Christmas Eve- 64

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I regali di Natale erano stati depositati sotto l'albero ed erano in attesa di essere aperti. Ero tornata da poco a casa, e mi ero stesa sul letto, con un calda coperta addosso, e stavo pensando allo spiacevole incontro che però, così spiacevole, non è stato. Se avessi incontrato Clayton un paio di anni fa, probabilmente sarei scoppiata a piangere davanti ai suoi occhi, in silenzio. Avrei mostrato tutta la mia debolezza e fragilità, proprio come quella volta, quando ho scoperto ciò che mi aveva fatto. Ovviamente raccontai tutto ai miei genitori, e anche al Preside del liceo, che lo sospese per due settimane, se ben ricordo. Se lo avessi incontrato un paio di anni fa, probabilmente sarei rimasta di nuovo abbindolata dalle sue parole magiche, dal suo sguardo ipnotizzatore, dalla sua persuasione. Avrei trattenuto la rabbia e l'ira che quel faccino mi creava, sfogandomi poi con persone che non c'entravano niente con tutto ciò. E invece, quella volta, quando l'ho incontrato, ho saputo tener testa al suo faccino prepotente. Quella volta, nonostante i miei occhi si riempirono di lacrime, che minacciavano di uscire e colare lungo le mie guance, e nonostante queste formarono un groppo in gola, che soffocava la voce, sono riuscita comunque a dirgli ciò che pensavo. L'odio e la rabbia con la quale sputavo quelle parole mi facevano sentire libera, come se mi fossi tolto quel peso, anche se sommerso, dal petto. Però, in fondo, si era scusato con me, era dispiaciuto, e lo vedevo anche sul suo volto. L'ho perdonato perchè io sapevo (e so tutt'ora) perdonare. Portare rancore per una persona non serve a niente. In fondo è passato, e anche se fa male all'inizio, poi alla fine passa. Bisogna pensare al presente, ed io lo capii solo all'ora, quando cominciai a crescere, a maturare sempre di più e giorno dopo giorno.

<<eccoti qui....finalmente sei tornata>> Spencer fece irruzione nella stanza, e si sedette accanto a me, sul letto. Stavo leggendo Jane Eyre di Charlotte Bronte, forse per la centounesima volta. Adoravo quel libro, il modo in cui descriveva gli ambienti, i posti. Il modo in cui curava ogni singolo dettaglio nella descrizione, ed anche se era un oggetto semplice e insignificante quello che stava trattando, riusciva a farlo apparire nella mente dei lettori, l'oggetto più bello che si sia mai visto. <<Jane Eyre, eh?!>> mi strappò il libro dalle mani. Scattai seduta per riprenderlo, ma lo alzò sempre di più. <<ridammi il libro....per favore>> lo supplicai tendendo sempre di più le braccia verso la copertina. Un sorriso spuntò sulle sue labbra, e scosse il capo. Più lui alzava il libro, e più io mi avvicinavo e più la distanza fra noi si faceva più piccola, più corta. E dopo pochi secondi, fummo uno a pochi centimetri dall'altro. Uno sguardo intenso fu quello che ci scambiammo prima di unire le nostre labbra. Il libro cadde a terra, e la mano di Spencer si poggiò sulla mia schiena, stringendomi sempre di più. Era incredibile come il mondo si fermava quando le sue labbra erano sulle mie. Come ogni pensiero spariva nel nulla al suo tocco magico. O come ogni paura, ogni singolo dubbio che avevi, improvvisamente aveva una certezza o una sicurezza che non riuscivi a spiegare. Ecco. Io non riuscivo a spiegare ciò che mi succedeva quando baciavo la mia anima gemella. Provavo un miscuglio di emozioni, le farfalle nello stomaco, il battito accelerato, proprio come la prima volta che si bacia un ragazzo. Perchè infatti, ogni volta che ci baciavamo, era come la prima. Non potevamo mai scordarla e non potevamo mai stancarci di riperla.

<<dove sei stata oggi?>> domandò mentre gli aggiustavo il colletto della camicia bianca sotto il maglione rosso scuro. Feci spallucce e mi concentrai su quei bottoncini minuscoli e impossibili da abbottonare. <<dovevo solo sbrigare alcune commissioni. Tutto qua>> risposi con sincerità. Ma il mio ragazzo non sembrò del tutto soddisfatto della mia affermazione. <<che c'è Spence?>> alzai gli occhi al cielo e lo guardai negli occhi. <<no, cosa c'è a te.....è tutto il pomeriggio che sei strana...non so, è come se fossi con la testa fra le nuvole>> sospirai a quelle parole e mi sedetti sul letto. Dopo pochi secondi, lo trovai affianco a me, con lo sguardo che mi attraversava da capo a piedi. <<oggi ho incontrato Clayton>> la sua espressione da curiosa e indagatrice che era, si era trasformata in pura rabbia. <<cosa?! Spero che tu stia scherzando>> drizzo in piedi come se fosse una molla, davanti a me. <<che cosa ti ha fatto? Che cosa ti ha detto? Oddio se io me lo ritr->> stoppai le sue parole piene di ira poggiando un dito sulla sua bocca. Accarezzai dolcemente la sua guancia e i suoi occhi cominciarono a liberarsi da tutta quella inquietudine. <<Spence...abbiamo solo parlato. Mi ha detto che è mortificato per quel che mi ha fatto, chiedendomi anche scusa. Ed io l'ho perdonato>> esclamai con voce calma e ferma. Stava per ribattere qualcosa ma lo fermai ancor prima che potesse aprir bocca. <<quel che è successo, Spence, è il mio passato....ha fatto male, vero. Però adesso è passato. Io voglio solo pensare al presente, a ciò che ci sta accadendo di fantastico....Clayton è stato il ragazzo attraente e che piaceva a tutte del liceo....però si vede adesso che fine ha fatto: divorziato e con una bimba di due anni. Ed io, invece, che prima ero una ragazza timida, chiusa e che si limitava esclusivamente a studiare, stando ore e ore sui libri>> feci una piccola pausa, pensando alla mia immagina da adolescente, con gli occhiali, le trecce ai capelli e l'apparecchio. <<e adesso sono una ragazza più sicura di se stessa, con un'autostima un po' più alta rispetto a prima, che ha trovato l'uomo giusto, che ama da morire e che adesso sta per sposare, aspettando una bellissima bimba>> avvolsi le braccia attorno al suo collo e lasciai sulle sue labbra un tenero bacio. <<io sono cambiata...sono cresciuta e maturata. Invece lui è sempre lo stesso ragazzino immaturo, che non ha saputo resistere al fascino di una donna, e così facendo, ha perso la moglie e la figlia>> lo sentii ridacchiare per le ultime parole che pronunciai, e subito dopo, la sua mano spostò una ciocca di capelli ondulati dietro l'orecchio, sussurrandomi <<sei bellissima con questo vestito>> lasciò un tenero bacio sul collo....e un altro ancora.....e un altro ancora....la situazione si stava facendo sempre più passionale quando la voce di mia madre ci richiamò l'attenzione. La cena poteva avere inizio.

Biblioteque in love~Spencer Reid ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora