We're ready...or almost- 40

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Mancavano sempre meno giorni alla grande partenza. Tutto era quasi pronto. Giusto il tempo si sitemare le ultime cose e potevamo praticamente partire tranquillamente. Quella mattina era tranquilla e calma. Avevo appena finito di riempire la lavastoviglie con tazze e piatti della colazione, quando decisi di affacciarmi nel piccolo ufficio di Spencer per vedere cosa stava facendo. Chiamarlo "ufficio" era una grossa parola. Era solo il posto in cui riponeva i casi a cui aveva lavorato. Spesso me li raccontava e rimanevo davvero basita da ciò che mi diceva. <<hei>> entrai nella stanza. Lo trovai seduto sulla sedia della scrivania alle prese con un tablet. <<ciao>> sussurrò lui distogliendo per un secondo l'attenzione dall'aggeggio per guardarmi negli occhi e rivolgermi un sorriso. <<cosa fai?>> chiesi poggiando la mia testa accanto alla sua. <<vedo un po' cosa possiamo visitare una volta a Calgary>> rispose lui scorrendo il dito su una pagina che elencava i "dieci posti da non perdere ad Alberta" in generale ma soprattutto a Calgary, anche perchè avremmo passato la maggior parte del nostro tempo lì. <<ed ho scoperto anche che all'interno del Glenbow Museum c'è anche un bellissima biblioteca che contiene volumi che vanno dalle origini della storia del Canada alla prima costruzione ferroviaria>> esordì lui. <<ah...e come non dimenticare i bellissimi volumi relativi alle collezioni del museo di storia militare, etnologia, mineralogia e arte>> aggiunse. Wow, certo che questo museo era ricco di risorse. <<fantastico.....non vedo l'ora di andarci. Sto facendo il countdown da circa una settimana>> affermai io entusiasta. <<e poi è il nostro primo weekend da soli......>> mormorai io allacciando le braccia alla sua schiena. Vidi le sue labbra inchinarsi in un leggero sorriso. Avvolse le mie guance tra le sue mani. Le nostre labbra si stavano avvicinando per racchiudersi in un tenero bacio....eravamo a pochi centimetri di distanza quando improvvisamente il campanello di casa suonò. Sussultammo entrambi per quella brusca interruzione in un momento così intimo e affettuoso. Spencer alzò gli occhi al cielo ed io sbuffai. Slacciai le mani dalla schiena del mio ragazzo e mi diressi verso la porta. Mi affacciai allo spioncino e vidi una sagoma sospetta e un po' inquietante. <<cosa c'è?>> chiese Spencer vedendomi un po' perplessa. <<non lo so, è solo che qui fuori c'è uno un po' sospetto>> risposi continuando a guardare. <<vuoi che prenda la pistola?>> domandò lui ridacchiando. <<hahaha...molto divertente>> dissi sarcastica. Non appena la sagoma si girò notai subito una certa familiarità.....<<dio mio>> mormorai io nascondendomi il viso tra le mani. <<tutto ok?>> chiese nuovamente la mia dolce metà. Annuii imbarazzata. Aprii la porta e <<finalmente....è mezz'ora che sono qui fuori>> si indignò lui. Lo guardai titubante. <<cioè, tu ti sei conciato così e ti lamenti pure che io non ti abbia aperto>> esortai io alterandomi leggermente. Tim abbassò lo sguardo per darsi un'occhiata. Sembrava un ubriaco appena uscito da un bar dopo essersi fatto dieci bicchieri del classico whisky scozzese. <<in effetti hai ragione....comunque non volevo farmi riconoscere nel caso ci fosse stata Brad>> sussurrò lui. <<e non potevi chiamare?>> urlai io innervosita dalla sua stupidità. Rimase in silenzio, dubbioso, sapendo che quel che io avevo detto aveva perfettamente senso. <<vabbè dai, lasciamo stare....cosa ci fai qui?>> domandai io lasciando perdere la sua stupidità. <<in realtà sono qui perchè volevo parlarti di un argomento molto delicato>> mormorò lui prendendo posto sullo sgabello. Presi qualche bibita dal frigorifero per offrirla e qualche bicchiere dallo scaffale quando alla nostra conversazione si unì anche Spencer. <<hey, Tim>> salutò lui con un cenno di mano. <<ciao bro>> ricambiò. Il mio ragazzo aggrottò le ciglia e mi guardò come per dire "cosa ha detto?". In effetti era un linguaggio che Spencer non utilizzava spesso...a dire la verità non lo usava mai. <<allora, cosa devi dirmi di importante?>> chiesi io versando del succo d'arancia nel bicchiere. Si drizzò sulla sedia, si schiarì la voce e <<voglio chiedere la mano a Brad>>. Ed ecco che tutti i presenti dentro la stanza rimasero paralizzati. La mia mano, immobilizata, lasciava versare il succo nell'apposito contentitore senza freni, Spencer invece rimase con la busta contenente patatine piccanti fra le mani. <<bhè, cos'ho detto di così malvagio?>> sospirò sorpreso Tim. Rimanemmo tutti in silenzio ad elaborare la sua "proposta". <<so che magari è un po' prematuro ma.....io la amo>> aggiunse imbarazzato. <<è una ragazza intelligente, bellissima e con una grande bontà d'animo. Non mi importa se ha già un bambino con un altro. Jacob è un ometto stupendo ed entrambi sono la cosa più bella che mi sia mai capitata in vita>>.

Aveva gli occhi lucidi ma allo stesso tempo brillavano di gioia. Non lo avevo mai visto così coinvolto in una situazione. Non aveva mai parlato così di una ragazza. <<Tim..>> cominciai io prendendogli la mano. <<Brad è un ragazza che ha sofferto tanto per amore. Fa fatica a fidarti e forse di questo te ne sei accorto, ma sei davvero sicuro di questa tua scelta? Non voglio che lei soffra di nuovo per amore...non voglio che venga illusa per l'ennesima volta>> conclusi di parlare. L'espressione del suo vis era sempre la stessa. Fece una piccola pausa. Abbassò lo sguardo ma dopo qualche secondo lo rialzò dicendo convinto <<si, ne sono più che sicuro. Voglio che diventi mia moglie. Voglio prendermi cura di lei come un bravo marito e di Jacob come un bravo papà>>. Sorrisi e lo abbracciai forte a me. Non potevo crederci, adesso invece che uno, c'erano due matrimoni da celebrare. <<ed ecco qui un po' di bollicine per festeggiare e qualche assaggino>> Spencer arrivò poggiando sul tavolo un piatto con delle patatine e un po' di spumante. Non appena quelle patatine piccanti vennero poggiate sul tavolo, mi sentii male. Corsi in bagno e mi accasciai sul WC, rimettendo oltre che al pranzo del giorno, anche il succo d'arancia bevuto poco prima.

<<tutto ok?>> chiese il mio futuro marito mentre mi aiutava ad alzarmi. Annuì. Lo vidi sorridere anche se poco convinto. Ritornammo in sala e c'era mio fratello seduto allo sgabello. <<Brook, tutto ok?>> domandò venendomi incontro. <<si Tim...scusami per prima>> mi giustificai mentre rimanevo attaccata al braccio di Spencer. <<io vado....ci vediamo dopo il vostro viaggetto a Calgary. Buon divertimento piccioncini>> sorrisi e lo abbracciai. Dopo qualche secondo uscì da casa. Mi sedetti sul divano con l'aiuto di Spencer e lui si sedette accanto a me. Poggiai la schiena sullo schienale e chiusi gli occhi. La testa mi girava. Non mi sentivo affatto bene. <<Brook, è da un po' di giorni che non fai altro che avere nausee e mal di testa. Sicuro che sia tutto ok?>> 

Biblioteque in love~Spencer Reid ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora