7 hour- 23

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Voglio rivederti ancora. Quelle parole frullavano nella mia testa ogni secondo che passava di più. Ripensavo al tono dolce e ingenuo di Spencer mentre riempivo il foglio davanti a me con il suo nome, accompagnato da teneri cuori. Portai lo sguardo sull'orologio. Uff. Era quasi l'una di pomeriggio, ed in effetti me ne accorsi anche perché il mio stomaco stava incominciando ad essere affamato. Mancavano circa venti minuti alla fine delle lezioni e sette ore all'appuntamento con Spencer. Quella mattinata sembrava infinita. Non era mai successo prima che io mi distraessi da ciò che il professore diceva e ne tanto meno mi ero mai messa a scarabocchiare su un foglio durante gli orari scolastici come quelli universitari. Spencer aveva acceso qualcosa in me che era stato per ventitré anni spento, a riposo. Era strano ma allo stesso tempo piacevole. Con il passare dei mesi e con i vari tentativi di bacio che ci furono tra me e lui, incominciai a pensare che anche "il genio" fosse interessato a me. Ogni decimo di secondo pensavo a lui, e questo andava avanti per ore ed ore. Mi chiudevo in quel mondo dove eravamo io e lui, vicini vicini, uno accanto all'altro, su quel nostro piccolo pianeta, a guardar le galassie, le stelle sparse nello spazio, la luna e gli altri pianeti che giravano attorno a noi. Sarebbe stato fantastico, solo se fosse stato vero. Però, purtroppo, quella era solo l'irrealtà. Quella realtà immaginaria, che tu non puoi vedere ne toccare con mano, ma che puoi solo creare e disegnare mentalmente e a volte, puoi anche sperare che accadi. Chissà se a me quella irrealtà sarebbe diventata vera e propria realtà. Lo desideravo con tutta me stessa, come desideravo avere al mio fianco Spencer. Ma, come mi ripeteva costantemente mia madre, <<non si può avere tutto dalla vita>, e su questo, ha perfettamente ragione. Però, io ci credo, anche se poco, in me e Spencer, intendo sul fatto che possa sbocciare un...amore.

<<e cosa hai deciso di indossare?>> mi chiese Brad mentre masticava il suo hamburger da cui cadevano patatine fritte ogni volta che lo mordeva. <<dio Brad, possibile che tu pensi solo a come possa apparire una persona? Certo, anche quello è importante, però quello che a me preoccupa è come andrà la serata>> dissi io in preda alla disperazione. La mia migliore amica posò il suo hamburger nel rispettivo scatolino di carta, e, subito dopo, poggiò una mano sul mio braccio, accarezzandolo dolcemente. <<sono sicura che sarà una serata stupenda e che fili tutto perfettamente>> mi rassicurò lei. Le sorrisi. Per un attimo la mia mente si alleggerì, come l'ansia che mi sopprimeva il petto, però, subito dopo, cupi pensieri occuparono la mia testa, facendomi sprofondare in quella Brook pessimista. <<no Brad, andrà tutto storto. Sarà imbarazzante perché ha provato a baciarmi diverse volte ma ogni volta che ci ha provato sei entrata tu, interrompendo quel momento romantico che si era creato. Non ti sto dando la colpa, anzi, forse se non avessi interrotto quei momenti sarebbe stato un vero e proprio disastro per->> mi interruppe lei. <<dio amore e quanto sei pessimista. Adesso ho capito perché ti è sempre piaciuto tanto Leopardi>> disse lei sfinita da tutte quelle mie preoccupazioni inutili. <<la devi prendere con più leggerezza tesoro....con più filosofia>> continuò lei cercando di rassicurarmi. <<andrà tutto bene, ne sono sicura. Adesso però mangia perché sennò si fredda...su>> mi invogliò lei facendomi anche ridere. E così, cominciai a mangiare, anche se i pensieri cupi e pessimisti continuavano a tormentarmi.

Era quasi ora. Era questione di minuti e il suono di quel campanello sarebbe riecheggiato nell'appartamento silenzioso. Si, Jacob era dal padre e quella notte avrebbe dormito da Julian. I rapporti tra lui e Brad si stavano riavvicinando. Lei non ce l'aveva quasi più con il ragazzo, e Julian si era scusato più di una volta. Diciamo che i loro rapporti si erano riappacificati. Mi aggiustai il colletto della camicia che avevo indossato quella sera. Come tutte le volte, avevo optato per un jeans semplice e una camicia bianca, con sopra un maglioncino rosa chiaro. Sospirai e, dallo specchio, vidi alle mie spalle, poggiata alla cornice della porta Brad. Sorrideva e stringeva tra le mani la catenina che aveva al collo. Mi girai e lei mi sorrise, anche se malinconicamente. <<che c'è?>> chiesi io vedendo i suoi occhi completamente lucidi. <<niente...è solo che ho paura che....>> lasciò la frase in sospeso, abbassando il capo. <<Brad, lo sai che con me puoi parlare di tutto. Non mi far stare sulle spine>> esclamai io impaziente. Mi guardò di nuovo. <<ho paura che Spencer possa farci allontanare. Ma non lui, il rapporto che avete e che state costruendo.....non>> non riuscì a finire la frase perché cominciò a piangere silenziosamente. <<ma come puoi pensare una cosa del genere? Tu sei la mia migliore amica. La sorella che non ho mai avuto. Spencer non potrà mai farci dividere. Ti voglio troppo bene e non riesco nemmeno ad immaginare la mia vita senza di te. Sei un pezzo del mio cuore.....Brad>> sospirai anche io sul punto di piangere. Mi abbracciò. <<sono fortunata ad averti come amica......Spencer non poteva innamorarsi di una ragazza migliore di te perché non esiste>> e queste parole bastarono per far piangere anche me. E' incredibile come delle semplici parole riescano ad arrivare dritte al cuore riscaldandotelo tutto e facendoti emozionare tanto da piangere per la felicità. <<ma chi te lo dice che Spencer è innamorato di me?>> chiesi io asciugandomi le lacrime cadute. <<sesto senso di migliore amica>> rispose lei ovvia. <<davvero? E se si sbagliasse il tuo sesto senso?>> ribattei. Storse la faccia. <<raramente. E questa sera mi dirai se non ho ragione>> mi fece l'occhiolino. <<Brad>> esclamai lanciandole un cuscino contro. Ridemmo per poi ritornare serie non appena sentimmo il suono del campanello. Mi drizzai e spontaneamente guardai Brad. <<tranquilla. In bocca a lupo e vedi che andrà tutto alla perfezione>> rispose lei stampandomi un bacio sulla guancia. Mentre stavo per uscire dalla mia camera sentii chiamarmi di nuovo. <<Brook, è davvero un citrullo se si lascia scappare una come te>> mi sorrise. Ricambiai il sorriso e lasciai la stanza, per poi lasciare l'intero appartamento. 

Biblioteque in love~Spencer Reid ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora