Exam....exam....EXAM- 31

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Adoravo svegliarmi con il canticchiare degli uccellini fuori la finestra. Quel dolce suono mattutino mi metteva il buon umore e mi rilassava. E quella mattina, non riuscivo ad essere rilassata. Il giorno dell'esame di medicina interna era arrivato. Ebbi una scarica di adrenalina e ansia assieme non appena mi misi seduta sul materasso. Sbadigliai facendo un gran fracasso. <<wow, vedo che abbiamo dormito bene stanotte>> ironizzò Spencer entrando dalla stanza. Risi. Si stese sul letto e mi baciò. Cominciammo a coccolarci, ma non riuscivo a tranquillizzarmi, anche se stare tra le braccia del mio ragazzo mi calmava sempre. <<devo andare>> dissi slacciando le sue mani incrociate sulla mia vita. Si intristì. <<dai, staremo oggi insieme>> sospirai sulle sue labbra. Lo baciai di nuovo e mi alzai dal letto. Mi diressi in bagno e non appena mi ritrovai faccia a faccia con il mio riflesso, per poco non mi venne un infarto. Spencer si affrettò a venire, sentendo il mio esilarante urlo. <<cos'è successo?>> chiese lui preoccupandosi. Non risposi. Indicai solo con una faccia schifata e spaventata allo stesso tempo il mio viso. <<sono orrenda, ecco cos'è successo>> sbraitai sull'orlo di piangere. <<ma cosa dici, lo sai che sei sempre bellissima per me>> mi accucciò a sé, accarezzandomi la testa come se fossi un cane da spulciare. <<ma che centra, tu sei il mio ragazzo. Oggi ho un esame.....non posso presentarmi così! Cosa penserà il professore?>> cominciai a fare avanti e dietro tra il bagno e la camera, trovando qualcosa di decente da mettere, ma soprattutto, per trovare un rimedio decente per coprire le mie dannate occhiaie.

Camminavo a passo svelto per raggiungere quel dannato portone, ma ad ogni passo in più che facevo, sembrava allontanarsi sempre di più. L'ansia che cresceva e il nervosismo non mi aiutavano affatto. Ero in ritardo di due minuti. Certo, non sarei stata la prima a dover fare l'esame, ma essere lì mi rassicurava. Potevo ripassare tranquillamente gli argomenti, senza essere disturbata ne infastidita. Finalmente aprii la porta d'ingresso ed entrai in università. C'era un silenzio assordante nei corridoi, pur essendo popolati da un'infinità di studenti. Sospirai e mi feci spazio nella folla per trovare un angolino in cui starmene tranquilla e da sola,per ripassare gli argomenti di chirurgia generale senza essere disturbata. Eh già, quella mattina avrei sostenuto uno degli esami più impegnativi che io avessi mai potuto fare. Ero ansiosa perché, mirando a risultati alti, avevo paura che non ce l'avrei fatta. Ma anche quella volta, il mio amato fidanzato mi rassicurò, dicendomi che avrei passato l'esame senza problemi e senza esitazioni. Certo, quella mattina lo avevo trattato un pochino come una pezza per vie del nervosismo, ma non meritava di essere trattato così. Gli avrei porto le mie scuse non appena tornata a casa. So che avevo detto che ero diventata meno ansiosa e nervosa, ma quando si è davanti a un esame, è inevitabile non esserlo. Non appena sentii il mio nome rimbombare nei corridoi affollati, ebbi un mancamento. Mi alzai lentamente diventando pallida. Sentivo i battiti del cuore venire a mancare ogni passo che facevo in più per avvicinarmi alla porta dell'aula. Non appena entrai, trovai due o tre professori seduti dietro la scrivania. Salutai cordialmente e mi accomodai di fronte a loro. Era arrivato il momento. Non osavo nemmeno immaginare le domande che avevano in serbo per me.

<<Spencer?>> sussurrai quasi incredula. Mi avvicinai a passo svelto verso lui con un sorriso stampato sulle labbra fino a cingergli il collo con le mie esili braccia. <<cosa ci fai qui?>> chiesi io davvero sorpresa del fatto che fosse venuto a prendermi. <<ho una sorpresa per te>> mormorò vicino al mio orecchio. Si allontanò e con fare misterioso cominciò a camminare, trascinandomi con lui. Attraversammo il campus universitario che frequentavo mano nella mano, tra i giardini dall'erbetta folta e corta che ricopriva quel manto di terriccio umido e fresco. <<come'è andato l'esame?>> chiese lui mentre passeggiavamo l'uno accanto all'altro. <<spero bene...ho risposto a tutte le domande, con appositi approfondimenti e non ho smesso mai di parlare. Sembravo una macchinetta impazzita che diceva cose a vanvera ma con un filo logico. In un certo senso, credo di averli storditi. Ad un certo punto del colloquio orale, li vidi per un momento persi.>> sentii Spencer ridacchiare. Sorrisi anche io perché adoravo il suono della sua risata. <<dove stiamo andando?>> domandai. Ero troppo curiosa e impaziente. Non amavo molto le sorprese, ma dal momento in cui il mio fidanzato me le faceva continuamente, mi ero abituata e alla fine non mi dispiacevano così tanto. <<a pranzo..>> lasciò la frase in sospeso. Questo significava che la sorpresa era il "pranzare fuori" oppure il pranzo faceva parte della sorpresa? 

Biblioteque in love~Spencer Reid ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora