50 -Come neve-

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Da quando ne ho memoria, tu sei sempre stato con me, quindi sarebbe assurdo se ora iniziassi a pensare di poter continuare a camminare senza il suono dei tuoi passi sulla mia stessa strada, no? Impossibile, lo penso anch'io, lo penso da tanto, troppo tempo.
Hai sempre avuto ragione: sono inutile a me stesso se non ragiono e ora mi sto commiserando senza motivi validi, senza ragioni comprensibili; dovresti darmi uno dei tuoi soliti consigli, non lo sai? Adesso, questo sarebbe il momento giusto.
Mi sono assuefatto a te, ormai non ho vie di fuga e sì, la dipendenza è difficile da affrontare. Non è passato giorno senza che io non ti bramassi, lo sai?
I tuoi capelli dal profumo dolce e fresco, le tue guance rosee con quelle adorabili lentiggini, il naso all'insù, il riflesso negli smeraldi dei tuoi occhi, quel punto sensibile del tuo collo che solo io potrei individuare, il petto che potrebbe sussultare se solo lo sfiorassi, le mani in costante ricerca delle mie, i polmoni che arrancano nel cercare di prendere aria mentre sei tra le mie braccia, la pelle calda e morbida, le labbra delicate, il cuore che mi hai dato e che mi appartiene, è stato tutto uno scambio reciproco.
Ti desidero, ti desideravo e credo che mai smetteró di farlo. Perchè tu hai provato lo stesso, perchè io l'ho compreso tardivamente e ho passato giorni interi a non sapere come costringermi ad accettarti completamente. Ho sempre passato lunghe notti a tremare da solo privo di coscenza di me stesso e ora mi rendo conto di non aver fatto errori e, perciò, mi restano ancora tanti sbagli da poter fare. Non sei contrario vero? Temere di far la cosa giusta è nella natura di chiunque e se questo è un mio pregiudizio allora io sono fatto di tante opinioni banali e premeditate dal sottoscritto. Mi conosci, sai cosa posso essere, ma sospetto che tu non conosca i miei limiti e spero di stupirti nel dirti che sono riuscito a convivere con me stesso, che sto ancora cercando di non aspettare una fine e che sarei ancora in grado di stringerti forte se lo volessi.
Vi è stato un tempo in cui ci sorreggevamo a vicenda senza saperlo ed esso è stato il tempo della verità inespressa, del tuo dolore muto, ma anche del nostro coraggio.
Un tuo tremore segnò la fine dei miei passi instabili e le ciocche che allora erano fra le mie dita mi parvero morbide come la prima volta che le avevo strette.
Non avevo altre parole a disposizione, nessun pensiero chiaro in mente e tu stavi fermo, immobile. I nostri respiri si stavano stringendo, ma tu avevi uno sguardo talmente indecifrabile che fui io ad essere più restio a volermi svegliare completamente dal silenzio a cui eravamo giunti.
Precipitai inaspettatamente quando il tuo respiro si fece pesante, andava a scatti, pareva che ti stessi sforzando a non reagire, che ti stessi trattenendo con così tanta debole volontà che presto una sorta di panico prese in sopravvento in te. Ne fosti avvolto nell'istante in cui chiudesti gli occhi, celando ogni luce del tuo sguardo forse alla ricerca di un punto fermo da cui iniziare a contare.
Andava bene, sì, potevi partire con calma, avrei atteso la fine dei numeri o così finsi di pensare.
Indagavo, domandavo senza proferire parola, non ottenevo risposte e mi perdevo di nuovo; sempre più, mi fu sottratta l'aria dai polmoni e mi bloccai impossibilitato dall'allontanarmi o dall'avvicinarmi.
Cosa volevi che facessi?
Non credo di evertelo mai chiesto veramente e a quel tempo tutto era stato così sopraffacente da non permettermi di soffermarmi abbastanza su quelle piccole cose estremamente importanti. Un saluto mancato, uno sguardo evitato, anche se involontariamente, erano stati gesti espliciti.
Puoi rispondermi con sincerità?
Sentivi anche tu di non poter più fuggire?
Mi resi conto di aver sete di conoscenza, di te e tu forse ne avevi avuta di me, non è così?
Le tue palpebre si sollevarono lentamente e restammo a studiarci per lunghi secondi.
《Baciami.》dicesti infine.
La sincerità ti appartiene come innumerevoli altri difetti e qualità e, prima di quella notte, non avevo capito che tu mi avessi sempre mostrato la verità dietro la realtà in cui vivevamo.
Per te, cos'ero? Mi amavi, lo so, ma in che modo?

《Ne sei sicuro?》

《Sì, ti prego.》

E le mie labbra calarono sulle tue, le sfiorarono, indugiarono, tremarono ed infine le avvolsero.
Non volevi saperlo, ma oramai tutto era chiaro e noi ci eravamo affidati l'uno all'altro, un patto mai pronunciato esisteva e ci teneva legati. Mai, dopo quel giorno, osai toccarti senza delicatezza nella mia indelicatezza e mai pensai di dovermi proteggere quando tu parevi fragile. Errori di valutazione? No, perchè finchè mi avessi amato avrei trovato rifugio nel tuo cuore e tu nel mio e, con non poca difficoltà, posso dire di starmi ancora tenendo aggrappato a me stesso per non cadere un'ultima volta a causa tua.

Dalla finestra si vedevano gocce ghiacciate contro il vetro, punti chiari nell'oscurità.
Io e te eravamo come la neve. Eravamo due persone fragili e difficili da comprendere, eppure vedevamo qualcosa in noi stessi, qualcosa di meravigliosamente singolare e lo sapevamo: se ci fossimo stretti troppo fra il calore delle mani saremmo potuti scivolare dalle nostre dita come acqua.


Perdonate la brevità del capitolo ed il ritardo con l'aggiornamento, ma ho una spiegazione valida😅
Ieri sono partita per uno stage in Inghilterra e, in questo momento, sono ospite da una famiglia, per questo nel weekend sono stata più che impegnata.
Non credo aggiornerò questo sabato visto che ho comunque scuola sia la mattina e sia il pomeriggio ed io e la mia compagna di viaggio saremo sfinite a fine giornata.
Ci rivedremo con molta probabilità tra due settimane, bye!❤

EVEN IF (Bakudeku / Katsudeku)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora