Partenze

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Il sole splendeva alto nel cielo.

I contadini lavoravano alacremente i campi, incuranti della fatica e del caldo opprimente.

«Izuku, hai preso tutto?» domandò con apprensione Inko Midoriya al figlio.

«Si mamma».

Era tornato a casa da una settimana ormai.

Dopo le celebrazioni in onore della vittoria infatti tutti avevano lasciato il castello e avevano fatto ritorno dai propri familiari.

Dopo le celebrazioni in onore della vittoria infatti tutti avevano lasciato il castello e avevano fatto ritorno dai propri familiari

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Alcuni si apprestavano nuovamente a partire, come Tokoyami e Ojiro. Altri ancora avevano deciso di prendersi un periodo di riposo.

In quanto a lui non era ancora sicuro di quello che avrebbe fatto.

«Mi raccomando, vedi di fare attenzione. Quel drago mette i brividi».

«Non preoccuparti, Orochi è bravissimo».

«Ma è pur sempre un drago. Potrebbe decidere di sputare fuoco da un momento all'altro o perdere il controllo».

«Quello è più probabile che lo faccia Kacchan».

Sua madre sorrise.

«Torna per cena».

«A più tardi» annuì lui.

Si incamminò lungo il sentiero che portava alle montagne.

Era lì che Bakugo e Orochi si allenavano abitualmente.

C'era qualcosa di strano però.

Non si udivano nè urla nè ruggiti.

Quando arrivò a destinazione rimase paralizzato.

Non c'era nessuno.

Nessuna traccia di Kacchan nè del drago.

Ripensò alla voce che girava nel villaggio da qualche giorno: sembrava che Bakugo sarebbe partito in breve tempo.

Scosse il capo.

Non poteva essersene andato senza dirgli niente.

Eppure sapeva che quel giorno sarebbe venuto da lui. Allora perchè non c'era?

Decise di aspettare.

Dopo un'ora di attesa decise di guardare nel circondario, ma non c'era nessuno nemmeno lì.

Si sedette, frustrato.

Strappò con rabbia dei pezzi di erba.

«Ehi Deku, che stai facendo?».

Quella voce era inconfondibile.

Bakugo era lì davanti a lui che lo guardava, incuriosito.

«Dov'eri?» domandò stizzito.

«In città. Io e Orochi abbiamo dovuto accompagnare mia madre a fare compere».

«E sei stato in città per tutto questo tempo?».

«Si, dove altro dovrei essere stato?».

«E Orochi? Perchè non è con te?».

«É con mia madre. Perchè tutte queste domande?».

«Perchè sono rimasto qui due ore ad aspettarti e... E al villaggio dicono che te ne andrai e ho pensato che fossi partito senza dirmi niente e... E...» le parole gli morirono in gola.

Cercò di reprimere le lacrime che stavano cominciando a rigargli il volto.

Bakugo rise.

«Fantastico, io piango e tu ridi» disse frustrato Midoriya.

Katsuki si chinò verso di lui e lo baciò.

«Sei uno stupido, lo sai? Non partirei mai senza dirti niente. E sopratutto non partirei mai senza di te».

Izuku arrossì.

«R-resti allora?».

Tirò su col naso.

«Certo».

«Fermati a cena da noi. Mamma sarà contenta di vederti».

«Non so se sarà tanto contenta» sorrise ambiguo Bakugo.

«Perchè non dovrebbe esserlo?».

«Perchè sto per strapazzare un bel po' il suo figlioletto».

Midoriya gli mise le braccia intorno al collo.

«Non credo le darà fastidio».

Sorrisero.

Il sole ormai calante illuminò i volti sereni dei due giovani.

Il sole ormai calante si spense, lasciando il posto ai piaceri della sera.

Perché proprio tu, Deku?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora