Vorrei poter vantare un'espressione riposata, un colorito più roseo, anche un minimo accenno di sorriso basterebbe a far scivolar via la disgustosa, veritiera espressione che porto. La stanchezza si è accumulata, aiutata dall'insonnia, attaccata alla mia pelle.
I passi echeggiano nel corridoio, sussulto ad ogni respiro nell'arrivare in fondo; svolto a destra.
Sulla mano che gira la maniglia si accumula il peso della giornata vuota appena trascorsa, i minuti di silenzio passati in quest'edificio.
E la porta si apre, quasi arrancando a scatti, su questa stanza buia illuminata dalle luci dei palazzi oltre le vetrate. Il cielo è buio al di là delle finestre, limpido, sì, ma di un blu troppo indelicato che quasi si appesantisce man mano che lo osservo.
Oh, le mie dita tremano ancora mentre riprendo ad avanzare, ma non le osservo ancora, resisto, sopporto la sporca sensazione di volermi bruciare i palmi già rovinati, ruvidi e scomodi nell'accarezzare lo schienale della sedia a cui mi appoggio.
Voglio solo respirare, solo, ora, in questa stanza, con te.
Lo sento ancora, quel tocco sconosciuto sul mio corpo, riesci a vederne le tracce? Sono macchiato indelebilmente, la stessa aria che respiro pare sporca, oserei mandar giù l'amarezza se solo riuscissi a dimenticare le ultime ventiquattr'ore. Invece persiste la stretta sul mio collo, sulle spalle, sulle labbra che solo necessitano di ricordare quelle che sono le loro vere corrispondenti.
Muovo due brevi passi e mi lascio cadere sulla sedia a peso morto. Sollevo lo sguardo solo per rassicurarmi che sia rimasto ancora un briciolo di dignità a questo pazzo uomo che continua a ritornare in quest'angusto ambiente solo per mantenersi aggrappato ad un amore passato mai perduto.
Noto solo il tuo profilo nella penombra e, come intomorito, mi affretto a crollare al tuo fianco affondando la testa fra le braccia incrociate.
Sono così patetico, vero?
Ritornare, cadere, restare, allontanarsi, cosa ho perseguito in questi anni? Dimmi, sono riuscito a far crollare le mura dietro alle quali mi sono rifugiato, a far svanire in un soffio le vane convinzioni che ho accumulato?
Sento di aver peccato nel modo peggiore, che il torto maggiore è stato fatto non a te, non a noi, ma a me stesso e forse è questo che scatena il tremore nel mio animo: l'aver finto così a lungo di possedere il tuo stesso coraggio.
Si sta facendo piú freddo, si avvicina con sempre piú silenzio l'inverno in cui i nostri cuori si sono avvicinati abbastanza per sfiorarsi, l'autunno é stato solo uno sguardo incerto ed ora la stagione piú bella e terribile mi sta congelando con piú fretta del previsto. Tirerei un sospiro di sollievo, potrei se non dovessi fare i conti con questa mente troppo contorta e che solo adesso trovo tanto difficile da contrastare, persino per te che hai sempre cercato di riconoscere l'ordine nella mia confusione.
Perdonami, sto pensando, soppesando, desiderando, abbandonando troppo.
Perdonami, mi trovo ad essere insicuro nuovamente.
Perdonami se sto provando a lasciarti indietro con tutto me stesso, te ne prego.Giungono mentre stringo la stoffa delle lenzuola, il respiro si accorcia, le labbra tremano, la pelle rabbrividisce e con insensata gentilezza lambiscono le mie guance; al primo sussulto lascio che corrano poiché, in verità, desideravo da tanto tempo queste lacrime. C'è talmente tanto che non ti ho ancora detto, che è rimasto nascosto fra le mie parole, i miei gesti, a metà strada fra il cuore e la testa.
Ti amo, se non con lo stesso ardore di un tempo, con una forza ben maggiore che trovo piacevolmente dolorosa e so che non hai mai desiderato questo per me, tuttavia resterò aggrappato ancora un po' perché sono spaventato da quel che potrebbe attendermi. Per confessare tutto, non conosco il nome di quel ragazzo, non nè conosco il tocco, mi é estranea la sua voce, vorrei promettere questo: permetterò che anche questi giorni passino senza lasciare traccia.
Sono finalmente tornato da te, davvero questa volta, per un pianto.
Voglio raggiungerti, ovunque, in qualsiasi modo, ma non riesco ad avanzare, sono rimasto indietro, non al tuo fianco, ma a quei momenti in cui eri distante pur potendomi raggiungere, a quegli istanti in cui avrei potuto maneggiare con più cautela i nostri sentimenti.
Sono cosí arrabbiato, perché da te ho avuto tutto e tu, da me, non hai preso nulla, non hai voluto nulla. Sei stato esageratamente gentile, lo hai mai saputo? Hai mai saputo quanto ostinatamente stessi cercando di resistere a me che, più di ogni altra cosa, avrei voluto cedere? Non sono riuscito a fermare il tempo per te, scusami.
《Resta... 》sussurro un'ultima pretesa 《Resta. 》premo sulle coperte, mi sporgo incerto, la mia mano si muove fino al tuo viso e quando ti sfioro sospiro.
Il fatto è che ho così paura di perderti da aver anche il timore di non potercela fare a compiere un altro passo, ad alzarmi dal letto la mattina, persino ad aprire gli occhi.
Avverto le parole arrampicarsi in gola, ma non riesco a liberarle e lascio che si assopiscano in un singhiozzo mezzo soffocato. Forse sto fuggendo nel coprirmi il volto con le mani, non credi? Ma va bene così, voglio sfregare la mia pelle, togliermi di dosso queste lacrime, solo per restare infine accanto a te, ansante, con due grandi occhi arrossati, limpidi, lucidi, un'espressione indecifrabile e sconvolta, poichè la bellezza di un pianto è semplicemente inimitabile.
Perchè quando tocchi le lacrime sembrano così grandi? Le sento come grandi gocce, pesanti, appartenenti ad una pioggia mai finita.
Che strana riflessione...non trovi?
Mi stringo la testa, ho male, ma non so bene dove, se allo stomaco, alla gola, alle tempie, all'animo o se a tutto quel che ho elencato.
Inizialmente sorpreso per l'incomprensione di fronte alla quale mi trovo, presto smetto di trattenere il fiato ed espiro sorridendo rassegnato.
Ricado sulla sedia con le labbra ancora tirate in una piega innaturale e mi rilasso con stupore mentre mi accoccolo vicino alla tua mano. Accosto la testa, continuo a far scivolare le lacrime che oramai strabordano con quest'assurda delicatezza ed attendo che i minuti passino, veloci, vorrei che lo fossero, ma mai lo saranno finché ne terrò il conto come mi ritrovo a fare.Sigillo le palpebre quando la stanchezza prende il sopravvento e mi abbandono al silenzio che condividiamo. Cado, portando la speranza che sia l'ultima volta, verso l'incoscienza.
Miei cari lettori, ho rimandato per molti capitoli quest'avviso, tuttavia devo comunicarvi che siamo giunti al penultimo capitolo ed il prossimo, ovviamente, sarà quello conclusivo.
Devo avvisarvi: i tempi di attesa non si accorgeranno, ci vorrà un po' prima della prossima pubblicazione.
Detto ciò, spero abbiate passato un ottimo Natale e delle ottime vacanze, auguro a tutti un buon rientro a scuola ed un felice anno perchè spero davvero che lo sia per chiunque stia leggendo questo❤️
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EVEN IF (Bakudeku / Katsudeku)
FanfictionL'autunno è stato un osservatore silenzioso, l'inverno un freddo accompagnatore, l'ho imparato a mie spese: il mio animo non può liberarsi, sarà legato al tuo indipendentemente dal mio volere ed esso racchiuderà per sempre i sussurri dei nostri cuor...