Il suono di passi affrettati e pesanti precedette il tuo arrivo.
La porta d'ingresso del palazzo si spalancò velocemente e tu, affannato, mi rivolgesti uno sguardo allarmato.
Non dovevo di certo essere un bello spettacolo...cioè, dovevo reggermi a malapena in piedi e avere un'aria tutt'altro che sveglia, ma a te probabilmente non importava molto. Mi fissasti due secondi e ti precipitasti a sorreggermi quando, prorompendo in una risata, minacciai di cadere. Mi appoggiai a te e, completamente intontito, mi lasciai trascinare all'interno del palazzo; salire le scale fu un'impresa, scivolavo e ti feci inciampare ben sei volte prima di raggiungere il corridoio che ci avrebbe condotto al tuo appartamento. Lì riacquistai un minimo di lucidità.
《A....aspetta. Tua madre....non può vedermi così...》 biascicai alcune parole e mi stupii di esser riuscito a formare una frase dal senso logico.
《Tranquillo, era a cena con una sua amica, ci ho messo una vita a convincerla a prendersi del tempo libero...è stata una fortuna che tu sia capitato qui sta sera e non domani.》 mi rassicurasti mentre ti sforzavi per aprire la porta senza perdere l'equilibrio.
Appena misi piede in casa tua crollai a terra nel tentativo di salire le scale.
《Ma insomma, ti sembra il modo di ricomparire?》 Non eri arrabbiato, anzi, sembravi piuttosto divertito dalla mia condizione.
《Meno male che non sei tornato a casa tua, conoscendo tua madre avresti rischiato grosso.》 Constatasti aiutandomi a salire.
《È quello che ho p...pensato anch'io, ma non so come ci sia finito qui.》 Ti stavo dicendo la pura verità, certo che da ubriaco non ero proprio in me.
Tu iniziasti a ridere e, con calma, mi accompagnasti fino al bagno ed io caddi per l'ennesima volta. Oh, non aspettarti che si ripeta una scena del genere, suppongo di essere stato esilarante, ma non ci tengo a riviverla.
《Beh...considerala una bella coincidenza.》dicesti.
Apristi la porta in fondo a destra e, avendo ormai superato i limiti della decenza, mi limitai a guardare il wc e a precipitarmi a rigettare quelle maledette birre.
Una bella coincidenza, eh?
Ti riferivi al fatto che fossi capitato proprio sotto casa tua, no?
Io non ero tanto sicuro che fosse così bello vedermi vomitare.
Eppure tu restavi lì. Ti eri seduto vicino a me con in mano un asciugamano inumidito in attesa che io finissi. Perchè lo facevi? Ero piombato in casa tua senza preavviso e parevi anche preoccuparti per me, non ne capivo il senso...non che capissi molto in quel momento.
Quando finalmente mi staccai dal sanitario ti apprestasti immediatamente a porgermi un bicchiere d'acqua che manco mi ero accorto avessi preso, dopo che lo ebbi bevuto, mi porgesti del colluttorio con cui sciacquarmi la bocca e infine passasti con gesto timido il panno bagnato che stringevi fra le dita sul mio viso. Amai la gentilezza che usasti nel farlo, ma non te lo dissi, in fondo l'alcool non era più tutto in circolo e, nonostante il mio malessere, ero messo un minimo meglio di prima, per quanto privo di forze dato che mi sentivo le gambe e le braccia totalmente molli.
Sfiorasti le mie labbra ed io sussultai, inspirando e rabbrividendo. Mi riportasti a mente in quel semplice modo il motivo del mio lieve disagio nello stare lì, in un bagno, da solo con te.
《Che terribile espressione!》 Esclamasti a bassa voce mostrando un grande sorriso ed io non potei fare a meno di pensare che fosse stupendo, ma, per colpa della sbornia che mi ero preso, trasformai i miei pensieri in parole.
《Hai un bel...sorriso.》singhiozzai sulla fine dell'ultima parola.
Apristi la bocca stupito e ti fermasti, con sguardo perso e con una mano a mezz'aria, a cercare di assicurarti di aver capito bene quel che avevo detto. Non l'avrei ripetuto...o per lo meno era quello che speravo con tutto me stesso.
Eri inginocchiato di fronte a me, io invece stavo a gambe incrociate a fissare la tua maglia bianca e larga che indossavi, la quale era caduta un po' di lato, lasciando scoperta la tua clavicola.
La guardai intensamente e suppongo con sguardo stranamente assorto per poi chinare la testa, incurvare la schiena e andare a sbattere con la fronte contro il tuo petto, il quale sussultò.
《Deku.》ti chiamai con voce implorante.
《C-Cosa, Kacchan?》tremasti nel pormi la domanda.
《Non capisco più un cazzo, sto male e ho sonno.》
Tu facesti un sospiro di sollievo non so per quale strano motivo e, mi chiedo perchè mi fosse piaciuto così tanto, appoggiasti la tua mano sulla mia chioma disordinata, stringendola.
《Mia madre tornerà tra un poco, posso inventare una scusa domani mattina, perciò, per precauzione, meglio che non ti veda in queste condizioni.》 Ragionasti ed io mi trovai concorde con le tue considerazioni.
《Dormirai in camera mia.》 Concludesti.
Cosa? Già, avevo sentito bene, ma non credetti alle tua parole fino a quando, accompagnandomi nel caso cadessi ancora, finii per entrare nella tua stanza. La mia volontà lasciava a desiderare, perciò non protestai quando mi sfilasti la giacca e la appoggiasti sulla sedia della tua scrivania.
Non diedi molta attenzione ai poster e ai vari gadget di All Might che erano sparsi ovunque, non tanto perchè non mi interessassero, quanto per il fatto che tu, imbarazzato, mi stavi porgendo qualcosa. Abbassai gli occhi e notai dei vestiti.
《Cambiati, io sono fuori.》e frettolosamente sgattaiolasti via da camera tua. Avrei voluto poter distinguere bene il tuo viso, ero sicuro che fosse rossissimo, ma per la luce fioca proveniente da fuori non potei godere di quell'immagine.
Il "Clack!" della porta mi fece capire che eri uscito e così mi apprestai ad indossare i pantaloni di cotone da basket grigi e la maglia nera che mi avevi dato.
Non so perchè lo feci, ma prima di aprire la porta per dirti che avevo fatto li annusai. Già, sapevano di te, riconobbi il tuo odore e mi chiesi come facesse a farmi rabbrividire all'istante.
《Ho fatto.》 dissi una volta averti individuato contro il muro di fianco a camera tua.
《Mh? Oh, sì, ok.》 Replicasti e vi fu silenzio.
"Tlack!!" Questo suono si udì improvvisamente e risuonò per la casa. E poi un altro: "Tlack!!". La serratura della porta di casa tua si stava aprendo.
Tu ti raddrizzasti in piedi in meno di un secondo e mi guardasti impanicato.
"Mia madre" mimasti con le labbra.
Devo dire che, a pensarci bene, per me non ci sarebbero stati grandissimi problemi anche se mi avesse visto, ma per te sì: ero palesemente ancora un po' brillo, indossavo i tuoi vestiti ed ero in camera tua...non era la migliore delle situazioni in effetti.
Si iniziarono a sentire dei passi sulle scale e tu istintivamente mi spingesti all'interno della camera premendo sul mio petto.
《Il letto...》 sussurrasti mentre drizzavi le orecchie per sapere se tua madre fosse vicina o meno.
E mi afferrasti il braccio, sollevasti le coperte e mi facesti cadere con poca delicatezza sul materasso. Ti fissai stranito.
《Zitto.》mi dicesti e ti vidi raggiungermi alzando le coperte.
Io ero girato di schiena verso di te ed ero completamente sotto il piumone, tu invece facevi spuntare i tuoi capelli sul cuscino, immaginai la scena e rimpiansi di non potermi sporgere per vederti, ebbi l'inspiagabile desiderio di guardarti.
Poco dopo la porta di camera tua si aprì e capii la tua fretta nel buttarmi sul letto.
Probabilmente tua madre controllava che fosse tutto a posto e che dormissi tranquillo, pensai fosse un gesto carino da parte sua...tu e lei avevate proprio un bel rapporto, pensai.
Quando si richiuse mi chiesi come non mi avesse notato, ma poi mi risposi da solo constatando che la massa informe sotto al piumone non si poteva ben distinguere con la poca luce lì presente.
Decisi di voltarmi e di uscire da sotto le coperte per respirare meglio e mi scontrai con il tuo viso a poca distanza dal mio.
Ok, era imbarazzante.
Per la prima volta nella serata parevi essere a disagio anche tu, era per me ovviamente, il fatto di essere così vicini ti metteva così in soggezione da arrossire e chiudere gli occhi sperando che io sparissi.
Eri buffo. Per scherzo ti sfiorai il naso con le dita e tu, spiegami come, facesti la cosa più tenera del mondo.
Stringesti di più gli occhi, arricciasti il naso e spalancasti le tue iridi fissandole nelle mie. Ti prego, ho una dignità, non puoi farmi questo.
Il mio sguardo stupito si addolcì in pochi secondi e le mie guance iniziarono a scottare. Mi avevi fatto arrossire fin troppo.
《Domani mattina.》
《Cosa domani mattina?》
《Parleremo domani mattina.》affermasti.
《Perchè non adesso?》chiesi con voce assonnata.
《Perchè...perchè hai sonno e anche io e non voglio finire per litigare.》
Avevi ragione, il mio corpo implorava del riposo più che mai e tu lo avevi capito.
《E poi sto bene vicino a te, non voglio parlare.》 Ecco, la tua sincerità mi lasciò spiazzato di nuovo, ma in modo diverso e inaspettato rispetto alle altre volte. Ero già imbarazzato di mio e quella frase fece scomparire l'ultima barriera del mio orgoglio già fragile.
Le tue mani, in un primo momento tremanti, mi circondarono la testa portandomi a sporgermi in avanti e a posizionarmi vicino al tuo collo, come a nascodermi.
Io sgranai gli occhi impreparato e trattenni il fiato mentre tu ti irrigidisti, ma poco dopo, quando circondai in un timido gesto con un braccio il tuo busto, ti rilassasti un minimo e appoggiasti il mento sulla mia testa.
La delicatezza del tuo tocco mi mandò in estasi e i tuoi brividi scatenati dal mio respiro contro la tua pelle mi facevano impazzire.
Mi stringevi a te in modo gentile, come a proteggermi da chissa cosa ed io mi beai di ciò, inspirando e riuscendo finalmente a capire che mi trovavo anche io bene vicino a te.
La mia testa doleva ancora e la sentivo tremendamente pesante, ero del tutto intontito, eppure quel tuo tocco così gentile mi fece stare maledettamente bene.
Rimuginai minuti interi e non ebbi comunque il coraggio di dirti che amavo quella sensazione di calma che mi davi.Bene, buon sabato a tutti!!!
Lo sapete? Siamo già a fine agosto.
Inutile girarci attorno: le vacanze sono aimè quasi giunte al termine.
Ma io me ne frego e sono ancora indietro con i compiti, com'è giusto che sia.
*Si dispera*Ma ieri non era giugno?!
*sospira* ...beh, almeno ci sono gli anime e i manga a consolarmi.
Per non parlare delle fanart.
Cavolo, quelle sì che mi mettono di buon umore.Non è così anche per voi?
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EVEN IF (Bakudeku / Katsudeku)
FanfictionL'autunno è stato un osservatore silenzioso, l'inverno un freddo accompagnatore, l'ho imparato a mie spese: il mio animo non può liberarsi, sarà legato al tuo indipendentemente dal mio volere ed esso racchiuderà per sempre i sussurri dei nostri cuor...