne ancora più rosso.

Iida nel frattempo si stava facendo spiegare tutto da Uraraka.

Forse avrebbe finalmente capito quello che tutti già sapevano.

Ma, al di là di tutto, come gli era saltato in mente di baciare Deku?

Ora lo desiderava come non mai.

Dovevano trovare quella maledetta spada al più presto, così...

Una strana luce attirò la sua attenzione.

Fece cenno agli altri di seguirlo.

Giunsero in un piccolo antro dove, avvolta dalla spine, c'era una spada che brillava.

«L'abbiamo trovata!» esclamò contenta Uraraka.

Un tetro grido interruppe però quell'attimo di felicità.

«Cos'è stato?».

«Non c'è un attimo da perdere!» disse Iida, visibilmente preoccupato.

«Devo provocare un'esplosione» asserì Bakugo.

«Kacchan, non...».

«Ti fidi di me, Deku?».

Midoriya lo guardò e poi sorrise: «Si, mi fido».

«Bene, allora fate come vi dico».

Fu così che ci fu una forte esplosione che liberò la spada dalle spine, ma che fece anche saltare in aria la caverna.

Ma, come Bakugo aveva intuito, non si trovavano più sottoterra.

Finirono così nel vuoto, ma grazie al potere di Uraraka, atterrarono senza farsi troppo male.

«Ce l'abbiamo fatta!» urlò felice Iida.

Un potente tuono sovrastò le loro voci.

«Non ci credo, sta incominciando a piovere» sbuffò Midoriya.

Bakugo si tolse il mantello. «Vieni sotto, altrimenti finirai per bagnarti».

La pioggia aumentò.

«Cosa fate voi due sotto il mio mantello! Sparite!».

«È questo il modo di trattare gli amici?» disse sconvolto Iida.

«Sei crudele, Bakugo» annuì Uraraka.

«Non mi interessa! Fuori dal mio mantello!».

Nel frattempo, poco più in là, Todoroki stava cercando di calmare il suo cavallo, spaventatosi per l'esplosione.

«Tranquillo Yonaguni. Va tutto bene».

Il cavallo lo guardò con le lacrime agli occhi, ma poi vedendo l'espressione del suo padrone si riprese e gli leccò il volto.

«Sai, vorrei stare anch'io sotto quel mantello. Accanto a lui».

 Accanto a lui»

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