Non può essere

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Midoriya rimase immobile, sconvolto dalle parole di Bakugo.

Non poteva averle pronunciate veramente.

«N-non...» non riuscì a continuare la frase.

«Avanti, impugna la spada e combatti. Non c'è gusto ad affrontare un nemico disarmato» disse il giovane dai capelli biondi, gelido.

Nemico.

Questo era diventato?

Non poteva essere vero.

«No» mormorò. «Tu non s-sei così. Il Kacchan che conosco io non si piegherebbe mai, non si farebbe traviare da nessuno».

«Non è cambiato nulla. Sono gli altri che devono piegarsi a me ed è esattamente quello che farai tu».

Lo spinse a terra puntandogli contro l'arma.

«Avanti, estrai la spada».

«Non voglio farlo».

«Estraila, subito!».

Izuku lo guardò, disperato. «Ti prego, ritorna in te».

Bakugo scoppiò a ridere.

«Te l'ho già detto. Non esiste che qualcuno mi controlli. Mai».

«Se è davvero così, come mai di punto in bianco uccideresti colui che ami?».

«Non lo sto facendo».

«Come?».

«Non sto per uccidere colui che amo».

Quelle parole si abbatterono su Midoriya come un pesante macigno.

Doveva essere uno scherzo o un terribile sogno.

Si, non poteva essere vero.

Sentì qualcosa di umido rigargli il volto.

«Kacchan...».

«Addio Deku».

La vista gli si annebbiò e tutto divenne scuro.

Scuro e freddo.

Perché proprio tu, Deku?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora