Perché proprio tu, Deku?

Dichiarazione

«C-che s-significa che è tutta u-una m-messinscena?» balbettò Midoriya.

Bakugo sospirò: «Dovresti saperlo».

Il suo sguardo duro si addolcì vedendo l'espressione sul volto di Deku.

«Siediti. Ora ti spiego tutto» disse. «Dopo avermi portato via dal castello, Toga e Twice mi hanno condotto qui. L'uomo con la mano in faccia, Shigaraki Tomura, ha ordinato a un tizio di nome Overhaul di iniettarmi un liquido».

«Un liquido?».

«Vedi il tatuaggio sul mio braccio? È comparso dopo avermi iniettato quella sostanza. Serve a controllarmi».

«A controllarti?».

«Volevano che passassi dalla loro parte, ma ho rifiutato. Quindi hanno cercato di indurmi a farlo con la forza». «Ma come vedi non ha funzionato» aggiunse subito dopo vedendo l'espressione di Izuku. «Ho finto di essere sotto il loro controllo per scoprire i loro piani. Per questo mi sono comportato così con te e Todoroki».

«Todoroki?».

«Oh giusto, tu eri svenuto. Non gli ho fatto niente, tranquillo. Anzi, di nascosto gli ho dato un biglietto per dirgli dell'attacco imminente di Dabi».

«Q-quindi s-sei s-sempre il s-solito Kacchan?».

«Si».

Midoriya nascose il volto nel petto di Bakugo, cercando di nascondere le lacrime.

«S-scusami. Avrei d-dovuto s-sapere che non saresti mai passato dalla parte del nemico. È solo c-che, dopo che hai d-detto che non mi ami, io...».

«Stupido Deku».

Katsuki si tolse il mantello e lo avvolse intorno alle spalle di Izuku.

Poi si chinò e lo baciò teneramente.

«L'ho detto solo perché mi stavano tenendo sott'occhio. Non potrei mai smettere di amarti. Nemmeno la sostanza più potente potrebbe cancellare questo sentimento».

Midoriya, rosso in volto, sorrise e poi lo attirò nuovamente a sé.

«Kacchan in versione dolce mi piace un sacco».

«Non ti ci abituare troppo».

«Ormai mi sono abituato a ogni tua sfaccettatura» disse mordendogli il labbro.

«Deku...».

«So che forse non è il momento giusto, ma...».

Bakugo lo zittì prendendolo in braccio.

«Stavo pensando la stessa cosa, ma non qui».

Si sorrisero.

«Usciamo alla svelta allora».