33 -L'incoscienza della realtà (●)-

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Questo capitolo contiene scene sess**li, perciò vi prego, nel caso non vi faccia piacere leggere certe cose, di scorrere fino in fondo.

La tua mano era riuscita ad afferrare con delicata forza la mia e sentii la pelle riscaldarsi a quel contatto.
Il mese di ottobre mi aveva ormai immerso nel suo freddo, ma tu cancellasti completamente questo suo aspetto in un solo gesto.
Le nostre dita si strinsero fra loro mentre l'aria nei polmoni iniziava ad accorciarsi; le tue labbra incitavano le mie a seguire ogni tua pressione su di esse, non c'era bisogno che mi arrendessi al tuo volere: io desideravo quel bacio e, dopo tanto tempo trascorso col domandarmi cosa attendessi ancora, trovai una possibile corrispondenza con la risposta a cui inconsciamente aspiravo.
Era un passo avanti, voluto da entrambi, non un cambiamento, ma una conseguenza necessaria. Forse sapevamo di essere trasportati l'uno dall'altro verso un cammino incerto, ma eravamo volontariamente ignari della meta.
Quasi soffocai a tale pensiero.
Presi un grande respiro quando ti scostasti dal mio volto. Un ansimo sussurrato lasciò le mie labbra e credetti di essere finito in qualche sorta di strano sogno. Era al di fuori delle mie capacità il realizzare che gli innumerevoli brividi che sentivo fossero causati da te, Deku.
Non mi concedesti un attimo di pausa e potei solo notare la luce tremante, ma non incerta, nei tuoi occhi prima di sentire i nostri corpi scontrarsi a tratti quando scendesti e appoggiasti la tua bocca umida sulla superficie sensibile del mio collo.
Per un istante pensai che quello fosse meglio del bacio precedente. Provai un piacere di natura puramente carnale nel realizzare che stessi creando un percorso che stava andando a salire per poi scendere più sotto, fino alla scapola scoperta dal tessuto della maglia, la quale tirasti improvvisamente.
Impazienza? No, fu necessità sia per me che per te.
Quel tessuto era di troppo e la lentezza con la quale avvertii la tua mano sinistra percorrere il mio corpo, passando lungo il mio busto e sfiorando la mia pelle, fu straziante. Sussultavo ad ogni centimetro che salivi ed infine arrivasti a sfilarmela del tutto mentre con le dita della destra esploravi ciò che avevi scoperto. Il tuo palmo mi accarezzò.
Sospirai ed il mio battito aumentò gradualmente quando oltrepassasti i miei addominali e contemporaneamente riprendesti il lavoro che avevi interrotto prima: i tuoi baci, dal collo, andarono giù, fino al petto e all'improvviso i tuoi denti morsero la mia pelle con estrema attenzione esattamente dove, incontenibile, il mio cuore stava sussultando. I miei polmoni andavano a scatti, trattenendo e rilasciando l'aria irregolarmente e tu ti sollevasti per osservarmi.
Arrossii sotto il tuo sguardo vagante sul mio corpo. Non riuscii a regolare del tutto il mio respiro già pesante nonostante mi avessi solo lasciato qualche bacio qui e là.
Mi sembrasti insicuro.
《Inesperto pure tu, non e così, nerd?》 Ghignai e tentai di far sfumare la tensione venuta a crearsi.
I tuoi occhi si spostarono e ti sentii espirare a disagio. Anche tu assumesti un certo colorito, ma la tua espressione parve più seria che divertita. Così mi sollevai facendo leva su di un braccio e allungai l'altro verso il tuo fianco, il quale strinsi e tu ti irrigidisti sotto al mio tocco.
Ti eri lasciato trasportare dall'eccitazione del momento e di punto in bianco avevi capito che sarebbe stato qualcosa di nuovanente complicato da affrontare per entrambi. Volevo rassicurarti, in qualche modo, che per me andava bene la tua incertezza, che era giusto sentirsi così, che non avrei rifiutato nessuno dei tuoi gesti e che se possibile avrei fatto in modo di non farti pensare a nient'altro se non a noi, insieme.
Presi per secondo l'iniziativa e ti liberai dalla maglia senza aver fretta, con accurata lentezza, in modo che quasi non sentissi la stoffa strisciare sul tuo busto. Pregai che non ti opponessi e mi rilassai una volta che quel vestito cadde al tuo fianco, scivolando a terra. Da quel momento, iniziasti a tremare mentre la mia mano risaliva sul tuo petto, delineandone i muscoli abbastanza evidenti, meno dei miei, ma pur sempre in rilievo. Mi piaceva sfiorarti, toccarti in quel modo. Emanavi calore e quando giunsi al collo, poi al tuo viso, sentii le tue guance scottare.
《Mi piace il colore dei tuoi occhi.》 Dissi senza stare a pensarci molto e potei vederti mostrare un lieve sorriso.
《Lo adoro, sul serio, soprattutto quando si posano su di me...puoi farlo adesso? Vorrei che mi guardassi.》
Espirai in attesa e fui felice di poter ammirare di nuovo quel meraviglioso verde smeraldo.
Ti sorrisi e ti vidi rilassare un minimo i muscoli tesi.
Mi raddrizzai per quanto mi fosse permesso, in fondo eri lì, a cavalcioni su di me.
Posai solo un bacio a stampo sulle tue labbra leggermente schiuse e pensai che forse tu, più di me, fossi in difficoltà.
Alle nostre spalle stavano giorni pesanti e leggeri e mi chiesi quali di questi due ti avessero portato ad essere così...sensibile.
Lo capii: la colpa era mia. Tu mi avevi trasportato in una nuova realtà senza soppesare i sussulti del tuo cuore. Ti aveva fatto male a volte, non è vero? Quanto tempo avevi tenuto i tuoi sentimenti stretti fra le dita, in modo che non ti scappassero? Avevi dovuto fare i conti con la mia testa confusa e credo che sia stato proprio questo ad affaticarti maggiormente.
Dovevo dirti che non dovevi tormentarti più, io ero lì con te, ero vicino, potevo e volevo baciarti, non eri nelle condizioni di permetterti di sentirti tirar giù dai tuoi pensieri e per tale motivo promisi a me stesso di non lasciarti alcuna possibilità di farlo.
Ti fissai con dolcezza anche se tale aggettivo il più delle volte era discorde con il mio modo di essere e salii con la mano fino alla tua nuca, a stringere i tuoi capelli. Erano soffici come mi aspettavo.
I miei polmoni si riempirono d'aria e mi preparai a continuare il mio discorso con una richiesta che fino al mese prima mai avrei immaginato di farti.
《Baciami, te ne prego.》
Le ultime tre parole furono pesanti da dire, parvero galleggiare nell'aria e precipitare su di noi. Capii che la loro leggerezza era fittizia, perchè mai ti avrei pregato per qualcosa se non per mio desiderio e temevo di spingerti troppo oltre il confine dell'irrazionalità.
Eri immobile.
Poi ti vidi annuire e in quel momento, preso da un'insensato senso di felicità e sollevato in parte, posai nuovamente le mie labbra sulle tue. Mi soffermai di più, ma non andai oltre a quel semplice tocco.
Abbandonai l'idea di divorare quel lembo morbido di carne e decisi di essere io ad avere in mano la situazione per qualche breve istante.
Fu il tuo turno di sperare in un bacio e di non essere soddisfatto, poichè mi abbassai piano, soffiando aria calda sulla tua pelle ad ogni respiro. Raggiunsi la parte superiore del tuo petto ed iniziai a lasciare baci umidi su di essa; piano piano il desiderio di assaporarti di più creebbe in me. Ma come potevo fare?
E così mi venne in mente l'idea più imbarazzante che potessi pensare.
Morsi, succhiai, sentii i tuoi battiti aumentare con il tuo respiro e quando mi scostai potei contemplare quei due segni violacei spiccare sulla tua pelle chiara. Il tuo petto si alzava ed abbassava con irregolarità e ti vidi fissare lo stesso punto. Mi circondasti improvvisamente la testa con le mani ed io seppi che avevi capito: quelli non erano solo dei succhiotti, erano il segno che avrei lasciato su di te quel giorno, sarebbero scomparsi, ma la sensazione no ed è questo a cui miravo.
Ciò ti diede la spinta giusta e ti protendesti in avanti alla disperata ricerca delle mie labbra, le quali furono attaccate voracemente dalle tue. Le nostre lingue si intrecciarono ed io non mi staccai da te mentre facevo scendere le dita lungo la tua schiena.
Abbassasti il bacino, volontariamente o meno che fosse non importa, e nell'istante in cui i nostri corpi si scontrarono la mia voce fuoriuscì dal contatto violento che stavano avendo le nostre bocche.
《Mh...D-Deku.》 Balbettai. Sì, io balbettai. Tu per contro sembrasti stupito in un primo momento, poi a disagio ed infine contento.
Contento? Lo eri, ammettilo.
Uno strato quasi solido di calore si era ormai formato sui nostri corpi ed era normale che il mio basso ventre formicolasse in quel modo?
《Kacchan.》 Mi chiamasti in un sussurro e nel tuo tono di voce era presente qualcosa di diverso da prima. La tua timidezza, ma con una nota diversa e meravigliosamente eccitante, si stava mostrando ancora. Rabbrividii, certo che tu avessi compreso il motivo della mia reazione e non potei protestare quando riprendesti a baciarmi e mi spingesti con forza sul materasso per la seconda volta.
Le tue mani scesero lungo i miei fianchi e si congiunsero all'altezza della cintura dei miei pantaloni, i quali erano tirati, li sentivo scomodi. La cerniera fu fatta scendere,ti fermasti e la mia mente fu stravolta dai pensieri malsani che si stavano via via accumulando in me.
《Kacchan.》 pronunciasti di nuovo il mio nome lentamente e ti riavvicinasti al mio volto con sguardo timido, ma facilmente fraintendibile: era il desiderio, stava crescendo ed espandendosi in entrambi.

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