Calgary Tower- 48

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La vacanza stava per terminare, e al solo pensiero mi si stringeva il cuore. Adoravo quella piccola cittadina canadese. Era così tranquilla e così perfetta e non avevo per niente voglia di tornare alla frenetica vita che conducevo a Geogetown. Sospirai. Ero ancora sotto le coperte fini candide del letto, e non avevo per niente voglia di alzarmi. Quella mattina ci saremmo dedicati esclusivamente ai piccoli souvenir

Ero sovrappensiero, come sempre d'altronde, e venni riportata con i piedi per terra dal trillo del mio cellulare. Lo presi e vidi che era Brad. Aggrottai le sopracciglia e rimasi al quanto stupita. In vent'anni che ci conoscevamo, non avevo mi ricevuto una chiamata alle sette e mezzo del mattino da parte della mia migliore amica. <<hey>> risposi io con voce allegra. <<Brook....dobbiamo assolutamente parlare>> cominciò lei. Pensavo avesse la voce assonnata o impastata, invece era squillante e severa. <<cosa succede?>> mi allarmai io. La sentii sospirare dall'altro capo del telefono. <<è una cosa alquanto seria....non possiamo parlarne per telefono>> fece una pausa accompagnata da un lungo respiro e poi riprese a parlare. <<quand'è che torni?>> chiese lei con voce lagnosa. <<mi manchi...>> aggiunse poi sussurrando. Sorrisi e risposi <<dopodomani>>. Rimanemmo qualche minuto in silenzio, senza riattaccare, e poi sentii la sua voce flebile pronunciare qualche parola. <<Tim...>> cominciò. <<cosa ha fatto Tim? Ti ha lasciata? Ti ha tradita?!>> sbottai io diventando rossa dalla rabbia ancor prima di ricevere una risposta. <<no no...non ha fatto nessuna di queste cose....è solo che l'altra notte mi ha parlato di noi e del nostro futuro insieme....>> lasciò in suspance la frase e dopo poco riprese a parlare. <<vuole avere un bambino con me>> disse con voce mozzata, come se gli mancasse il respiro e stesse soffocando. <<COSA?!>> urlai io balzando in piedi dal letto. Addirittura Spencer uscì di corsa dal bagno con una faccia preoccupata e un solo asciugamano attorno alla vita. <<ma è una cosa fantastica Brad>> continuai io. Non potevo credere che mio fratello avesse detto una cosa del genere. Era sempre stato un "bambinone", attaccato alla mamma e al papà. Questa sua proposta mi stupì completamente. Brad lo aveva trasformato, in meglio ovviamente. Non era più quello di prima. Lo vedevo sempre più innamorato e preso dalla storia che stava avendo con la mia migliore amica...e poi il fatto che avesse voluto anche un bambino con lei non faceva altro che rendermi ancora più felice. <<però non mi sembri felice...>> sussurrai io titubante. <<non lo so....sono confusa...non riesco a capire cosa io voglia davvero....ma magari ne parliamo quando tu torni>> tralasciò lei. <<piuttosto...concentrandomi sui miei pensieri non ti ho nemmeno chiesto come procede la vostra vacanza a Cagliari....Cagnari o come cavolo si chiama quella cittadina>> aggiunse ridacchiando. Le feci compagnia e poi risposi <<Calgary...si chiama Calgary Brad>> le feci lo spelling sperando che lo capisse una volta per tutte. <<comunque procede alla grande....è stupendo qui...non vogliamo più tornare>> affermai io felice. <<sono contenta per voi....e per oggi che programmi avete?>> chiese lei mentre masticava qualcosa. <<pensavamo di andare un po' in giro per la città e poi di fare un bagno in piscina.....a proposito...come sono le mele caramellate?>> affermai io. <<come fai a saperlo?>> domandò lei stupefatta. Ridacchiai. <<bhè....è da quando avevi otto anni che le mangiavi ad ogni ora del giorno e della notte quando ti sentivi, e ti senti tutt'ora, confusa, agitata o sotto pressione>> dissi io con fare "ovvio". La sentii brontolare dall'altra parte del telefono e ridacchiai ancora di più. Ci salutammo come facevamo ogni volta che ci sentivamo per telefono e riattaccammo contemporaneamente. Lo poggiai sul comò accanto al letto e mi sedetti su quest'ultimo. <<chi era?>> chiese Spencer rientrando in camera dal bagno. Nel frattempo si era vestito, pronto per il nostro tour in giro per Calgary. <<Brad...doveva parlarmi urgentemente e così siamo state a telefono per un po'>> risposi io sorridendo leggermente. Mi alzai dal letto e presi i vestiti da indossare. Stavo per andare in bagno ma sentii tirarmi il braccio. Mi voltai di scatto e mi ritrovai faccia a faccia con Spencer. Mi accarezzò con mano sottile la guancia e ad ogni sua carezza, i nostri vidi si avvicinavano sempre di più...le nostre labbra si avvicinavano sempre di più fino a scontrarsi in un bellissimo bacio. <<buongiorno>>mi sussurrò con un sorriso sulle labbra. <<buongiorno>> risposi io ricambiando quel bellissimo gesto.

Calgary non finiva mai di stupirci. Era bella ogni giorno sempre di più. Andammo in giro per i diversi viali della città, in visita in diversi negozi tipici del paese. Comprammo alcuni magneti raffiguranti diverse parti di quest'ultima, ad esempio, la magnifica Calgary Tower, che essenzialmente era il simbolo della città. E così, quel giorno, stanchi di ritornare in hotel, decidemmo di salire sulla sommità della famosa torre. Un senso di adrenalina, nervosismo e un brivido di avventura cominciarono a circolare nelle mie vene. Lo stomaco cominciò a contorcersi non appena ci facevamo più vicini alla torre. Era così enorme vista da laggiù. Sembrava non finisse mai. Si allungava sempre di più verso il cielo, e il rosso della sua vetta si sposava a pennello con l'azzurrino del cielo. Entrammo e cominciammo a salire le scale per arrivare alla sommità della torre, dalla quale si riusciva a vedere l'intera Calgary. Ad ogni scalino che salivo l'adrenalina accresceva in me. Non appena arrivammo sul gran terrazzo un senso di libertà e di piacere si liberò in me. Sorrisi e chiusi gli occhi assaporando e ascoltando la leggera brezza del vento che fischiava tra i miei capelli. Le braccia di Spencer mi cinsero la vita ed io poggiai la testa sul suo petto. Era tutto così romantico e bellissimo. Un'itera città si estendeva ai nostri piedi. Le case erano come delle piccole scatoline....le persone erano come delle piccole formichine e i grattacieli, che da laggiù sembravano così alti e potenti, adesso erano alla nostra stessa altezza. Quell'intera distesa di colori che si mischiavano alla perfezione da lassù era così bella e fantastica. Spencer, che cingeva la vita con le sue possenti braccia, poggiò la mano sul mio ventre. Sorrisi e con pacatezza appoggiai anche io la mia mano sulla sua. E così eravamo solo noi.....solo noi tre.....io, Spencer e il nostro piccolo fagiolino a goderci quello spettacolo mentre il sole stava scomparendo dietro le montagne rocciose dell'affascinante città.

Biblioteque in love~Spencer Reid ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora