Cambiamento

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Il bagliore della pietra si era fatto più intenso.

Midoriya deglutì, avvolto dall'oscurità della notte.

Probabilmente sarebbe stato più saggio avvertire gli altri e aspettare il giorno seguente, ma – ora che sapeva dove si trovava Kacchan – non poteva più attendere.

Si mosse il più silenziosamente possibile, evitando quasi di respirare.

Davanti a lui c'era una normale casetta in pietra.

Non dava nell'occhio, era esattamente uguale a tutte le altre abitazioni della zona, per questo era il nascondiglio perfetto.

Se avessero controllato meglio, l'avrebbero potuto trovare prima.

Si diede mentalmente dello stupido.

Fece un passo avanti, gli occhi sempre puntati sulla casa.

Anche se non sapeva quanti nemici ci fossero lì dentro, non c'era più tempo da perdere.

Doveva agire in fretta.

A un certo punto sentì un cigolio e d'istinto portò la mano sull'elsa della spada.

La porta si aprì e Bakugo uscì.

Il suo cuore cominciò a battere più forte.

Era solo.

Non c'era nessuno con lui.

«Kacchan» lo chiamò, rilassandosi improvvisamente e correndogli incontro.

Il giovane dai capelli biondi si voltò dalla sua parte.

Midoriya si bloccò improvvisamente.

Il suo sguardo era diverso, era... Crudele.

Due nuovi e strani tatuaggi ornavano le sue braccia: una scritta e una sorta di fenice.

Che significava?

«T-ti ho t-trovato finalmente» sorrise incerto.

Bakugo lo guardò senza proferire parola, poi sorrise a sua volta: «Si, mi hai trovato».

Izuku si sentì sollevato e d'istinto lo abbracciò.

Ma Katsuki non ricambiò il suo abbraccio.

«Mi hai risparmiato la fatica di venirti a cercare» continuò invece con un ghigno cattivo sul volto.

«C-che v-vuoi dire?».

Bakugo lo guardò intensamente e poi gli prese il volto tra le mani: «Voglio dire che posso ucciderti subito».

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