Una giornata spensierata?

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Erano ormai passati due giorni da quando Midoriya si era risvegliato.

Pian piano stava recuperando le forze.

Forse era per quello che aveva sempre fame.

Forse era per quello che, in quel momento, stava divorando la sua zuppa come se fosse l'ultima cosa che avrebbe potuto mangiare in vita sua.

Ma anche Kacchan non scherzava.

Stava addentando una coscia di pollo dopo l'altra.

Iida, Todoroki, Tsuyu e Uraraka invece si stavano tenendo più leggeri.

Anche se, la strana luce negli occhi delle due ragazze di fronte a una lucertola arrostita non prometteva nulla di buono.

Anche se, la strana luce negli occhi delle due ragazze di fronte a una lucertola arrostita non prometteva nulla di buono

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Sorrise.

Gli era mancato non vedere i suoi amici, non sentire le loro voci, non vedere i loro volti.

Ma, più di tutto, gli era mancato Kacchan.

Vederlo lì, accanto a sé, lo rendeva estremamente felice.

«Ehi Iida, mi passeresti altra zuppa?» chiese cortesemente.

«Se continui ad abbuffarti così, finirai per esplodere».

Bakugo sorrise.

«Non serve la zuppa, ci penso già io a farlo "esplodere"».

Midoriya arrossì vistosamente.

Stupido Kacchan e i suoi maledetti doppi sensi.

Iida li guardò interrogativo.

Probabilmente era l'unico che ancora non aveva capito.

Tsuyu e Uraraka ridevano sotto i baffi.

Todoroki... Todoroki invece aveva una strana espressione in volto.

Sembrava quasi...

«E-ehi!».

Bakugo si era alzato in piedi non appena il principe gli si era avvicinato per prendere la teiera e versarsi altro te.

«Che c'è? Hai paura di scottarti?» domandò ironico quest'ultimo.

Perché sembrava che in quella frase ci fosse qualcosa di sottointeso?

E perché Kacchan sembrava in imbarazzo?

«Tsk. Non sei in grado di scottarmi, bastardo a metà».

O forse era la sua immaginazione.

La sua risposta e il suo tono erano quelli di sempre.

Non c'era motivo di preoccuparsi.

Tornò a concentrarsi sulla sua zuppa, non notando lo strano sguardo di Bakugo e Todoroki.

L'ora di pranzo così passò e ognuno si ritirò nelle proprie stanze.

Katsuki e Izuku invece si diressero in cortile.

C'era, infatti, qualcuno che quest'ultimo voleva vedere.

«Ah Orochi, mi sei mancato un sacco!» sorrise Midoriya avvicinandosi e accarezzando affettuosamente il drago.

«A quanto pare sei mancato anche tu a lui» disse Bakugo, osservando l'espressione contenta di Orochi.

I due giovani si accoccolarono vicino al drago.

Era una giornata tranquilla, priva di preoccupazioni, come non accadeva da un po'.

Eppure, c'era una cosa che doveva sapere.

«Kacchan, alla fine il potere della lancia fiammeggiante è stato annullato?».

«No, non del tutto. Quando sei stato colpito, il rituale non era ancora concluso».

Maledizione, quindi per colpa sua il nemico poteva ancora disporre di un'arma estremamente potente.

«So che cosa stai pensando, Deku. Ma credimi, non è colpa tua. E poi il tizio a metà ha detto che, forse, c'è un altro modo per annullare il potere rimasto nella lancia. Quindi, non angosciarti per nulla».

Midoriya sorrise e avvicinò il suo volto a quello di Bakugo.

Lo baciò teneramente.

Poi sussurrò: «Fammi "esplodere", Kacchan».

Perché proprio tu, Deku?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora