La mattina di Natale era finalmente arrivata. Le cime delle montagne circostanti erano tutte ricoperte di bianco, a causa della forte bufera di neve della sera precedente. Dagli alberi, ormai rinsecchiti e spogli, cadevano pesanti pezzi di neve che finivano sul suolo coperto da un manto bianco, soffice e morbido. Il forte gelo della notte aveva formato, sotto il tetto, le famose stalattiti. Sembravano delle vere e proprie sculture di ghiaccio; perfettamente scolpite e rifinite. E questo era il panorama che si poteva ammirare dal grande finestrone del salotto che affacciava sul giardino. Quella mattina, in casa Casey, si rispettava a tutti gli effetti il Natale. Ci si era riuniti tutti nel grande salotto, dove sotto il famoso albero di Natale, ci attendevano i regali. E così, sulle note di Jingle Bells, tutta la famiglia cominciò a tirare via la carta dai pacchi ed ammirare e apprezzare con gioia tutti i pensieri che avevamo fatto l'un l'altro, oltre che a scambiarsi baci sulle guance augurandosi a vicenda un "buon Natale". Devo anche dire che, con mia grande sorpresa, i regali che avevo comperato per ogni membro della mia famiglia, erano stati apprezzati con piacere. Soprattutto da Spencer. Non appena tirò via la carta regalo e vide ciò che conteneva, sorriso emozionato e mi stampò un bacio sulle labbra. <<è stupenda....è proprio quella che desideravo>> questo era proprio quello che volevo sentir uscire dalla sue labbra non appena avrebbe visto la sua nuova scacchiera. Purtroppo quella precedente si era spezzata in due, anche perchè era leggermente vecchiotta. E così, sapendo che gli scacchi, per Spencer, erano una delle cose che più amava fare, pensai bene di regalargli una nuova scacchiera, così da poter cominciare a giocare di nuovo. Si chinò dove c'erano gli altri regali e ne prese uno, porgendomelo subito dopo. <<questo è per te>> sussurrò al mio orecchio. Lo presi e lo scartai con delicatezza e lentezza. Rimasi a bocca aperta quando vidi ciò che la busta conteneva. <<Spence....non dovevi....io....>> rimasi completamente spiazzata, e quell'oggetto delicato che avevo tra le mani, tremolanti per l'emozione, mi aveva fatto completamente perdere l'uso della parola. La presi con molta cura, con timore, come se avessi paura che si rompesse da un momento all'altro. Era una collana. Si, lo so, vi starete chiedendo il perchè una collana può avere un valore, ma soprattutto, un significato così importante...così sacro! Quella collana non era come tutte le altre collane, che si trovano con facilità in gioielleria. Quella collana era speciale, unica. Apparteneva alla mamma di Spencer, Diana. Vidi, si e no, quattro o cinque volte quella donna da quando io e Spencer stavamo assieme. Era così dolce e così buona. Insegnava letteratura all'Università, e quelle poche volte che ci siamo viste, abbiamo sempre discusso di romanzi. Purtroppo, a causa della sua schizofrenia che peggiorava con il passar del tempo, Spencer è stato costretto a mandarla in una casa di cura a Las Vegas, dove passava il resto dei giorni scrivendo lettere sia a me che a suo figlio. Quella collana, che io tenevo tra le mani come fosse l'oggetto più prezioso sulla terra, la portava sempre al collo. Era un ricordo della sua giovinezza, di suo marito. Gliel'aveva regalata alla nascita di Spencer, del loro unico figlio. Era semplice, un catenella sottile e lunga con un ciondolo al centro, che poteva aprirsi. Quando lei la portava al collo, c'erano le foto di suo figlio. Quando me la regalò a Natale, c'erano due fogliettini, contenenti una frase della Montessori riguardante l'educazione dei figli "questo è il nostro obbligo nei confronti del bambino: dargli un raggio di luce, e seguire il nostro cammino" Un sorriso comparve sulle mie labbra, alla lettura di quella frase, e le lacrime riempirono gli occhi. <<è bellissimo>> mormorai emozionata, stringendo la preziosa collana nella mano. <<ah...dimenticavo questa>> infilò la mano nella tasca e ne estrasse una busta da lettere, ingiallita, e me la porse. <<l'ha scritta per te, e mi ha incaricato di consegnartela a Natale e non aprirla prima del tempo>> la presi e ringraziai il mio moroso con un bacio sulla guancia. Non la lessi subito, volevo aspettare la fine di quel giorno. Volevo aspettare che la notte calasse sulla città, oscurando le strade, le campagne....tutto. Volevo leggerla sotto le coperte, con la luce soffusa della lampada sul comodino e il chiaro di luna dalla finestra.
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Biblioteque in love~Spencer Reid ❤️
ChickLitEra andata in giro per il mondo in cerca dell'amore, quando la sua anima gemella era sempre stata lì