Ricordi

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Kacchan lo stava baciando.

Questa volta stava succedendo davvero, non era frutto della sua immaginazione.

Credeva che non sarebbe mai riuscito ad esprimere i suoi sentimenti, credeva che se l'avesse fatto, lui l'avrebbe respinto.

Invece gli aveva detto che l'amava.

Non poteva essere più felice.

Sin da quando erano piccoli, aveva voluto questo.

Sin da quando, per gioco, Kacchan gli aveva chiesto di diventare sua moglie.

Probabilmente lui non se lo ricordava nemmeno.

In fondo erano passati molti anni.

All'epoca erano solo dei bambini.

Però lui quel giorno non se l'era mai più dimenticato.


*


[Ricordi del passato di Midoriya]

Era una bella giornata di sole e due graziosi bambini stavano giocando in un ampio prato fiorito.

Il bambino dai capelli biondi era seduto intento a intrecciare dei fiori, mentre l'amico lo osservava senza farsi notare.

«Finito!» esclamò soddisfatto Bakugo, ammirando la sua colorata ghirlanda.

«È davvero bellissima, Kacchan!».

«Lo so, l'ho fatta io. Io faccio sempre tutto benissimo!».

«Hai ragione, sei sempre il migliore».

Il bambino dai capelli biondi sorrise, poi si avvicinò a Midoriya e gli mise la ghirlanda sulla testa dicendo: «Visto che sei debole e non puoi fare nulla senza di me, diventerai la mia sposa».

Il piccolo Deku arrossì vistosamente.

«K-Kacchan, s-sono un m-maschio p-perciò non posso e-essere la tua s-sposa» balbettò «e poi i-io non sono adatto a uno come te...».

Si tolse la corona di fiori, triste.

Bakugo però gliela rimise sulla testa.

«Stupido Deku, sono io che decido. E se dico che tu diventerai la mia sposa, allora sarà così».

Il cuore di Midoriya perse un battito.

Non si aspettava una risposta così.

E cosa ancora più strana si sentiva felice.

Felice perché Kacchan aveva detto che lo voleva.


*


«Ehi Deku, perché stai sorridendo in quel modo?» gli domandò perplesso Bakugo.

Midoriya, rosso in volto, gli si avvicinò all'orecchio e gli sussurrò: «Stavo solo ripensando a quando mi hai detto che sarei diventato la tua sposa».

Kacchan sussultò.

Allora se lo ricordava.

«Ah, stupido nerd. Ero solo un bambino, non...».

Izuku lo baciò, non permettendogli di finire la frase.

«Sai, mi aveva reso molto felice quello che mi avevi detto» sorrise.

Kacchan lo guardò intensamente.

Poi lo spinse a terra, mettendosi sopra di lui.

«Stai per diventare ancora più felice, Deku» gli disse con voce suadente.

Perché proprio tu, Deku?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora