Ed anche quel pomeriggio lo passai in biblioteca, tra le pagine di quelle enciclopedie maestose, cercando i trafiletti inerenti alla materia che stavo facendo e cercando di riassumerli per poi assimilarli. Non appena scrissi ciò che avevo letto sul quaderno di matematica, mi alzai per posare l'enciclopedia, e, proprio in quel momento, dopo quasi due settimane, rincontrai lui. Il mio Spencer. Cioè, volevo dire, Spencer. Era seduto di spalle su una delle tante scrivanie di quel posto. Sebbene fosse di spalle e quindi, non avrei mai potuto vederlo di faccia, lo riconobbi. Dal suo stile bizzarro ma che lo rendeva unico e speciale, diverso da quella massa di ignoranti che si trovava lì fuori. Dai suoi capelli, ondulati e leggermente lunghi e poi, dalla sua borsa senza la quale non poteva uscire di casa. <<le serve ancora?>> sentii qualcuno parlare. Mi girai. Un signore anziano era dietro di me e mi guardava interrogativo. <<come scusi?>> chiesi io non avendo capito e non essendo del tutto certa che stesse parlando con me; ma c'ero solo io in quel lungo corridoio. <<le serve ancora?>> ripeté lui indicando l'enciclopedia che stringevo tra le braccia. <<no, scusi>> mi giustificai io porgendogliela. L'anziano mi rivolse un sorriso e mi salutò. Sospirai. Ero talmente incantata ad osservare il Dottor Reid che mi ero completamente isolata dal resto del mondo. Era incredibile come mi trasportava il solo vederlo. Mi avvicinavo o meno? Se mi sarei avvicinata avrei fatto una figuraccia, anche perché non sapevo di che cosa parlare.....però se non l'avrei fatto avrei avuto il rimpianto per tutta la vita. Quanto ero esagerata. Oddio, perché queste situazione accadono sempre quando non c'è Brad? Ok, va bene. Se lei fosse stata lì accanto a me cosa avrebbe detto? Non pensarci due volte.....buttati Brook. Ok, stavo davvero esagerando con i miei dialoghi interiori. Mi allontanai dallo scaffale avvicinandomi sempre di più a Spencer. Respira Brook, respira. Va tutto bene. Cercavo di fare come il mio "ego" suggeriva. Quando fui a pochi passi dalla sedia su cui sedeva <<ciao>> sussurrai io. Parlai talmente a bassa voce che pensai non mi avesse sentito. Però poi, alzò il viso. Mi guardò e un sorriso si spanse sulle sue labbra. <<ciao>> rispose lui. Ci fissammo per alcuni secondi. Dio quanto mi erano mancati quegli occhi. Erano diventati come la mia droga. Non ne potevo fare a meno. Ne avevo bisogno sempre di più. <<siediti pure....>> disse lui spostando goffamente la borsa dalla sedia. Oddiooooooo, respira profondamente e non sclerare. <<grazie>> mi sedetti accanto a lui. Poggiai i quaderni sulla scrivania e cominciai a leggere. Con la coda dell'occhio riuscivo ad intravedere il suo volto girato verso il mio. Mi stava guardando? Dio, perché Brad non c'è mai quando deve esserci? Così, tentai io a girarmi verso di lui ma teneva lo sguardo fisso sugli appunti davanti ai suoi occhi. E così, dopo vari tentativi, girammo la testa in contemporanea facendo scontrare i nostri occhi. Fu imbarazzante ma bello. Infatti io arrossii tutta. Vidi Spencer sorridere timidamente, forse non voleva mettermi in imbarazzo, ma ormai già lo ero. <<che studi?>> decise di cambiare argomento. Ottima scelta. <<matematica. Domani ho la prova scritta>> agitai i quattro fogli che avevo riempito. <<e tu?>> aggiunsi. Lo vidi sospirare e sorridere subito dopo. Alzò il libro aperto che aveva tra le mani. Lo vidi e subito dopo gli occhi si illuminarono di gioia. <<il ritratto di Dorian Gray...>> sussurrai. Lo vidi annuire. <<già....è uno dei miei preferit->> lo interruppi dicendo <<di Oscar Wilde>> abbassò la testa e sorrise. <<oddio...scusami io non volevo...>> lo avevo offeso, forse, e questa cosa mi faceva venire i sensi di colpa. <<tranquilla, tutto ok>> disse con voce rauca. <<piace anche a te?>> chiese lui. <<mi piace? Stiamo scherzando? Ne sono follemente innamorata. Tutte le sue opere, comprese le sue fiabe mi fanno impazzire>> adesso mi sentivo a mio agio. Bastava l'argomento giusto al momento giusto e subito ti sentivi meglio. <<già...è davvero spettacolare>> sospirò lui. Rimanemmo in silenzio per alcuni minuti. <<ehm...hai programmi per le prossime ore?>> domandò lui. Scossi la testa e aggiunsi un semplice "perché" anche se incuriosita. <<mi chiedevo se ti farebbe piacere prendere un semplice caffè con me>> abbassò il capo timido. <<si, mi farebbe molto piacere>> risposi io convita e solo dopo mi accorsi della mia "troppa sicurezza" in quelle parole. Era l'emozione. <<perfetto>> sibilò lui. Così ci alzammo dalla scrivania e uscimmo assieme dalla biblioteca.
Stranamente quella volta non finimmo per entrare a Starbuck, bensì Spencer mi fece assaggiare un caffè niente male in un piccolo bar nel centro. Eravamo seduti entrambi su uno dei tanti tavolini del locale. Stavamo chiacchierando e disputando su alcuni libri che avevamo letto, e su quanti ne leggevamo a settimana. <<e tu?>> chiese lui mostrando quei denti perfettamente bianchi. Non facevamo altro che sorridere tutte e due dal momento in cui mettemmo piede in quel bar. <<solitamente ne leggo sei/sette, però nell'ultima settimana solo cinque. Non ho avuto molto tempo>> risposi io aggiungendo zucchero nel caffè. Lo so, fa male troppo zucchero ma a me piaceva bello dolce. Gusti. Mentre stavo per pronunciare le prime parole che mi venivano in mente, nel bar fece ingresso Kenneth. Subito notò la mia presenza e si precipitò al nostro tavolo. <<hey Ken>> lo salutai io. <<Brook>> esclamò sorridendo e stampandomi come ogni volta un bacio sulla guancia. <<cosa ci fai da queste parti?>> chiese lui. Spencer si schiarì la voce. <<ohhhh>> sussurrò il mio "collega/amico". <<si...Spencer, lui è Kenneth, Kenneth lui è Spencer>> feci le cosiddette presentazioni e i due si scambiarono un semplice cenno con il capo. <<vi lascio soli, mi dispiace avervi disturbato. E' stato un piacere, Spencer>> marcò con la voce soprattutto la parola, o meglio, il nome "Spencer". Sospirai e lo salutai con un semplice gesto di mano. Io e il genio rimanemmo in silenzio, girando entrambi nervosamente i cucchiani nei bicchieri di caffè. <<ehm...è il tuo ragazzo?>> interruppe il silenzio per primo, esordendo con questa semplice domanda. Lo guardai con le sopracciglia corrugate. <<cosa? No>> risposi io. Fidanzata con Kenneth? Ma nemmeno se mi avessero pagata mi sarei messa con quel deficiente a cui però volevo molto bene. <<ah>> disse lui a testa bassa. Era forse geloso? Sorrisi perché mi faceva piacere se lui fosse stato geloso. Sarebbe stato a significare che almeno un po' gli interessavo, forse. Uscimmo dal locale. Ci fermammo sulla soglia del marciapiede per salutarci. <<quindi....ci si rivede>> dissi io sorridendo flebilmente. <<già....>> sospirò lui. <<allora ciao, Spencer>> mi allontanai. Dentro di me speravo che mi fermasse e dicesse che avrebbe voluto rivedermi, e magari che mi avrebbe dato anche una data e un'ora precisa. Non ce la facevo più ad incontrarlo per caso. Avevo bisogno di vederlo più spesso, di passare più tempo con lui. Ma intanto, mentre dialogavo con me stessa, mi avvicinai sempre di più a casa, lasciando Spencer per la sua strada.
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Biblioteque in love~Spencer Reid ❤️
ChickLitEra andata in giro per il mondo in cerca dell'amore, quando la sua anima gemella era sempre stata lì