49-Il mio riflesso nell'ombra-

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Ti prego di non cercare la mia voce perché quando sarai pronto io sarò distante, talmente distante che le tue mani non potranno rincorrermi. Lo accetterò prima di te ed il desiderio mi apparterrà assieme all'inganno, ci sfioreremo di continuo con le nostre stesse dita e non so dire se brameremo i nostri tocchi, ma sappi che starò sempre un passo indietro, solo così potrò conservare quella rimembranza ormai sfumata. Resta pur non essendo vicino, perchè non riesco a riconoscere me stesso.

Quella notte il maltempo si era riversato sulla città. Gli ululati del vento si facevano strada per le vie deserte e si sentivano echeggiare nelle stanze del tuo appartamento, il freddo aveva invaso ogni angolo e ci aveva avvolti lentamente. Il tuo calore era intenso, stretto fra le mie braccia, avvinghiato alla mia pelle, stava assaporando un dolore silenzioso perchè inesprimibile. Ti eri nascosto contro il mio petto, le braccia attorno alla mia vita, ed io ti stringevo con tanta delicata forza che forse, lo sperai, ciò riuscì a calmarti un poco.
Non tremavi più, inspiravi ed espiravi lentamente, ma lo sapevo: non ti eri addormentato.
Un brivido scatenato dal gelo mi percorse e ti circondai meglio per poi scostarmi e questo mio gesto fu contestato con un mogugno soffocato contro la mia maglia. Non volevi che mi spostassi, la situazione era ovvia ed io non potevo non pensare che quella fosse l'unica cosa che ti stessi concedendo di fare, poichè avresti potuto urlare, struggerti fino a contorcerti tra lamenti incomprensibili, sfogarti in qualsiasi altro modo, ma avevi preferito starmi vicino come io ti avevo chiesto, senza mai parlare, fin dal principio e per questo ti stavo ringraziando. Ci eravamo cercati in quei giorni, ci eravamo cercati a vicenda in noi stessi e, nell'accarezzare la tua chioma, iniziai a chiedermi se ci fossimo davvero trovati. Di incertezze ne avevamo avute, tuttavia tutte mi parevano superate, quindi potevo solo piegarmi e affondare il naso tra i tuoi morbidi ciuffi, dal candido profumo dolce che ricordavo, e pressare le labbra su di esse. Mi piaceva mostrarmi apprensivo con te e, quella notte in particolare, ne sentivo la necessità.
Dopo quel fragile bacio, decisi di dovermi alzare, avevo un groppo in gola che solo un po' d'acqua sarebbe riuscita a mandar giù e sapevo, con certezza, che avessi bisogno di stare un momento da solo; non chiedermi come, ma lo avevo capito, forse era stata una sensazione, forse istinto, forse una scelta sbagliata, fatto sta che scivolai via dalle coperte e permisi alla tua mano di abbandonare piano la stretta che mi teneva.
Il tuo palmo cadde in un tonfo sordo sul materasso mentre tastavo il parquet con i piedi per poi dirigermi alla ceca verso la porta della camera.
《Dove stai andando?》apprensione e stanchezza trasparirono dal tuo tono di voce quando un fruscio di stoffa giunse alle mie orecchie, segno che ti fossi mosso. Mi voltai, tuttavia constai che tu fossi ancora sdraiato nonostante la poca visibilità offerta dall'oscurità.
《In cucina.》ti risposi sussurrando.
《Vuoi qualcosa? Se vuoi preparo una tisana.》
Un braccio spuntò tra le coperte all'improvviso e, poco dopo, lo seguì la tua testa; indirizzasti lo sguardo alla sveglia sul comodino.
《Sono le due di notte.》parvesti lamentarti, ma poco dopo aggiungesti: 《Quella alla menta è nel secondo ripiano sulla destra...Porti qui le tazze?》ed io sorrisi nel constatare che, almeno in simili occasioni, fossi in grado di rivolgerti a me con una certa naturalezza. Ma sembravi debole, avvolto nella stoffa pesante, eri così innocentemente consapevole della tua stessa fragilità.

《Allora vado.》dissi accostando la porta prima di rilassarmi mentre percorrevo il corridoio.
Era vuoto, come ogni stanza di quella casa, non un sibilo, non uno scricchiolio, nulla si poteva udire. Mi parve di star camminando in un posto sconosciuto, magari sul pontile di una vecchia nave e ad ogni passo il pavimento ondeggiava sotto il mio peso. Cosa avevi fatto? Come avevi affrontato la situazione? Che cosa potevo darti io per farlo?
Le onde della tempesta si stavano calmando per poi prepararsi ad infrangersi di nuovo contro di me.
Starti affianco, ascoltare le tue parole mute ed attendere che tutto passasse, sarebbe davvero bastato questo?
Volevi di più, lo dicevano i tuoi gesti, il tuo sguardo, ogni tua parte si stava tendendo alla ricerca di qualcosa che probabilmente ritenevi solo io potessi darti. Ne ero spaventato, ma ero in piedi e niente, sperai, mi avrebbe fatto crollare, non dopo tutto ciò che avevo frainteso e affrontato.
Entrai in cucina a passo felpato e mi avvicinai ai fornelli per poi afferrare il bollitore, metterlo sul fuoco e riporre due tazze sul piano della cucina, allungai la mano per prendere la tisana, ma mi bloccai nello scorgere, con la sola luce della cappa accesa, qualcosa sulla finestra che stava lì a fianco.
Un nero avvolgente si presentava oltre la finestra, le stelle erano assenti nel cielo ed il mio cuore mi parve silenzioso e distante nell'osservare quell'invisibile visione.
Un passo, un altro ancora e ne fui inghiottito. A volte può capitare, a volte le persone possono perdersi in cose che, agli occhi di altri, non significherebbero nulla, ma, sai? Quel nulla è ciò che attira, ciò che ghermisce l'animo senza dar certezze che esso possa tornare indietro al suo luogo d'appartenenza senza cambiare ed il mio corpo aveva iniziato a richiamarlo molto tempo prima, prima di quella notte e prima di ogni tramonto che io abbia bramato pur non essendo al tuo fianco.
Cosa avevi portato in me? Ho sempre pensato di non conoscere il nome di quel sentimento e gli ho sempre dato una forma indefinita. Allora lo compresi, circondato da un'aria leggera, ma pesante: non vi era alcuna risposta. Eri entrato in me senza permessi, tuttavia privo di difese e, dimmi, ti eri perso? Rifugiandoti in un angolo avevi rinunciato a trovare un'uscita come avevo fatto io? Eravamo simili o diversi? Cosa ci accumunava?
Ora lo posso dire perchè ho imparato a conoscere me stesso e so che non possiamo vivere separati o, almeno, troviamo arduo sopportare la distanza.
L'autunno è stato un osservatore silenzioso, l'inverno un freddo
accompagnatore, l'ho imparato a mie spese: il mio animo non può liberarsi, sarà legato al tuo indipendentemente dal mio volere ed esso racchiuderà per sempre i sussurri dei nostri cuori.
Il bollitore prese a fischiare insistentemente e mi scossi staccando gli occhi da quello che riconobbi come il mio riflesso nell'ombra di un tempo lontano e freddo.
Ritornai con i piedi per terra e quando finii di versare il liquido verdastro e profumato nelle ceramiche sentii di aver qualcosa in più dentro di me. Ebbi la netta sensazione di essere in balia di tuoni, venti e onde che presto mi avrebbero portato ad un mare calmo e terrificante nel suo essere stupendo.
Giunsi di fronte alla porta di camera tua con le tazze fumanti in mano. Era accostata. La spinsi e, come immaginavo, ti eri rannicchiato contro il muro, le coperte erano stropicciate attorno a te che tenevi la testa chinata tra le ginocchia alla ricerca di un riparo. Mi facevi sentire strano, forse intimorito, ma al contempo una sorta di muto coraggio aveva iniziato a crescere in me e, lo sperai, finalmente sarebbe stato in grado di mostrarsi e di sorreggermi.
《Hey...》mi sedetti sul bordo del letto posando la tisana sul comodino.
《Deku.》ti chiamai avvicinando una mano fino al tuo viso, il quale si sollevò ed io posai il palmo sulla tua guancia accarezzando la tua pelle. Era calda e non più umida, ma le lacrime c'erano, io le vedevo seppur assenti, stavano continuando a scendere e tu le stavi facendo riversare dentro di te. Non poteva andar bene, no?
《Puoi...?》buttasti fuori due sillabe e ti fermasti visibilmente esitante sul da farsi. I tuoi occhi quasi si avvinghiarono a me senza tuttavia soffermarsi su qualcosa in particolare; erano persi, vicini, ma lontani.
Alzasti un braccio tremante e ti lasciai stringere il colletto della maglia che indossavo perchè sapevo di non dover temere che mi trascinassi verso di te.
Mi girai completamente, mettendomi a gambe incrociate e attesi a fatica che provassi a parlare ancora.
《Puoi...dirlo?》deglutisti e distogliesti lo sguardo da me nel trovare il coraggio per pormi una domanda complicata nella sua semplicità.
Io restai in silenzio.
Capii senza chiedere e reagii senza riflettere e non riuscii a darti quel che volevi.
《Se non lo puoi dire perchè sei qui?》malinconia o sconforto, un misto di entrambi forse, trasparirono dalla tua voce improvvisamente.
《Non è divertente e poi...non capisco come tu possa avermi fatto qualcosa di così crudele. È colpa mia, non è vero? Sono solo capace di aver paura, anche adesso ne ho.》mi fissasti nuovamente con un sorriso tremante sulle labbra.
Stavi mentendo, no? Era tutto una grande bugia, dovevi darmi una conferma che lo fosse perchè non riuscivo, sul serio, a capire quel che mi avevi detto.
Ti eri arreso veramente a quelle voci ingannevoli che sovente cercano di corrompere le menti? Dovevo riportati indietro e per questo motivo, quando stavi ormai per lasciare la presa su di me, presi il tuo polso e ti tirai facendoti scivolare fra le lenzuola. Ti ritrovasti imprigionato nella mia presa attorno ai tuoi avambracci sotto ad un mio sguardo incredulo.
《Non lo vedi? Come puoi ignorarlo?!》gridai a mezza voce.
《Perchè hai paura? Ne hai di me? Rispondimi!》continuai ed in tutto questo avevi preso a fissarmi con incomprensione.
《Possibile che tu non lo capisca?》Si avvicinava sempre più, un'istante immerso nel silenzio e circondato dai nostri respiri, ecco cosa attendevo da tempo immemore.
《Ti amo.》affermai.
《Ti amo, ti amo, ti amo...eppure non credo alle mie parole e magari hai ragione, più le dico e più mi sembrano false. Ma non provi nemmeno a cercare un motivo, perchè non ci provi?! Se ora sono qui e non riesco a dirtelo è solo perchè, per me, é molto di più.》
Perchè tu eri sembrato così facile da amare, così semplice che ogni difficoltà che avevo trovato, ne ero convinto, era comparsa a causa mia, ma ero stato ceco nei tuoi confronti: io non ti potevo bramare tramite un simile sentimento.

Quello che provavo, andava oltre ad ogni emozione concepibile, se non da tutti, da noi. Lo potevo ammettere a me stesso per la prima volta e mi chiesi quale sarebbe stata la tua reazione. Un'ansia improvvisa prese il sopravvento e la tensione venne meno mentre abbandonavo la stretta che ti teneva. Mi avresti creduto? Avresti accettato le mie difficili affermazioni?
《Forse non posso amarti come vorresti.》dissi infine a bassa voce.
Non attesi oltre ed ignorai il sussulto del tuo corpo nell'avvertirsi nuovamente in trappola quando mi avventai, veloce e quasi con indelicatezza, sulle tue labbra.
Perchè era l'unico modo per farti reagire, perchè ti avrei permesso di respingermi, perchè volevo soffocarti, perchè stavo affondando sempre più e coscentemente in me stesso, perchè dovevo chiederti perdono prima che fosse troppo tardi.
E dovevamo fermare i nostri respiri almeno per pochi secondi, solo per essere sinceri e smetterla di camminare in bilico sui fili sottili che ci tenevano legati.
Inspirai mentre mi allontanavo lentamente dal tuo viso. Rimasi vicino, tanto vicino da poter guardare quelle iridi color smeraldo che tanto avevo cercato negli ultimi giorni.
《Non posso farlo...》iniziai a dire mandando giù un boccone amaro 《...ma ti prego, devi credermi e promettermi una cosa:》le dita della mia mano destra si insidiarono fra i tuoi capelli e li strinsero, tu parvesti sussultare.
《Anche io ho paura, ma non so se più di te o di me stesso e non sono in grado di tornare indietro, quindi non permettermelo.》
Quella notte, riuscisti a sconvolgermi nel più profondo del mio animo per l'ultima volta.

Buongiorno a tutti...ok, no, è sabato e sono a scuola quindi non è esattamente un buon giorno.
Sono stanchissima, ho dormito a malapena 4 ore e domani alle 7.30 devo pure andar su a Milano per il comics: io lunedì non ci arrivo viva.
A voi come va? Avete fatto domanda di trasferimento alla UA come me, vero?

Parlando d'altro, chi oltre me ha visto le ultime scan uscite di Attack on titan?
Ditemi che siete rimasti sconvolti quanto me.😟

EVEN IF (Bakudeku / Katsudeku)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora