Nebraska...my home- 51

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<<casa dolce casa>> sospirai io non appena varcai la soglia del portone di casa. Venni subito invasa dall'amaro e dolce odore di lavanda, che pervase le mie narici, facendomi sentire veramente a casa. Questo profumo mi faceva ritornare in mente tanti ricordi di quando ero bambina...quando mia madre usciva fuori nel giardino e raccoglieva tutti quei grossi steli di lavanda. Una volta tornata dentro la aiutavo a raggrupparti in piccoli gruzzoli e legarli con un nastrino, oppure con i suoi fiori facevamo dei sacchetti che appendevamo nell'armadio come profumatore naturale. Sorrisi a quel ricordo. Mi guardai intorno e la casa era proprio come l'avevo lasciata l'ultima volta che venni. Sembrava essere passato un secolo, invece Natale non era poi stato così lontano. <<tesoro>> sentii la voce di mia madre. Mi girai e vidi la sua figura, sporsa dalla cucina, il suo regno. I suoi capelli rossicci come i miei erano leggermente ondulati sulle punte e gonfi sulla testa, e le ricadevano morbidi sulle spalle. I suoi occhi, emozionati, mi guardavano con amore, e le sue labbra erano inclinate in un gran sorriso. <<ciao mamma>> risposi io abbracciandola forte a me. Quanto mi era mancata. Vorrei averla avuta sempre accanto a me, anche se oramai ero una giovane donna. Ma non si è mai troppo grandi per essere amati dalla "mamma". <<che bello rivederti>> sospiro io commossa ancora con il viso poggiato sulla sua spalla. <<oh tesoro, a chi lo dici>> ribatte lei altrettanto emozionata. <<ciao Spencer>> rivolge un saluto al mio dolce fidanzatino che ero rimasto solo in un angolo dell'ingresso timido e disorientato. <<salve, signora Casey....>> ricambia lui imbarazzato. <<complimenti per la casa...>> aggiunge lui vagando con lo sguardo. <<oh, grazie caro ma ti prego, non chiamarmi "signora Casey" che oltre a farmi sentire vecchia mi fa sentire molto a disagio>> ridacchia lei accompagnata da me e Spencer. <<per te sono semplicemente Debbie>> continua poi con un sorriso materno. <<ok....signor....Debbie>> afferma visibilmente timido. <<d'accordo ragazzi, ho preparato qualcosa da mangiare visto che tra poco scocca l'ora di pranzo. Io direi di aspettare tuo padre e i tuoi fratelli che arriveranno a breve...per voi va bene?>> domanda lei con molta calma. <<certo....nessun problema. Nel frattempo approfittiamo di portare i bagagli in camera>> dico con un sorriso. <<certamente, fate con calma>> e così, lei si congeda andando in cucina e noi al piano di sopra.

Adoravo sentire il parquet che cigola sotto i miei piedi. Era una sensazione che mi riporta a qualche anno fa...a parecchi anni fa, quando io e i miei fratelli nella sera della Vigilia di Natale, scendevamo queste stesse scale e ci sedevamo sopra, guardando attraverso la ringhiera, aspettando con ansia l'arrivo di Babbo Natale dal camino. Un sorriso comparse sul mio viso al ricordo di quei bei tempi....quant'è bello essere bambini. Si è così spensierati e così ingenui....ecco, un'altra cosa che mi affascina nel diventare genitore è proprio questa: la possibilità di poter ritornare bambini, crescere di nuovo con tuo figlio e magari rivivere tutte le tappe della tua infanzia. <<a cosa pensi?>> borbottò Spencer mentre disfaceva le valigie. <<a niente>> mentii prendendo qualche maglietta dal borsone. <<non è vero....dai, sono curioso>> insistette lui con un sorrisetto sulle labbra. Sbuffai. <<stavo solo ripensando alla mia infanzia....ai miei ricordi....e a quanto sia bello diventare mamma>> sospirai io abbassando lo sguardo sulla pancia. Poggiai una mano sopra quest'ultima e la ondulai leggermente da una parte all'altra. <<credo che un figlio riesca a farti ritornare indietro nel tempo....facendoti ritornare piccolo....>> dissi io senza mai staccare lo sguardo dalla pancia. Rimanemmo entrambi in silenzio. Spencer si sedette accanto a me, sul letto. <<e credi che la nostra creaturina possa farci questo effetto?>> chiese lui quasi spaventanto, accarezzandomi la pancia. <<si....penso proprio di si>> affermai con un gran sorriso. Anche lui sorrise. <<bhè spero almeno che riusciremo a farle trascorrere un'infanzia migliore della mia>> aggiunse con un sorriso smorzato. Sapevo che la sua non era stata un'infanzia per niente facile...ma sapevo che avrebbe fatto di tutto pur di non rendere quella di nostro figlio come la sua. Accarezzai la sua guancia. <<ti amo>> sussurrai poggiando la testa sulla sua spalla. <<ti amo anch'io>> e mi stampò un bellissimo bacio sulla fronte.

Biblioteque in love~Spencer Reid ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora