Miei cari, credo sappiate che ci sarà in questo capitolo, perciò preparatevi per un'intensa performance dei nostri protagonisti.
Con la speranza che vi soddisfi e che non mi consideriate troppo una pervertita, vi auguro buona lettura❤
(Per chi volesse saltare la parte, questo: "[☆]" ne indicherà la fine)《Kacchan! Ti prego...non-Ah! 》
Soffocasti l'ennesimo ansimo mordendoti il labbro o almeno così pensai, ma quando alzai lo sguardo non riuscii a cogliere la tua espressione. La tua testa era adagiata sul materasso, il collo teso ed il mento rivolto verso l'alto. Prendevi grandi respiri, la mano destra stringeva la coperta, anzi, la stritolava, l'altra, con il braccio piegato ed il palmo in vista, stava sopra la tua fronte; il tuo corpo dava segno di essere sull'orlo del collasso ed il suo tremore non cessava.
Osservai il tuo busto, dalle spalle fino al ventre si notavano segni lividi e rosati, una scia scendeva disperdendosi sulla tua pelle chiara, tra le lentiggini risaltavano le tracce che avevo lasciato. Amai quella visione, perchè, davvero, non ti rendevi conto di quanto stupendo fossi e di quanto io potessi perdermi negli istanti di meraviglia che riuscivi a regalarmi.
Espirai piano e, prima che tu potessi riprendere fiato, ti sorpresi sfiorando inaspettatamente la sommità della tua erezione con l'indice.
《Kac-Kacchan...Mmh.》Il braccio che ricopriva il tuo volto si protese istintivamente verso il mio, le tue dita circondarono il mio tricipite e strinsero la presa nervosamente, ma io volli ignorare quel gesto e lasciai che le tue unghie si conficcassero e lasciassero il segno sulla mia pelle mentre i tuoi muscoli si contraevano e si tendevano a causa mia.
《È abbastanza?》ti sussurrai abbassandomi depositando un bacio poco sotto il tuo orecchio continuando a torturarti, ogni secondo divenivo più insistente e tu faticasti a darmi una risposta.
Sembra buffo da ricordare, ma...avevi la pelle d'oca. Avevo sorriso nel notarlo, era un piccolo particolare, tuttavia aveva catturato la mia attenzione.
Il freddo di novembre aveva attraversato i muri e tu te ne rendevi conto solo in quel momento, non è divertente? Era un piccolo particolare, sì, piccolo, ma che mi fece sentire tranquillo, come se bastasse solo quello a farmi dimenticare, anche solo per poco, dei graffi che stavi lasciando sulle mie braccia, sulle mie spalle. Non ti stavo impedendo nulla, ma avevo paura che aggrapparti a me in quel modo ti avrebbe fatto male, che dopo avresti guardato quei segni rossastri sul mio corpo con rimorso.
Allora potevi darmi sicurezze, io non ero mai riuscito a dartene molte, lo so, non ti avevo dato nulla senza che tu prima lo rubassi e lo facessi tuo e tutto era stato fatto inconsciamente, perciò, a quel tempo, capii di non avere il diritto di desiderati più del dovuto. Sarebbe arrivato il giorno giusto, in cui non avrei avuto il coraggio e la forza per resistere, nè l'orgoglio necessario per nascondermi ed in cui saresti stato ignaro manipolatore delle mie azioni; nessun ordine sarebbe stato pronunciato ed io avrei cercato fino alla disperazione senza arrivare ad una conclusione, con e senza di te.Gemiti risuonavano nella stanza, un eco incostante nella mia testa. Le pareti giravano e si fermavano, la realtà appariva lontana e, in certi spaventosi momenti, vicina.
《Ah!》
Ancora, scoprivo nuovi punti di vista, nuovi modi di toccarti...stavi dimenticando? Almeno un po', stava accadendo, non è così?
Solo per poco tempo, per quella notte, ti pregai di obliare ogni distrazione, ogni spiacevole memoria, traccia indistinta nella tua mente.
Sfiorai il tuo busto con il respiro.
Tenendo il tuo corpo impreparato fra le mani, assaporai con insopportabile lentezza la sommità più sensibile del tuo membro. Boccheggiasti e tremasti per l'ennesima volta, poteva essere solo una mia impressione, ma io avvertivo la tua sensibilità essersi fatta più intensa, sottile quasi, così da raggiungere ogni tua parte.
Solo con me, lo sapevi, dovevi perderti.
《Basta!》esclamasti tendendo i muscoli, facendo vagare la mano alla ricerca della mia. La afferrai con forza percorrendo un'ultima volta la tua lunghezza, salendo a baciare ogni centimetro di pelle fino al tuo ombelico.
《Vuoi che smetta?》Espirai lungo il tuo fianco mentre la mia mano libera, abbandonata la mia bocca, umida, andò a scendere più giù, lì, esattamente a quell'anello rosato attorno al quale le mie dita iniziarono a girare lentamente.
《Mmh. No, non-》trattenesti il respiro quando l'indice si poggiò sulla tua apertura《...non ti fermare. Kacchan, di più, ti prego.》a fiato corto, facesti una richiesta. Allora una scarica di brividi mi percorse quando affondai con leggerezza in te.
《Mgh!》il tuo palmo sfiorò il mio fianco e si posò sulla mia scapola, d'un tratto, forse sollecitato dai piccoli movimenti che facevo, ti avvinghiasti a me e percepii la pressione della tua presa accrescersi, le nostre mani stringersi, l'aria che respiravamo intrecciarsi.
Sotto di me, vidi i tuoi occhi cercare di restare aperti, tentavano di resistere e di non essere presi dalla tentazione: volevano vedermi, desideravano e tentavano di porre un freno alle sensazioni. Troppo veloci, ti stavano sommergendo, ma avevi dato loro il permesso, non lo ricordavi?
Io ero solo un appiglio in quel momento, per te, per me, ma non mi sentivo leggero, non trasparente come una distrazione, io ero tangibile, coscente di essere l'unica cosa di cui tu necessitassi.
Premesti il capo contro il materasso e la tua pelle fu scoperta ancora; le mie labbra si posarono sul tuo collo, avvolgendo ciò che consideravo ormai mio. Mi spinsi più a fondo con un secondo dito, con maggiore insistenza e torturai il tuo corpo tenendo conto di ogni secondo che passasti a trattenerti prima di rilasciare un gemito. Un secondo, un terzo, lenti, intensi e le tue gambe, piegate, vacillavano ogni qualvolta accenassi ad una movenza maggiore.
Il segno sul tuo collo sfumava verso un colore più pallido, osservandolo sperai che restasse indelebile su di te, assieme ad ogni mio tocco.
Piegai di poco una falange ed i tuoi polmoni andarono a scatti, bloccando e riprendendo un respiro, le tue labbra si separarono senza proferire alcun suono. Sorrisi gentilmente e mi avvicinai ad esse.
《Dove? Dimmi, è qui?》chiesi premendo nello stesso punto.
《Ah-Aaah! S-sì, lì, ma non con...con...》Il mio sguardo si illuminò e ti fissai soddisfatto ed improvvisamente stupito al contempo.
Sfilai poco a poco le dita e tu mugugnasti qualcosa che non riuscii a capire.
Mi protesi verso il tuo comodino, mentre frugavo alla ceca in un cassetto la mano che avevo lasciato, la tua mano, prese iniziativa senza che io dicessi nulla e fui costretto a resistere e a non decidere di rivolgerti un'occhiataccia.
《Deku.》sibilai avvertendoti circondare al meglio la mia erezione, risalire e discendere senza arrivare a stimolarmi come di sicuro tu sapevi desiderassi.
Impaziente, ripresi a cercare e, quando afferrai quel che cercavo, i tuoi ciuffi verdi sfiorarono il mio petto e due baci delicati furono lasciati su di esso. Una leggera scossa, non propriamente di piacere, scese lungo il mio busto.
Anche in certe situazioni, riuscivi ad essere e a rendermi fragile.
Un tocco lieve bastava a risvegliare in me qualcosa a cui non avevo mai voluto dare un nome; parte del mio cuore, invece di concentrarsi a battere insistentemente, mi disse di dover insistere e di non permettermi in alcun modo di dimenticare quella sensazione, di non lasciarla affievolirsi come un profumo nel vento, come un soffio veloce che oramai ha portato via abbastanza e che non tornerà per restituire i petali e le foglie cadute.
Il mio addome si contrasse e, arretrando per ritornare a sovrastarti, sentii il tuo palmo scivolare circondando tutta la mia lunghezza per poi risalire e lasciarmi insoddisfatto e ansante.
Fissandomi, tracciasti una strada in salita lungo i miei adominali, il petto, le spalle, le braccia tese si fecero percorrere ed abbandonare mentre mi tiravo su e le tue iridi erano luminose, stupende, terrificanti, posavano su di me.
Strappai la plastica e calai il preservativo.
Posai le mani sulle tue cosce, poi sul ventre, ti solleticai e tu ridacchiasti.
Aspetta, puoi...farlo ancora? Era un suono magnifico, davvero.
Non esaudisti il mio desiderio, ma vedere il tuo sorriso bastò ad accontentarmi.
《Adesso puoi chiudere gli occhi.》ti dissi e tu, pur esitando, lo facesti.
Avevi evitato di distogliere lo sguardo da me solo per non vedere il buio, ma non era la paura, bensì la convinzione di non riuscire a trovarmi in esso che ti aveva tenuto legato. Ti sbagliavi, in realtà io ero proprio lì, ad attendere.
Mi chinai e ti baciai con calma, assaporando e divorando il gemito che facesti quando il mio glande premette ed entrò in te.
Inspirai permettendo alle nostre lingue di congiungersi, di cercarsi, come le nostre strette.
Mi mordesti il labbro.
《Di più.》ansimasti tra un bacio e l'altro.
《Va bene.》sorrisi ancora contro la tua pelle.
Mi spinsi di più, le tue pareti circondarono il mio membro quasi del tutto ed io rilasciai un sospiro.
Così, feci per riprendere ad assaporare quei morbidi lembi arrossati, ma proprio loro mi respinsero. Non trovai le tue labbra, ma la tua mano ad aspettarmi.
Girasti il palmo e, guardandomi ad occhi socchiusi, sfiorasti la mia bocca con il pollice fino a quando, restandone stranamente poco stupito, mi osservasti morderlo delicatamente.
Mi mossi improvvisamente ed affondai in te in una sola spinta; il calore mi avvolse, tu inarcasti la schiena boccheggiando ed iniziando a premere con le unghie sulle mie spalle ad ogni movimento che facevo, veloce, continuo, stimolo di inaspettato piacere.
《Kacchan...sei troppo - Ah! Ah-Aaah!》
Morsi la tua mano, leccai il tuo indice e ti rivolsi un'occhiata famelica lasciando andare il tuo arto a cadere sul materasso.
《Kacchan...》riuscisti a chiamarmi nuovamente e, quando tentasti di cercare il mio viso e notai le tue labbra volte verso di me, mi allontanai.
Raddrizzai il busto ed indagai sul tuo corpo.
Le dita si contorcevano tra le coperte, un gemito accompagnava ogni tuo sussulto, eri un concentrato di tentazione, bellezza e desiderio.
E mi resi conto di essere debole di fronte a tutto questo, perchè non riuscivo a portare il peso delle incertezze passate, perchè stavi prendendo troppo, perchè io mi sentivo trascinare via da una tempesta vuota, quasi invisibile, che continuava a sopravvivere in me nonostante i miei sforzi, perchè stavo capendo che non sarei mai riuscito a domarla, non fin quando tu fossi restato al mio fianco.
Mi stavo per smarrire nuovamente, non lo vedevi? [☆]
No, non mi aiuterai questa volta, lo so, perchè stai stringendo la mia mano e hai deciso di non tornare indietro, nè di andare avanti. Aspetta con me, te ne prego, solo un altro po', l'inverno non é ancora iniziato e sta già scorrendo veloce fra le nostre dita, lo senti? È piacevole e distante, come un ricordo, lascia che ci insegni a camminare senza cadere nella neve, a respirare il freddo profumo della città, a temere la vicinanza e a bramare la nostalgia. Scoprirai che, in fondo, avevo ragione a desiderarlo.L'ultimo bacio che ti diedi ci soffocò.
Volevi urlare, sentii la tua voce arrancare fino alla gola per poi essere soppressa ed il tuo corpo mi teneva imprigionato. Mani che si arrampicavano, che graffiavano, che non esitavano: ne fui ghermito.
Flebile, un sussurro avanzò fino a me.
《Ti amo.》ingoiasti un respiro per dirmelo, trettenendo un gemito, sopprimendo ciò che era rimasto delle nostre preoccupazioni.
Invece di fermarsi, invece d'inciampare, invece di arrancare, invece di essere deboli, invece di essere forti, dovevamo promettere.
Non importa cosa, se a noi stessi o l'uno all'altro, sarebbe bastato un pensiero, anche banale, un po' malinconico, un po' egoista, ma pur sempre reale; poichè questa storia continua a ticchettare, a scorrere ed io sono indeciso: dovrei chiudere il libro o no? A volte penso che sia la scelta migliore, ma le pagine continuano a voltarsi incessantemente; sto correndo sempre più forte, sempre più lontano. Più di ieri, meno di domani, sarò stanco, sarò testardo, magari arrabbiato e tu...tu mi dirai di continuare a camminare.《Stringi di più.》non so se, da parte tua, fu inteso come ordine o meno, ma facesti come richiesto. Sentii, finalmente, il bruciore dei graffi, il dolore di cui i tuoi occhi parlavano.
Tremori incostanti si sparsero sui nostri cuori, un tepore famigliare ci avvolse, risposte non richieste vennero pronunciate in silenzio e furono ricordate tutte le cose che avevamo conquistato dentro di noi.Un altro passo, scegli tu se indietro o in avanti, te lo concedo, dimmi dove andare. Non so cosa dovrei fare adesso che la notte è piena di piacevoli terrori, forse sarebbe giusto addormentarsi assieme, non lo pensi anche tu?
Venerdì, 21 novembre
Breve spazio autrice parte 2:
come avrete notato, sabato scorso é saltato l'aggiornamento, ma credo comprendiate visto che siamo ormai ad aprile e sapete bene cosa voglia dire frequentare il liceo verso fine anno scolastico.
Questo capitolo è stato lungo da scrivere, tra lo studio e quant'altro, ma confido che vi sia piaciuto😘.
Non so come sarò messa questa settimana, nè la prossima, perciò ci rivedremo non so bene quando😅.
Buona serata a tutti e buona fortuna per questi ultimi due mesi di scuola, ma soprattutto: plus ultra!
STAI LEGGENDO
EVEN IF (Bakudeku / Katsudeku)
FanfictionL'autunno è stato un osservatore silenzioso, l'inverno un freddo accompagnatore, l'ho imparato a mie spese: il mio animo non può liberarsi, sarà legato al tuo indipendentemente dal mio volere ed esso racchiuderà per sempre i sussurri dei nostri cuor...