Perché proprio tu, Deku?

Sei pronto a perdere?

Ormai da qualche giorno era arrivata una lettera da parte di Sero e Tokoyami, in cui annunciavano che presto sarebbero tornati con importanti novità.

Cosa ciò significasse, nessuno lo sapeva.

Forse avevano trovato il quartier generale del nemico.

O forse avevano scoperto qualcos'altro.

A ogni modo, tutti erano in trepidante attesa.

Midoriya leggeva come un ossesso, mentre Bakugo si allenava con Orochi.

Tutti insomma cercavano di tenere la mente occupata.

«Deku, metti via quel libro» disse Katstuki entrando nella stanza di Izuku.

«Arrivi tardi. L'ho già messo via da un pezzo».

«Davvero? Sei sicuro di non stare male?».

«Non sei divertente. Avevo semplicemente voglia di riposarmi un po'».

«Riposati con me allora» sorrise ambiguamente, sedendosi sul letto.

Midoriya arrossì, ma si accomodò tra le sue gambe.

Rimasero così, in silenzio, per lungo tempo.

Poi, a un certo punto, Izuku disse: «Ti ricordi quello strano sogno che avevo fatto?».

«Quale? Quello in cui ero un lupo?».

«Si».

«E quindi?».

«Il lupo strazia gli uomini» citò un pezzo della profezia.

«Te lo ripeto: e quindi? Pensi che il lupo sia io e che potrei passare dalla parte del nemico e tradirvi?».

«Kacchan, non ho detto questo!».

«Ma l'hai pensato».

«No, affatto. Nel mio sogno tu mi salvavi... E p-poi, non penserei mai che tu possa tradirci! Mai!».

«Stiamo litigando di nuovo per quello stupido verso. Non ha senso».

«Hai ragione».

«Smettila di pensarci, non serve a nulla. E sai perché? Perché combatteremo e vinceremo. Non c'è possibilità che io perda».

Midoriya sorrise.

«Già, non c'è possibilità. Però puoi perdere adesso» continuò maliziosamente togliendosi la camicia.

«Perché no? Perdere il controllo in questo modo non fa mai male».

Si avventò su di lui, pronto a deflorarlo ancora e ancora.

«Sarà una lunga notte, Deku».

«Magnifico» lo baciò con passione.