Few Months later-30

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La primavera era finalmente arrivata. Fiori profumati che sbocciano nei vasi sui balconi, giardini verdeggianti su cui fare capriole o semplicemente stendersi per un bel riposino all'aperto, frutti che nascono sui rami degli alberi, bambini che scorrazzano avanti e dietro nei parchi. Giornate soleggiate e fresche. Ah! Adoravo la primavera, era in assoluto la mia stagione preferita. La stagione in cui camminando per i viali, odoravi il profumo delle margheritine bianche nei prati verdi, oppure la stagione in cui riuscivi a vedere sorgere le foglie sui rami spogli dall'inverno. Ed era quello che stavo facendo quel sabato mattina con accanto l'uomo che amavo. Camminavamo mano nella mano, uno accanto all'altro. Le mani intrecciate l'una all'altra, i cuori che palpitavano per amore e felicità, sguardi furtivi captati qua e la. Ed erano passati circa quattro mesi da quando entrò un uomo nella mia vita, un uomo che me la stravolse e migliorò allo stesso tempo. In quei due mesi erano cambiate tante cose. Quando ci si pensa, si dice "vabbè, son quattro mesi...che sarà mai!". E invece no, per me, in quei quattro mesi, cominciò un'altra vita. Cominciai ad essere una persona diversa, in senso positivo ovviamente. Cominciai a cambiare, però in meglio. Crebbi molto in quei quattro mesi. La relazione con Spencer mi stava migliorando in quel modo. Avere lui al mio fianco mi rassicurava. Addirittura molte delle mie ansie erano sparite, anzi, quasi non sapevo più il significato della parola ansia. Oddio, certo, non era sparita del tutto perché prima di qualche esame importante lei era onnipresente, però devo dire che nella vita quotidiana (e non universitaria) era sparita, era vaporizzata. Stavo diventando ogni giorno un po' più sicura di me; mi stavo cominciando a ricredere sul mio corpo, non mi consideravo poi, in fondo, così "brutta". Avevo cominciato a guardare gli aspetti "migliori", se così possiamo definirli, del mio corpo. Stavo cominciando ad acquistare più fiducia di me stessa, a non essere poi così insicura e timida come lo ero prima di fidanzarmi. Spencer mi faceva stare bene. Con lui mi sentivo "bella". Mi vergogno anche un po' a dirlo, ma lui mi faceva sentire così. Non gli importava come fossi appena sveglia, se avessi avuto tutti i capelli scompigliati e arruffati. Per lui ero sempre bella, e me lo ricordava ogni mattina, quando mi svegliavo al suo fianco, con le sue dolci carezze sul viso oppure sui capelli ramati, e con i suoi baci delicati e leggeri sulle labbra morbide e vellutate. Anche la mia vita universitaria aveva subito una svolta. Avevo cominciato ad avere dei dubbi sul fatto di diventar medico, se me lo sentivo davvero. Non sapevo se volevo davvero intraprendere la carriera da medico. Se non lo avessi fatto, avrei deluso i miei genitori. Ma non era affatto vero. Loro hanno sempre detto ed hanno sempre voluto che io facessi ciò che mi rendesse felice, perché per un genitore, la cosa più bella è vedere un figlio felice, un figlio che sta bene, un figlio che non ha rimpianti ne rimorsi. Un figlio gioioso ma soprattutto convinto di ciò che vuole fare. Questi dubbi hanno cominciato ha farmi confondere. Ne ho parlato con i miei genitori e con Spencer, mi hanno aiutato a rimettere in ordine le idee e ha darmi consigli. Ho riflettuto molto e la conclusione fu che continuai a frequentare l'Università di medicina, solo che dopo sarei diventata un medico pediatra con la specializzazione in neonatologia, che mi avrebbe permesso di stare a stretto contatto con i neonati. Avevo capito che la carriera del medico, ma soprattutto il mestiere del medico faceva per me e che non potevo rinunciarci. Era il mio sogno, avevo sudato per guadagnarmelo ed ora che ne ero a pochi passi nel raggiungerlo, non potevo di certo tirarmi indietro a causa di uno stupido dubbio. Bradley anche era stata un punto fondamentale in quel momento, solo che non vivevamo più insieme. Cioè, la casa era ancora nostra. Tutte le nostre cose erano lì, anche se la maggior parte degli abiti del mio armadio erano in quello di Spencer. Su sette giorni, cinque dormivo a casa del mio ragazzo, ed anche Bradley con il piccolo Jacob dormivano a casa di Tim. Si, era ufficiale. Tim si era preso una bella cotta per la mia migliore amica. La stessa cosa non era successa a Brad a primo impatto, ma dopo, con le parole giuste e con qualche mio consiglio (modestamente) è riuscito a conquistarla. Si era preso un appartamento a Georgetown, non distava molto da quello in cui stavamo io e Brad prima, e aveva trovato lavoro come assistente in un prestigioso studio di avvocati. La mia migliore amica quasi sempre era lì, da lui, con il piccolo Jacob che cresceva sempre di più. Addirittura aveva cominciato a parlare ed aveva anche imparato a dire la parola "papà". Inutile dire che Tim era al settimo cielo. Il ruolo di padre non gli dispiaceva affatto, anzi, ce la metteva tutta e devo dire che anche bravo. Jacob lo adorava. Ed io ero davvero felice per Brad. Finalmente dopo tanto, quella ragazza era riuscita a trovare qualcuno che la rispettasse e amasse. Vederla felice era.....bellissimo. Nonostante le nostra vite abbiano preso una piega diversa, questo non era lo stesso per la nostra amicizia. Quella non era mai cambiata. Era rimasta sempre la stessa. Nel fine settimana tornavamo entrambe nella nostra casa per stare insieme, non avevamo il coraggio di lasciarla, anche se consapevoli del fatto che prima o poi, avremmo dovuto farlo. 

Biblioteque in love~Spencer Reid ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora