51-La notte in cui cademmo- (●○)

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Le mie labbra, bollenti, si scostarono e, calando, risalirono la linea della tua clavicola, del collo, fino alla mascella, la quale fu l'ultimo tratto di pelle che percorsi prima di soffiare lentamente contro di essa in un sospiro frustrato.
Perchè eri così, imprevedibile e prevedibile, tranquillo e sconvolgente in ogni tuo particolare?
Guardami. Non potevo più scappare, eri riuscito a catturarmi, quindi dovevi fermarti, non dovevi stringermi di più, mi avevi già imprigionato. Le tue mani mi stavano cercando ed il loro tocco scottava, doleva e leniva.
Ma ero io a doverti trovare, non lo capivi? Perchè non ti arrendevi? Ti avevo implorato, ma tu avevi mostrato resistenza, perciò l'unica via era forzati a lasciarti andare, a me, a te stesso.
Respira. Il fiato corto, un sussulto incontrollato ad ogni bacio fermato e ripreso. Non soffrivi? Sì, la risposta era questa, allora cosa stavi chiedendo? Conforto o dolore? Perchè la loro barriera si infrange, sempre e comunque, perchè noi stavamo iniziando a conoscere queste sensazioni, perchè erano complementari e vivere senza è impossibile, lo sappiamo.
Sussurri pronunciati senza voce, mi stavi domandando ancora qualcosa, con timore, con coraggio, con la debolezza di un sentimento ormai stanco di sforzarsi. Quella notte, potevi amarmi, come il calore dell'ultimo bagliore del tramonto, come il gelo delle stelle, come il vento che smuoveva la città, come le tue emozioni desideravano e come il tuo controllo fosse venuto meno, avresti potuto urlare in silenzio e tenerti stretto a me.
Consumami. Sarei impazzito se tu lo avessi voluto, ti promisi che lo avrei fatto, ti promisi ogni cosa senza sapere cosa fosse veramente tutto. La mia mente? Il mio corpo? Forse non importava, forse era meglio che non conoscessimo entrambi il vero significato di quella parola, poichè poche lettere racchiudono pericoli e meraviglie ed io non volevo svelare i loro segreti prima del tempo, prima che mi potessero stupire e stravolgere come tu eri riuscito a fare.
I nostri sguardi si sfioravano ed i miei occhi erano prigionieri dei tuoi, quel bagliore verdastro non aveva ancora abbandonato le tue iridi, la sensazione di star camminando in punta di piedi sul bordo del nulla era ancora presente: tu eri lì, non più in bilico, non più fuggevole come ti avevo sempre visto, illuso dai miei stessi sentimenti, sopraffatto, ma piuttosto eri reale, privato di ogni maschera che mai ti avessi imposto.
Mi potevi permettere un'ultima richiesta, non è vero?
Appartienimi, nell'istante in cui non saresti riuscito a respirare, nella sicurezza di un abbraccio tremante, ma dovevi essere sincero, dovevi porgermi la tua mano e non esitare, avresti dovuto tenere salda la stretta e non preoccuparti che potesse indebolirsi ed io ti avrei rivelato di non doverti promettere nulla: io già ti appartenevo.
Le mie dita scivolarono sulla coperta, ne tastarono il tessuto ruvido ed infine giunsero ad avvolgere il tuo fianco, in quel momento mi fermai.
Espirai con lentezza ed iniziai a sentire un tepore famigliare sulle guance, il quale era straordinariamente comparso anche sulle tue e ti aveva fatto arrossire in quel modo che solo io potevo conoscere. Dalla punta del naso, le tue lentiggini risaltavano su quella tinta più che rosata, le tue palpebre socchiuse lasciavano intravedere un luccichio che, in pochi secondi, si rivelò essere gocce, brillanti, ingenue, che al solo tremito delle tue labbra strariparono e colarono portando con loro quel che restava della freddezza che avevi dimostrato quel giorno.
《Kacchan, aiutami...》e le tue braccia si aggrovigliarono, salirono attorno a me scatenando brividi che prima di allora non avevo mai provato. Sconosciuti, mi risvegliarono da un sonno in cui eravamo caduti entrambi molto tempo addietro; potevi avermi, se era ciò che volevi, ma in cambio avresti dovuto ricordarmi cosa mi avesse davvero condotto fino a quel punto di non ritorno che avevo rifiutato e desiderato tante volte.
Mentre mi tenevi, mentre la tua mano arrivava ad afferrare alcune ciocche dei miei capelli, pensai di non star sbagliando a darti di più, a darti molto, a darti troppo.

Attesi un tuo sussulto ed in pochi istanti mi permisi di cedere al controllo e a lasciare spazio al suo opposto al contempo. Pazzia? Ragione? Perchè non entrambe?
Apristi di poco la bocca per respirare, chiudesti gli occhi e ti abbandonasti sul materasso con leggerezza.
Adesso, mi dissi.
Un bacio a fior di pelle tra il collo e la spalla destra, un altro poco più un alto e così fino a sentire il tuo respiro incominciare a cambiare e solo a quel punto mi concessi di giungere alle tue labbra. Veloce non abbastanza, quel contatto divenne movimentato. Mi seguivi ad ogni pressione, sentivo la tua pelle d'oca man mano che il mio palmo percorreva il tuo busto, il petto, ma non fui io a gettare la t-shirt a terra.
Con un'iniziativa inaspettata, ti liberasti di quel vestito per poi precipitarti tra le mie braccia ed afferrare la mia di maglia; ti precedetti e mi sollevai per sfilarmi l'indumento. Così, proprio mentre ero con i gomiti alzati e bloccati all'altezza della testa tra la stoffa, qualcosa mi toccò. Restai bloccato per alcuni secondi lasciandoti, a respiro trattenuto, indagare sul mio corpo. Dal ventre, le tue dita salirono ed arrestarono la loro corsa nel preciso punto sotto il quale il mio cuore prese a pulsare con sempre più insistenza. Era affannato, ma incredibilmente pronto ad accogliere ogni nuova emozione e quella notte stavo imparando così tanto su di me, su di te, su di noi, che oramai era inutile far distinzione: sarebbe rimasto così, sotto forma di ricordo, un insieme indistinto di brividi, di respiri, di pensieri inafferrabili.
Una volta fatta scivolare la maglia dalle braccia, il tuo volto si mostrò ancora memore delle lacrime versate e di quelle appena scese, ne erano segno la palle umida sotto agli occhi, le iridi brillanti.
Ti eri tirato su poggiando sul braccio sinistro, il destro stava teso verso di me, la tua mano stava coprendo al meglio che poteva il mio cuore. Avevi deciso, non è così? Me lo avresti lasciato, ma non senza far in modo che restasse una tua traccia su di esso.
Posai il mio palmo sul dorso e tenni stretta, tanto stretta, quella mano mentre mi avvicinavo e tu indietreggiavi fino a toccare le coperte. Mi rivolgesti uno strano sguardo, quasi triste, quasi felice, quasi stupendo quanto lo era stato sotto un cielo stellato, giorni e giorni addietro, accompagnato da dichiarazioni pericolose. Io, per contro, ti guardai famelico, non solo delle tue labbra, ma di ogni tuo particolare. Semplicemente, smisi di attendere.
Un secondo bacio, più profondo, con forza, con bramosia, con attenzione, divenne l'inizio di un'attesa inaspettata, capace di dovorarci.
Sarebbe stato sufficiente? Sentivo che non sarebbe stato abbastanza, senza certezza, ma ne ero coscente e tu dovevi sapere che sarei stato in grado di mutare, di rivelarti le risposte e le domande che da sempre tenevo celate solo per tenerti al sicuro dalla realtà. Lontano dal mondo, dovevi perderti, sì, ma non in te stesso, bensì in me.
Ormai necessitavo d'aria nonostante il desiderio e fui costretto a scostare piano le nostre bocche, tra un ansimo e l'altro, dopo di che non volli indugiare. Nessuna esitazione, conoscevo che punti sfiorare, quali torturare e quali evitare fino a farti male ed oltrepassare la soglia della sopportazione.
Pensa solo a me, non esiste altro se non noi, non attendere il ritorno del gelo perchè io non sono in grado di darti questo, non adesso.
Circondai una tua coscia e la portai a piegarsi, lo stesso facesti tu con l'altra permettendomi di sovrastarti completamente una volta che le tue gambe furono divaricate.
Trasportai la tua mano fino alla mio viso e, dopo una veloce carezza, andasti istintivamente a stringere i miei capelli nuovamente ed io calai su di te tracciando un umido percorso dalla clavicola ad un punto rosato particolarmente sensibile: i miei denti circondarono il tuo capezzolo e tu tremasti nella mia presa.
I miei baci discesero lungo il fianco, i minuti assunsero forma di veloci istanti, accompagnarono i tuoi battiti, così, torturare il tuo ventre e disseminarlo di delicati morsi sentendo le tue dita aggrapparsi alla mia chioma chiara, sfilare i pantaloni della tuta, riscoprire ogni tua reazione, tutto questo riportò la mia mente indietro. Era sempre stata questa la sensazione? Non vi era mai stato nulla di meno?
Si era accresciuta con la nostra attesa, con la tua mancanza, con la mia confusione, non si era curata di noi, forse conosceva le nostre debolezze e forse per questo motivo era divenuta impossibile da trattenere.
Ti contorcevi appena, impaziente, ma con la mente guardavi alle tue spalle come se il mondo ti dovesse crollare addosso; magari avevi ragione, ma non avresti pagato nulla per far affidamento su di me. Ti avrei protetto, quindi dovevi mettere da parte la paura dell'ignoto perchè io, come te, non sapevo cosa ci attendesse.
Impallidisti ed io arrossii, ci imbarazzamno e riscoprimmo che, in fondo, avevamo entrambi trovato l'uno nell'altro qualcosa di inestimabile valore: un posto sconosciuto, ma dal calore famigliare che da sempre ci apparteneva.

Adesso, ricordi cosa ti avevo detto? Io ti amavo, sì, ma non si trattava solo di questo, si trattava di qualcosa di difficile da spiegare poichè privo di senso, eppure io lo sentivo, un sentimento terrorizzante si stava muovendo in me, distruttivo e meraviglioso...ed io avevo deciso di seguirlo.



Hey, sono tornata😄
(Purtroppo oggi ho avuto problemi con la connessione internet e non ho potuto aggiornare prima.)

Come va? Non vi siete presi il raffreddore come me, vero?😅

...

Giusto per curiosità...

ma vi siete resi conto che mancano ancora 7 mesi all'uscita della quarta stagione di BNHA?
Meno male che ci sono i manga e posso andare avanti con la storia😥
Voi seguire la serie o leggete i manga? Fate entrambe le cose come me?

Restando in tema, avete visto il film "Two heroes"?
Non faccio spoiler, mi limito a dire che , ovviamente mi è piaciuto, la parte finale, dal punto di vista grafico, è stupenda, ma sinceramente mi aspettavo più spessore dal punto di vista caratteriale e psicologico degli antagonisti. Non é una critica, in fondo non voglio cercare l'ago nel pagliaio, perciò devo dire che mi ha soddisfatto, ma riservo grandi aspettative per quanto riguarda il continuo della storia.



EVEN IF (Bakudeku / Katsudeku)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora