<<ziaa>> sentii pronunciare questa parola da una vocina fin troppo familiare. Mi voltai e vidi il volto della mia migliore amica che mi rivolgeva un cenno con la mano, accompagnato da un grosso sorriso, e il piccolo Jacob che mi correva incontro. <<ciao tesoro>> dissi alzandolo da terra. Un risolino uscì dalle sue labbra, riecheggiando in quella giornata autunnale ma soleggiata. Mi cinse con le sue manine il collo ed io lo abbracciai forte a me. <<pronto a passare una serata super divertente con la tua zietta un po' pazzerella?>> gli dissi facendo il solletico. E mentre rideva a crepapelle rispose un flebile <<si>> divertito. <<ciao tesoro>> esclamò Brad con un gran sorriso sulle labbra, abbracciandomi forte. <<ciao>> risposi io baciandole la guancia. <<hey tesoro, perché non vai a giocare mentre la mamma e la zia parlano?>> chiese Brad al piccolino. Lui annuì e corse verso lo scivolo.
<<grazie per aver accettato di tenere Jacob questa sera da te>> mi ringraziò una volta sedute su una panchina. <<figurati. Sai che mi fa piacere>> le risposi sorridendo. <<questa sera Tim ha detto che ha una sorpresa per me. Sono curiosa e euforica all'idea...non vedo l'ora>> esclamò battendo le mani. <<ed anche io sono contenta di vederti così felice...mi fa davvero piacere>> lei sorrise e mi abbracciò. Per qualche minuto non parlammo, rimanemmo in silenzio osservandoci attorno. C'erano genitori che giocavano con i propri figli, giovani mamme che passeggiavano tra le foglie secche cadute dagli alberi trascinando davanti a se passeggini, padri che spingevano i loro bambini sulle altalene e coppie di anziani seduti sotto gli alberi a leggere libri. Sospirai al pensiero che tra qualche mese a quella parte, anche io avrei potuto camminare trascinando davanti a me il passeggino; che da qualche anno a quella parte avrei potuto anche io spingere mia figlia dall'altalena o semplicemente aiutarla a fare i castelli di sabbia. <<tutto ok?>> chiese Brad riportandomi improvvisamente alla realtà. Annuì con poca convinzione. La sentii sbuffare. <<oddio....odio quando devo tirarti le parole fuori dalla bocca. Dai, non farti pregare....ti prego>> incrociò le mani a mò di preghiera. Alzai gli occhi al cielo e cominciai a raccontare. <<oggi ho avuto l'ecografia>> esordii scorticandomi le mani nervosamente. <<oddio. E' vero! Che stupida che sono...non ti ho nemmeno chiesto com'era andata...perdonami>> gridò lei esasperata e desolata. <<tranquilla, non fa nulla>> risposi ridendo della sua reazione. <<e com'è andata? Tutto ok? Hai saputo il sesso?>> cominciò a parlare a raffica, sputando una domanda dopo l'altra. <<si, è andato tutto bene e si, ho saputo anche il sesso>> non riuscii a trattenere un sorriso, che mi sbucò immediatamente sulle labbra, ripensando alla voce emozionata di Spencer che mi sussurrò nell'orecchio <<è una femminuccia>> e mentre lo pensai, lo esclamai ma con voce flebile e sottile, come se stessi mormorando qualcosa. <<cosa?!>> chiede Brad curiosa. <<è una femminuccia>> ripeto felice. Un urletto esce dalle sue labbra e subito dopo comincia a battere le mani, mentre si fionda su di me abbracciandomi calorosamente. <<mio dio Brook, sono così contenta per te...non posso crederci. Sarò zia di una bellissima bimbetta!>> esclamò con gli occhi a cuoricino. <<dai su, andiamo a festeggiare...c'è un bar a pochi isolati da qui>> aggiunse alzandosi di scatto. <<Jacob>> chiamò il piccolo che subito corse verso di noi. <<ti va la crepes con la nutella?>> gli chiesi io facendogli l'occhiolino. Annuì con un gran sorriso. <<hey, lo sai che stai per avere un piccola cuginetta?>> gli fece Brad mentre camminammo lungo il parco. Jacob la guardò stupita e poi guardò subito dopo me, e così cominciò a fare una miriade di domande, come per esempio "potrò insegnarle a disegnare?" oppure "potremmo giocare insieme al parco" o anche "di sicuro, gli insegnerò a giocare con le macchinine" e così scoppiammo tutte a ridere.
Il pomeriggio al parco era terminato. Brad era tornata a casa da sola, con Tim che l'aspettava assieme ad una proposta di matrimonio, ed io invece ero tornata a casa con il piccolo Jacob, che non faceva altro che domandare sulla sua cuginetta. Ero in cucina, a preparare la cena, invece il piccolino era con Spencer. Non avevo idea di cosa stessero facendo, però lo sentivo ridere a squarciagola, e quella risata mi stava sciogliendo il cuore. E pensare che da lì a breve, ogni giorno quella risata così carina e tenera, avrebbe riempito le nostre giornate. Sfornai il pollo con le patate e lo misi al centro della tavola. <<ragazzi...è pronto!>> esclamai mentre cominciai a tagliarlo in pezzi più piccoli. Non ebbi nessuna risposta, solo tante risate. <<Spencer, Jacob...la cena è pronta!>> riprovai di nuovo, ma in cambio ricevetti altre risate. Così posai la teglia sulla tavola e mi incamminai verso la camera, il posto dalla quale provenivano tutte quelle risate. La porta era socchiusa, così mi affacciai. Vidi una lunga coperta bianca che ricopriva lo spazio tra il letto e la scrivania, attaccata con delle mollette ad una sedia, per mantenere la forma della "tenda" che avevano idealizzato. E stesi al di sotto della "tenda", c'erano Spencer e Jacob, immersi tra i cuscini del divano e del letto. Spencer stava leggendo una storia, in modo molto simpatico, imitando tutte le voci dei personaggi, e Jacob che rideva come un pazzo, sdraiato supino e sul punto di cadere nel sonno più profondo. A quell'immagine il mio cuore si sciolse letteralmente, facendo scomparire tutte le paure che avevo, tutti i dubbi che avevo. Vedere Spencer nelle vesti di "papà" era stata la cosa più bella che avessi mai potuto vedere, e il pensiero che da lì a cinque mesi lo sarebbe diventato, mi fece venire in mente un solo pensiero "sarà un papà speciale....molto speciale"
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Biblioteque in love~Spencer Reid ❤️
ChickLitEra andata in giro per il mondo in cerca dell'amore, quando la sua anima gemella era sempre stata lì