Hello, Calgary-45

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Dopo svariate ore di volo, finalmente eravamo in Canada. Atterrammo all'aeroporto di Calgary e, non appena scendemmo, venimmo invasi dall'aria frizzante e mite di quel favoloso posto. Eravamo entrambi emozionati all'idea di visitare quel luogo magnifico. Dopo aver preso i bagagli, prendemmo la navetta che ci portò nel centro della città.

Calgary era una città molto moderna, ma in alcuni tratti si poteva vedere la sua storia. Era sempre piena di turisti che provenivano da tutto il mondo. Si affacciava su un lungo fiume, sulla quale era stato costruito un ponte molto particolare che permetteva di passare da una sponda all'altra. Camminavamo da svariati minuti, quando finalmente riuscimmo a trovare l'hotel nel quale avremmo soggiornato per una settimana.

<<buongiorno e benvenuti a "Calgary home">> non appena entrammo venimmo braccati da una ragazza che ci diede il benvenuto nell'hotel. Era sulla trentina, con lunghi capelli biondo platino, un rossetto rosso acceso che risaltava le sue labbra gommose e di plastica e infine, i suoi occhi dolci abbindolavano chiunque assieme ai suoi gesti e parole persuasivi. Mi girai verso Spencer e vidi che pendeva un po' troppo dalle parole di questa ragazzina. <<vi lascio le nostre brochure dove sono indicati e posti più gettonati di questa città>> disse porgendoci i due manuali. Il mio caro fidanzatino stava allungando la mano quando gli tirai uno schiaffetto e <<no no, grazie. Abbiamo già un programma stabilito....grazie comunque>> risposi io con un sorriso leggermente malefico sulle labbra. Presi per il braccio il mio futuro marito e lo tirai con forza verso la hall. <<ahi>> si lamentò lui. <<perché sei stata così violenta?>> domandò lui massaggiandosi il braccio. <<io violenta?! E tu perché non facevi altro che fissare il volto di quella ragazza, concentrandoti soprattutto sulle sue labbra rosso fuoco? Non pensavo ti piacessero quelle donne>> mi giustificai mettendo le braccia conserte. Lo vidi sorridere. Mi abbracciò da dietro e mi sussurrò nell'orecchio. <<mi piace quando fai la geloso>> ridacchiò lui. <<stupido>> sussurrai io slacciando le braccia dal mio ventre. <<dai, stavo scherzando....non mi sarei mai fatta abbindolare da quella. Ho occhi solo per te e per il nostro piccolino>> sfiorò la mia pancia con le dita. Sorrisi ma cercai di non darlo a vedere. <<ti ho visto>> rispose lui e mi diede un bacio.

<<ecco qui le chiavi della vostra camera, la 412>> il Signor Freeman ci consegnò gentilmente le chiavi e si offrì di accompagnarci in quest'ultima. Si trovava al quarto piano e ringrazio dio che ci fosse l'ascensore. Non sarei mai riuscita a far quattro piani di scale. <<eccoci arrivati>> sospirò l'uomo infilando la chiave nella serratura. <<prego>> aprì la porta e lasciò che noi entrassimo. <<per qualsiasi urgenza, basta digitare il numero della hall scritto dietro la porta e noi saremmo reperibili ventiquattro ore su ventiquattro. Buon soggiorno>> lo ringraziammo e lui lasciò la stanza. Questa era davvero stupenda ma soprattutto perfetta per una coppia come me e Spencer. Antica ma allo stesso tempo moderna. Potevi annusare il profumo dei mobili antichi e osservare i bellissimi quadri di arte moderna ispirati ad opere di Warhol e Picasso. Per non parlare dei libri dalle pagine ingiallite e dalla scrittura microscopica appoggiati sulla scrivania. <<è stupendo>> sussurrò Spencer prendendo un libro così delicatamente pensando fosse il diamante più prezioso al mondo. <<cosa? Il libro o il fatto che per la prima volta siamo in vacanza in due....due e mezzo?>> chiesi io ridacchiando e accarezzandomi il ventre. Mi guardò e con un sorriso rispose <<entrambi>> e così, ci baciammo.....appassionatamente tanto che metà del pomeriggio andò perduto, però ne valse la pena.

Biblioteque in love~Spencer Reid ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora