Pregnant or not pregnant? This is the question- 42

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Fissavo l'orologio sulla parete davanti ai miei occhi. Il ticchettio continuo e fastidio delle lancette rimbombava nella stanza. Più tenevo lo sguardo fisso su quell'oggetto e più i minuti sembravano non passare. Il bordo della vasca era diventato la barca che ci sorreggeva, mentre Brad era l'ancora a cui mi sarei potuta aggrappare in caso di una presunta caduta. Eppure, più i minuti passavano e più pensavo alle parole di Spencer riguardo all'avere un figlio tutto nostro. E più pensavo a quelle parole, e più la mia speranza e voglia di diventare mamma cresceva. Sorridevo al pensiero, ma tralasciavo il fatto che tra qualche minuto lo avrei scoperto. Tremavo tutta, da capo a piedi. L'attesa era tanta quanto l'adrenalina. E come per magia, quella lancetta finì sul cinque. Scattai in piedi assieme a Brad. Ci guardammo con occhi spalancati e spaventati. Il test era poggiato sul brodo del lavandino. Avevo paura di scoprire la verità. Ero terrorizzata ma allo stesso tempo impaziente all'idea di diventare mamma però qualcosa in quel momento mi paralizzò. Avevo sognato fin da bambina quel momento, e proprio quando si stava per avverare, i dubbi, le incertezze e le paure presero il sopravvento. <<ho paura Brad>> sospirai io in procinto di una crisi isterica. <<è normale Brook, però se non prendi quel test tra le mani non potrai mai scoprire la verità>> mi incitò lei. <<voglio diventare mamma>> sussurrai avvolgendo il bacino tra le mie braccia. Vidi brad leggermente sbalordita. <<davvero?>> domandò incredula. Annuì. <<io e Spencer ne avevamo parlato ed entrambi volevamo diventare genitori>> mi fermai per prendere fiato. <<Brad, sai che fin da bambina aveva desiderato di vivere questo momento. Ma adesso non so più che fare, cosa pensare. Sono paralizzata. E' come se non riuscissi più a ragionare>> ero in pallone, eppure non doveva andare così. Quello sarebbe stato il giorno più bello della mia vita e tutte quelle emozioni negative stavano prendendo il sopravvento. Non potevo accettarlo. Non potevo farmi sovrastare da tutta quella negatività. Dovevo rimanere lucida e scoprire una volta per tutte la verità. Venni avvolta dalle braccia della mia migliore amica. Riuscirono a calmarmi ma non del tutto. Feci un gran respiro e mi avvicinai con timore al lavandino, o meglio, al test. Mi fermai a pochi centimetri. Chiusi gli occhi ed afferrai quella leggera stecca tra le mani. Tremavo. Aprii gli occhi e.......<<allora?>> chiese Brad vedendomi con la bocca spalancata e il viso completamente allibito. <<è positivo.....sono incinta>> urlai io felice. E in pochi secondi, tutta quella paura si trasformò in pura e genuina felicità. Cominciai a piangere sulla spalla di Brad assieme a lei. <<diventerò mamma>> piagnucolai io tra una lacrima e un'altra. Brad annuì asciugando le lacrime sul suo viso. <<non ci credo>> aggiunsi continuando a fissare quelle due lineette rosse e ben evidenti che spiccavano dal bianco candido del test.

Cinque minuti e un semplice oggettino bastarono per stravolgermi la vita al completo. Ero felicissima. Sprizzavo gioia da tutti i pori. Non riuscivo a smettere di sorridere. Brad se ne era andata, ed io ero rimasta lì, con il mio cagnolone e con il mio bambino. Non mi ero mai soffermata sul vero significato della parola "mamma". A dire il vero, non mi ero nemmeno mai soffermata sul "che cos'era una mamma". E così, cominciai a pensare. Poggiai istintivamente una mano sul ventre. Lì dentro stava crescendo il mio bambino, il nostro bambino.

<<cosa fai?>> chiesi io entrando nel suo piccolo ufficio. <<ciao>> si girò sorpreso lui. Mi avvicinai e lo baciai. Rimanemmo abbracciati per un po' di tempo. <<come stai tu?>> domandò accarezzandomi i capelli come fossero lunghi e sottili fili dorati. <<alla grande>> risposi sorridendo. <<lo vedo>> ridacchiò lui ed io appresso. Scorsi dietro di lui la lavagna bianca su cui era solito riportare alcuni appunti di lavoro, completamente vuota e con una grossa mappa del Canada attaccata con dello scotch sopra. <<cos'è?>> chiesi indicando quest'ultima. <<oh, questa è una cartina di Alberta>> era tutta scarabocchiata. <<e?>> lo incitai a parlare. <<e stavo facendo un profilo geografico della provincia. Più che della provincia del National Bunff Park>> si avvicinò alla cartina e cominciò a spiegare. <<allora, il parco si estende su una superficie di 6.641 km quadrati di terreno montuoso con molti ghiacciai, foreste di conifere e paesaggi alpini. Si trova a circa 120 km da Calgary e questo significa che impiegheremo circa un'ora e mezza di auto per arrivarci>> sussurrò lui facendo calcoli a mente. <<Brook, mi stai ascoltando?>> passò una mano davanti ai miei occhi, come per risvegliarmi dallo stato di trance in cui ero caduta. <<si, certo>> risposi. <<tutto ok? Ti vedo un po' distratta, di solito sei sempre stata interessata a cose del genere>> mi guardò perplesso. E ora che avrei dovuto fare? Glielo avrei detto oppure avrei aspettato il ritorno dalla vacanza?

Sospirai. <<oggi ho scoperto una cosa>> cominciai. <<ti ricordi le famose nausee e i frequenti mal di testa?>> domandai io. <<certo che li ricordo...devo preoccuparmi?>> era allarmato e questo poteva capirsi dal solo sguardo che aveva. <<no, assolutamente...o almeno spero>> sussurrai. <<in che senso Brook?>> domandò. Presi una sua mano. Infilai la mia mano nella tasca posteriore del jeans e cacciai fuori il test, mettendolo nella sua mano aperta. Il suo sguardo era sempre più confuso. Prese l'oggetto e lo fissò. Bastò qualche minuto per far si che quello sguardo diventò più rilassato. <<s-sei incinta?>> mi guardò con quei suoi occhioni grandi ed ingenui, un leggero sorriso si cominciò ad intravedere sulle labbra. Annuì. Spencer si avvicinò lentamente. Una sua mano si posò sul mio ventre e si fermò lì per alcuni minuti. <<diventeremo genitori>> sussurrò lui turbato. <<si>> risposi ma non la sua reazione non mi sembrava positiva. <<non sei contento?>> chiesi io sul punto di svenire. <<non sono contento? Non aspettavo altro Brook>> urlò lui prendenomi in braccio. Lanciai un urlo ma cominciai a ridere freneticamente dalla gioia. <<oh mio dio, non posso crederci. Da quanto lo hai scoperto? Di quanto sei? Dobbiamo immediatamente prendere appuntamento con un medico per vedere se la gravidanza pro->> poggiai un dito sulla sua bocca per frenare quella cascata di parole che cominciarono ad uscire dalle sue fantastiche labbra. <<Spence>> presi le sue mani tra le mie. <<ho appena scoperto di essere incinta e voglio solo godermi questo momento speciale con te>> le mie mani passarono dietro il suo collo. <<quindi, possiamo tralasciare solo per questa sera le visite mediche che sicuramente dovrò fare per i prossimi nove mesi e goderci questo momento speciale come una coppia di futuri neogenitori?>> rimase in silenzio, fissando i miei occhi con un sorriso sulle labbra. <<hai ragione, scusami....è solo che sono davvero troppo emozionato...insomma.....sto per diventare padre>> esclamò lui fiero e incredulo. <<ed io sto per diventare mamma>> sospirai gioiosa. <<e sono sicuro che sarei un'ottima mamma>> disse aggiustando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. <<e tu un ottimo padre>> aggiunsi passando una mano fra i suoi capelli castani.

<<secondo te, sarà maschio o femmina?>> domandò Spencer massaggiandomi la pancia. Eravamo entrambi rilassati sul materasso e stavamo chiacchierando sul futuro nascituro. <<non so...ho sempre desiderato come primogenito un maschietto. Però non nego che una femminuccia in giro per caso mi dispiaccia>> dissi. <<e tu?>> domandai di conseguenza. <<io spero sia una femminuccia. Si sa che le femminucce sono molto più attaccate al papà che alla mamma>> sospirò soddisfatto lui, con un leggero sorrisino "malizioso". <<e poi pensa quanto sarebbe bello vedere svolazzare una fatina per casa, con i suoi movimenti delicati e aggraziati>> e da quelle parole, mi comparve nella mente la nostra piccola principessina che svolazzava in giro per casa, con due simpatiche codine bionde sui capelli. Sorrisi. <<e poi, pensa quanto possa essere bella, soprattutto se assomiglia alla sua mamma>> spostò la testa sulla pancia e cominciò a guardarmi negli occhi, accarezzandomi i capelli e le guance leggermente arrossite per i suoi complimenti. <<gli occhi verdi come la speranza.....i capelli ramati come le rose......la pelle candida come neve......le labbra scarlatte e sottili>> le sue mani che vagavano sulle mie guance rosee erano morbide come petali vellutati di rose rosse e delicate come seta. Ci guardammo ancora....e ancora....come se non ci fosse un domani. Ci scambiavamo alcune carezze ma nessuna parola, fino a quando non vidi le sue labbra mimare un flebile "ti amo". Scambiai il gesto con un tenero bacio e finimmo per addormentarci così, io con la testa sul cuscino e Spencer con la testa sul mio ventre.

Biblioteque in love~Spencer Reid ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora