Attesa?

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Il cuore di Midoriya cominciò a battere all'impazzata dopo aver udito le parole di Bakugo.

Doveva darsi una calmata, altrimenti rischiava di passare a miglior vita prima che Kacchan lo potesse deflorare.

Arrossì di nuovo.

Perché tutti quei pensieri impuri?

Stava davvero perdendo la testa.

«Forse dovremmo andarcene e lasciare da soli i piccioncini. Mi sembra che qua siamo di troppo» sorrise Jiro, facendogli l'occhiolino.

«Eh già, in fondo si è fatto piuttosto tardi. È ora che ci mettiamo in cammino se vogliamo raggiungere per tempo il castello di Todoroki» assentì Ashido. «Forza ragazzi, in marcia!».

I guerrieri annuirono.

«A presto allora. E mi raccomando, non esagerate con le partite di scopa» li salutò divertito Kaminari.

Le ragazze – e persino Kirishima – risero.

Midoriya avvampò.

Perché Denki doveva dire una cosa così imbarazzante?

Era già abbastanza nervoso di suo, non era il caso di rigirare il dito nella piaga.

Cavolo, in fondo era la sua prima volta. Non potevano scherzarci così.

Si girò, un po' indispettito.

Kacchan lo stava guardando.

Doveva calmarsi, altrimenti avrebbe perso quel poco di controllo che ancora aveva.

Deglutì a fatica.

«C-ci v-vediamo» balbettò rivolto agli amici che si stavano allontanando.

Ora erano finalmente soli.

Che cosa doveva fare?

Che cosa doveva dire?

Che cosa...

Le labbra di Kacchan incontrarono le sue.

Erano davvero morbide.

Però...

Lo allontanò.

«Che stai facendo, stupido nerd?» gli domandò confuso Bakugo.

«N-non c-credo sia il m-momento giusto per... Beh, lo s-sai, per q-quello».

«Ne sei sicuro? Eppure a me non sembra».

Guardò il punto in cui Kacchan stava indicando.

Arrossì.

In fondo era un ragazzo, poteva succedere.

«Andiamo Deku, è evidente che il tuo corpo vuole essere deflorato».

Era vero, desiderava Kacchan più di qualsiasi altra cosa.

L'aveva sempre desiderato e proprio per quello doveva fermarsi.

Non era il momento giusto e lui voleva che tutto fosse perfetto.

Bakugo sospirò.

«Aspetterò» disse.

Midoriya non poté non sorridere.

Aveva capito.

«Però non farmi aspettare troppo, Deku».

«Grazie, Kacchan».

Izuku posò la testa sopra la sua spalla e chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dal vento.

Ripensò a tutto quello che era successo negli ultimi giorni e immaginò loro due abbracciati, Kacchan sopra di lui e la loro prima volta.

Sorrise in maniera enigmatica e senza rendersene conto cominciò ad accarezzare gli addominali di Bakugo.

«Ehi Deku, se fai così come faccio ad aspettare?».


Perché proprio tu, Deku?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora