The return-8

884 35 0
                                    

Infilai la chiave nella serratura e la girai il più piano possibile. Era tardi ormai e tutti erano a letto, eccetto Brad, che pur di sapere il minimo dettaglio della serata avrebbe passato la notte in bianco. Entrai e con movimenti lenti e delicati appesi la borsa e il cappotto all'appendiabiti. Tolsi le scarpe saltellando il più leggero possibile su un piede per evitare di cadere. A piedi scalzi e con passo felpato andai verso il salotto. Cream e Honey erano accucciati davanti al camino ormai spento e dormivano tranquillamente. Invece, sul divano, c'era Brad che si era appisolata. Venni invasa da un'idea per me brillante ma anche un po' sadica. Mi avvicinai lentamente come una tigre alla sua preda, e poi, ci balzai sopra silenziosamente. Vidi solo Brad fare un salto dal divano che i circensi ci facevano un baffo. Cominciai a ridere silenziosamente mentre lei a tremare. Mi tirò schiaffi sulla spalla ma io continuavo a ridacchiare come una dannata, e il bello è che dovevo anche contenermi, altrimenti avrei svegliato non solo Jacob e Tim ma tutto il palazzo. <<sei proprio una scema>> sussurrò lei con sguardo arrabbiato e spaventato. <<oddio Brad.....ti dovevi vedere>> dissi io tra una risata e l'altra. Non appena ci fummo calmate tutte e due dalle risate e dallo spavento, ricominciammo a parlare da persone serie. <<allora, com'è andato il tuo appuntamento con il famoso Spencer?>> chiese lei con fare romantico. Sospirai <<E' stato fantastico Brad, ci scambiavamo sguardi che pur durando pochi secondi, a me sembravano durare un'infinità di tempo>> ero ormai persa nei pensieri di quella magica serata. Il mio primo appuntamento, se così si può definire, gli sguardi tra me e Spencer. Le nostre chiacchierate, la sua voce profonda e il suo sorriso semplicemente maestoso. <<mi fa piacere>> rispose lei con un mezzo sorriso. <<cosa c'è che non va?>> chiesi io preoccupata. <<niente>> era indifferente e non mi guardava negli occhi, cosa che faceva quando mi stava nascondendo qualcosa. <<Braaad>> dissi io scocciata. <<ok ok ok.....è proprio impossibile nasconderti qualcosa eh>> affermò arrabbiata. <<perché ti conosco da anni ormai e so come sei fatta>> feci spallucce. La sentii sbuffare per poi cominciare a raccontare. <<oggi, mentre tu eri in biblioteca sono andata al parco con Jacob, e mentre lui stava giocando, ho incontrato....>> abbassò il capo e la voce cominciò a essere strozzata dalle lacrime. Non serviva che continuasse visto che già avevo capito. Strofinai la mia mano sulla mia schiena mentre lei si lasciò andare dalle lacrime. L'abbracciai e poggiai la mia testa sulla sua spalla. Rimanemmo in silenzio. A volte rimanere in silenzio è la miglior cosa da fare. Erano le due del mattino. Faceva freddo infatti ci coprimmo con il plaid che trovammo nel cassetto del mobile accanto al divano. Stavamo diventando due statue di ghiaccio. <<vuoi una camomilla?>> chiesi io. Annuì singhiozzando. Mi alzai dal divano e andai verso la cucina. Riempii il bollitore d'acqua e lo misi sul fuoco, e mentre aspettavo che bollisse, mi poggiai al piano di marmo e pensai. Ovviamente i miei pensieri erano rivolti tutti a Spencer, però mi soffermai anche su quel cretino di Julian. Che cosa ci faceva di nuovo a Washington e che cosa voleva da Bradley? L'aveva lasciata quasi due anni fa spezzandole il cuore. Brad ne era ancora innamorata e su questo avrei messo le mani sul fuoco, perciò non avrei permesso che lui la facesse soffrire di nuovo. Sole lei, e anche io che le sono stata accanto possiamo capire quanto ha sofferto. E poi, nella mia mente si istaurò il viso perfetto, dolce, tenero, timido, ingenuo di quel cervellone di Spencer. Sospirai al pensiero di quella serata semplicemente fantastica. Gli sguardi, le chiacchiere, le risate, i discorsi, era stato tutto così perfetto che non facevo altro che sorridere per la felicità. Mi sentivo bene. E' come se Spencer avesse occupato quella parte vuota del cuore che mi serviva per raggiungere la vera gioia. Volevo urlare al mondo la mia contentezza, dire quanto era bello "prendersi una cotta" per qualcuno. Però, visto le circostanze in cui era Brad non mi sembrava proprio il caso. Il giorno dopo era sabato, ovvero, la stessa mattina visto che erano le due passate, avrei telefonato mia madre visto che era il suo giorno libero, e le avrei raccontato tutto. <<Brooook>> vidi solo sventolare una mano davanti al mio viso. <<si>> dico riprendendomi. <<la camomilla>> alzò le tazze già riempiti. Risi per poi mimare uno scusa con la bocca. Lei scosse la testa come per dire "non posso fare affidamento su te" oppure "senza la meraviglia". Ci sedemmo sulle sedie del tavolo e cominciammo a girare i cucchiaini nelle tazze bollenti e ancora fumanti. <<ti piace ancora non è vero?>> interruppi quel silenzio un po' inquietante in cucina. Lasciò che le sue labbra sospirassero. <<si. Nonostante tutto quello che mi ha fatto, non posso che non amarlo. Ho provato a dimenticarlo Brook, ma non ci sono riuscita. Penso giorno e notte a lui. Non ce la faccio più. A volte penso che lui ritornerà da me, da noi, ma altre volte mi rassegno e sfogo nel pianto>> sorseggiò il liquido. Ne ero sicura. Dietro la Brad pazza e allegra c'era la Brad che soffriva per amore. Decisi di cambiare argomento anche perché non avevo voglia di vederla così giù di morale. Era la sua migliore amica, e da tale, dovevo cercar di far pensare il meno possibile alle cose che la facevano star male, così incentrai il discorso su quel viaggio che avremmo dovuto far non so dove. <<come procedono le ricerche per il viaggio programmato a novembre?>> chiesi io mostrandomi allegra, nonostante la stanchezza che si accumulava secondo dopo secondo. Si riprese subito drizzandosi sulla sedia. <<allora, ho cambiato meta. Ho pensato a qualcosa di più rilassante, tipo svago per la mente, che però possa anche far divertire anche perché Jacob viene con noi>> cominciò lei. La guardai interrogativa. <<ok, ho capito. Vado a prendere il computer>> si allontanò e dopo nemmeno due minuti si presentò con il computer in mano. Digitò qualcosa sopra e poi lo girò verso di me. La scuola, il lavoro, i pomeriggi indaffarati. La tua vita è in continuo movimento. Prenditi una pausa! Apri il computer e prenota per un fantastico viaggio a San Domingo e troverai la pace fatta persona. Dopo aver letto quello stupido slogan, avevo l'aria ancora più interrogativa di prima. Brad invece aveva gli occhi che brillavano dalla gioia. <<eh....che ne pensi?>> era euforica. <<che dire.......fantastico, no?>> mi sarei messa in quella che ben o male sarebbe stata un'esperienza che non avrei mai più dimenticato. San Domingo non era uno dei viaggi che rientravano nel mio itinerario ma perché no, sarebbe stata comunque una bella esperienza, soprattutto se fatta con le persone cui vuoi bene. 

Biblioteque in love~Spencer Reid ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora