65 -Abbiamo visto i nostri cuori cadere-

256 25 2
                                    

Questa mattina fa particolarmente freddo. C'è brezza gelida, umida della pioggia di ieri sera, profumata della pesante inconsistenza delle gocce ormai cadute, ci sono persone nascoste sotto ombrelli opachi nel piovigginare delle ore più inusuali.
Sono le sei meno dieci di mattina, pochi sono già svegli, pochi sono fuori casa, ancora meno sono coloro che vedo aumentare un po' il passo come me. Sembrano non avere fretta queste persone che vedo camminare ancora intorpidite dal sonno.
Sono perso.
In questa città, in questo contorto mondo, nel labirinto dei miei pensieri, ogni passo mi porta lontano da una via d'uscita, ogni sguardo perso mi fa retrocedere, ogni frase soppressa e non pronunciata mi fa sbagliare strada; sento essermi proibite le scappatoie, le vie più semplici, tutte le possibilità emerse sulla superficie fuggono dal tocco delle mie mani ormai indelicato in quest'acqua alta, profonda sotto i miei piedi ed io sto solo cercando di restare a galla. È buffo come i giorni si alternino nell'essere leggeri, pesanti, addirittura neutri, poi catastrofici, nostalgici, felici ed insapori, perchè come il caffè che ogni mattina mi accompagna nel risveglio, più attendo nell'assaporarlo, più si fa spiacevole da mandar giù, perchè il freddo di questo liquido mi spaventa nel portare a galla ricordi così prossimi ad essere rimandati indietro in un archivio che cerco di non aprire e che mai ho saputo mantenere al sicuro.
Sono perso, è ciò che penso mentre cammino per sentieri conosciuti e monotoni, mentre svolto a destra, rallento, respiro ancora.
Il mal di testa è solo un accompagnatore silenzioso e lo scatto di una serratura umida scatena un sussulto improvviso, salgono fino alle spalle, i brividi che lasciano le gocce che cadono sulle mie dita quando spingo il cancelletto.
Ha ripreso a piovere la scorsa notte, quando sono tornato all'appartamento di Kirishima, incapace di affrontare l'ennesimo sonno solitario nel nostro. Quindi ho dormito sul divano, un po' scomodo, un po' affaticato dalla giornata, un po' troppo pensieroso per addormentarmi con facilità.
Non ho salutato il mio migliore amico prima di uscire, non ho lasciato alcun biglietto, nessuna spiegazione, confido che sappia delle mie intenzioni e che mi conosca abbastanza da sapere che non richiederò aiuto oggi, non posso pesare troppo sulle sue spalle, l'ho fatto inconsciamente per tanto tempo e mi pento di non essere stato capace di allontanarmi, anche solo di poco.
Ho paura di ferire, Deku, ho paura di torturare me stesso e chi mi circonda anche solo con uno sguardo.
Mi sono perso, lo ripeto, ma non pretendo una mano tesa, lasciami qui, nel mezzo della confusione, come quando mi hai trovato, ho avuto troppe occasioni sprecate per arrendermi.
Sono qui, alla porta del tuo passato, una porta che non sei riuscito ad oltrepassare prima che tutto cadesse nel caos, perchè non hai mai voluto affrontare questa tua unica debolezza. Ho sbagliato, avrei dovuto spingerti di più, forse addirittura obbligarti ad oltrepassare la soglia che tanto parevi temere, forse saresti con me se lo avessi fatto, saresti qui e non su un letto d'ospedale.
Non hai opposto resistenza al timore dei fantasmi ed io non ho saputo sostenerti nel modo giusto; non con richiami, non con echi troppo flebili, non con abbracci troppo stretti, avrei dovuto urlarti di non aspettare, pregarti di raccogliere le schegge del vetri che avevi lasciato rotti alle tue spalle e che ancora stavi pestando. Poichè necessitavi di rabbia, di ira, di un amore più violento di quello che è stato e che sta continuando ad essere il nostro, semplicemente di ciò che io ti ho proibito con i miei gesti delicati che, giudicati naturali, mai necessari, ti hanno dato solo motivi per reprimerti. Perchè mi hai lasciato giocare con i tuoi sentimenti? Il mio amore doveva essere trattenuto nella tua stretta, non liberato e lasciato a consumare ogni tuo sguardo.
Ed ora questo varco si sta aprendo di fronte a me, il legno si accosta alla parete, già avverto l'odore di chiuso farsi strada fino alle mie narici e mi affretto ad espirare. Vorrei saper tremare come te in questi momenti, ma davvero non ci riesco.
Avanzo, deglutendo un groppo in gola che ho tenuto per giorni interi e venendo accolto da un freddo stantio in quest'ambiente. Polvere aleggia nell'aria, passa alla luce degli spiragli fra le tende, la cucina, come il soggiorno, appare vuota, lo stesso immagino che valga anche per le altre stanze. È triste pensare che solo io vi abbia rimesso piede dopo che hai lasciato questo luogo rendendolo un buco nero in grado d'inghiottire qualsiasi briciolo di buon umore che una persona si possa portare appresso.
Ma ti sto mentendo ancora: io sono venuto qui, quattro anni fa, per te.
Quel giorno ho notato che avevi dimenticato alcuni manga in camera tua, ma purtroppo non ho mai potuto riportarteli perchè quel giorno mi sei scivolato via da una stretta con cui invano ho tentato di afferrarti.
A quasi quindici anni abbiamo portato alla luce emozioni pericolose, a diciassette già ci promettevamo troppe cose, a diciotto ottennemmo troppo e nel trascorrere dello stesso anno tutto ci fu portato via ed ora io, a ventidue anni, non riesco a smettere di amarti. Il fatto che tu ti sia fermato nel pieno della nostra tempesta mi fa credere di possedere ancora il tuo nome fra le mie labbra, questo tiene vivo un fuoco indebolito pronto ad incenerire ogni cosa, più pericoloso di prima.
Forse ora ameresti come io ho fatto, con dissapori e tormentosi piaceri, eppure una voce mi dice di non valutare speranze vane.
Ogni ripiano in camera tua è vuoto, il materasso è spoglio, ma qui le tende sono accostate alla libreria, lasciano entrare i raggi deboli dalla finestra. Sono stato io a lasciarle così nella fretta di abbandonare l'appartamento, troppo preoccupato dalla sensazione di soffocamento che all'epoca mi portava alla perdizione.
Sento ancora le nostre parole, promesse, risate, riecheggiare in questa casa, come se questi sette anni non fossero mai trascorsi. Invece abbiamo corso e non ci siamo mai dati il tempo giusto per molte cose, non so dire se sua stato un bene non esserci fermati, ma non desidero dare giudizi su questo, non saprei come spiegare questa sensazione di costante subbuglio che mi porto appresso mi stia consumando, portando sotto un mare di pensieri i miei occhi.
Rischio di ritrovare la strada giusta, lo capisci? E l'ho evitata per lunghi anni, tra insicurezze e certezze, come posso sottrarmi ai secondi che avanzano, al ticchettio delle lancette che sembra farsi sempre più insistente nella mia testa?

《Anche oggi non ci andrai?》

E scuotevi la testa con un triste imbarazzo, ricordo bene la tua reazione, mostravi un sorriso tirato e sviavi il discorso. La verità è che non ti sei mai sentito pronto a tornare qui, a camminare tra queste mura.
Pare quasi ingiusto che io solo abbia cercato il vecchio portachiavi dell'appartamento, che non mi sia tirato indietro di fronte al terrore dei tuoi fantasmi passati, eppure questo è successo. Nutro ancora speranza, sai? Che un giorno tu possa venir qui e ritrovare quella piccola parte di coraggio che hai lasciato seppellita. È stata questa la debolezza che ti sei portato dietro, che temo essersi accresciuta a causa mia, a portarti distante da ciò che stavamo per diventare.
Cosa ne è stato dei nostri sogni? Dei nostri destini? Delle nostre responsabilità? Dei rischi che ci attendevano e di cui, con il cuore in gola, eravamo in trepidante attesa?
Sono forse finiti tra le mie mani, in questa stoffa candida e bianca dove ho nascosto il tuo ultimo dono? Sono forse stati spezzati come il filamento ancora del verde dei tuoi capelli ivi custodito? Hanno forse rischiato di essere scordati come il tuo sussurro raschiante nella cenere?

《Mi affido a te, come ho sempre fatto, non dimenticare.》






Buongiorno a tutti!❤
Come va? State passando una buona estate?
Io mi sono ritrovata a fare viaggi non programmati e sto finalmente vivendo questi tre mesi in modo differente dagli altri anni.

Riguardo al capitolo, immagino si sia capito cosa sua andato a cercare il nostro Kacchan nel vecchio appartamento di Deku, no?
Voi che ne dite? Le azioni del nostro povero broccolo avranno e hanno avuto giustificazioni? Katsuki riuscirà a mettersi il cuore in pace? Riuscirà a riacquistare un minimo di vita sociale? Si prenderà l'ennesima sbronza colossale o no?
Tutto nel prossimo episodio😂

EVEN IF (Bakudeku / Katsudeku)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora