<<15 giorni......non sono poi così tanti, giusto Honey?>> sussurrai io al mio adorato cagnolonone tranquillamente accucciato sul tappeto della camera, passando il dito sul piccolo calendario poggiato sul comodino. <<in fondo sono solo 15 giorni. Sono stata sempre regolare però non può essere, giusto? Insomma, siamo sempre stati attenti....abbiamo sempre preso precauzioni....è letteralmente impossibile>> continuai a mormorare camminando avanti e dietro per la stanza. Vedevo solo il viso tenero di Honey seguirmi con lo sguardo. Mi inginocchiai accanto a lui e accarezzai il suo capo. <<dovrei chiamare mia madre? Oppure Brad? Lei già ci è passata, magari può consigliarmi....oddio, perchè è tutto così confuso?>> sospirai io e il cane poggiò teneramente il suo mento sul mio ginocchio, come per consolarmi, mugugnando qualcosa. Sorrisi nervosamente. <<devo chiamare Brad?>> chiesi. Continuò a fissarmi. Penso di aver dimenticato per qualche momento di star a parlare con un cane. Per carità, lui era così dolce e carino ma era un cane e non era in grado di rispondermi. Presi il telefono. Feci un grosso respiro prima di digitare il suo numero per cercare di calmarmi e poi, tasto verde e telefono all'orecchio.
Tre squilli....Quattro squilli.....Cinque squilli e finalmente sentii la sua voce leggermente assonnata. <<pronto?>> sospirò lei. <<Brad...sono io.....devi venire subito a casa...ho un urgente bisogno di parlarti, seriamente>>. Lei annuì e riattaccò.
Ero in salotto, seduta sul divano, con il viso all'ingiù sorretto dalle mani poggiate sui gomiti e il mio Honey che mi faceva compagnia, come sempre. Era passato qualche minuto dalla telefonata con Brad ed io la stavo aspettando con molta agitazione e con molta ansia. <<dieci minuti.....sono passati dieci minuti e lei non è ancora arrivata. Strano no?>> mi rivolsi nuovamente al mio cagnolino, che continuò a guardarmi perplesso. E mentre accarezzavo Honey, il campanello suonò improvvisamente. Il cane drizzò le orecchie ed io drizzai in piedi. Corsi verso la porta e, senza guardare dallo spioncino, aprii. <<finalmente>> mi liberai io. <<scusami, però ho fatto il prima possibile>> si piegò poggiando le mani sulle ginocchia, con il respiro affannato e i capelli scompigliati. <<vieni>> le feci spazio per entrare e ci accomodammo a tavolino. Avevo già preparato il caffè, in effetti era un po' freddo ma comunque bevibile. Lo versai in due tazze e lo servii a tavola. Dopo qualche sorso, la voce di Brad si fece sentire. <<allora, cosa devi dirmi di così importante? Mi sembravi abbastanza preoccupata ed agitata al telefono. La situazione non è molto diversa da come ti vedo ora>> spiegò lei sorseggiando il caffè. Deglutii e poggiai la tazza sul tavolino legnoso. Poggiai una mano sulla fronte e la strofinai leggermente. <<ho un ritardo>> sibilai imbarazzata. <<un ritardo?>> ripetette avvicinando il suo viso al mio come per sentire meglio. <<si, Brad. Ho 15 giorni di ritardo, due settimane>> mi coprii nuovamente il viso con le mani. <<sei sicura di.....>> non continuò la frase ma io capii lo stesso. <<non lo so, può essere ma non credo. Siamo sempre stati attenti, però non so. Oddio Brad, non riesco a capire più niente>> piagnucolai io confusa ed agitata. <<oh tesoro>> mi abbracciò da dietro e poggiò il suo viso sulla mia spalla. <<hai avuto sintomi che provassero una "presunta" gravidanza?>> chiese mimando le virgolette. Cominciai a riflettere. <<ho delle forti nausee quando sento il profumo di determinati odori e cibi...e poi mal di testa frequenti>> sospirai io. La mia migliore amica mi guardò "ovvia". Abbassai di nuovo il capo disperata. <<Brook, facciamo così>> mi prese per un braccio e mi portò via dalla cucina.
<<no>> dissi io sicura. <<si invece>> affermò Brad. Mi coprii il viso con le mani per la disperazione. <<dai Brook, è l'unica possibilità che abbiamo per toglierci questo dubbio>> mi prese fra le braccia e mi guardò negli occhi. <<so come ti senti. Il terrore e l'ansia stanno scorrendo nelle tue vene, proprio come la curiosità di quel risultato>> si fermò senza mai lasciare quel feeling che si era creato. <<nessuno può capirti meglio di me Brook, ci son passata e posso dirti che è stato difficile ma allo stesso tempo bellissimo>>. Una lacrima sgorgò dai miei occhi. Sentii il dito di Brad sulla mia pelle umida. <<ho paura Brad>> sussurrai io con voce soffocata dalle lacrime. Vidi le labbra di Brad piegarsi in un sorriso. <<Brook>> mi accarezzò i capelli e prese il mio viso tra le mani. <<qualunque sia il risultato, qualunque sia la reazione, io ti starò per sempre accanto come sono sicura che ti stiano accanto tutte le persone che ti amano davvero>> mi baciò la fronte e uscì dal bagno. Rimasi lì, con quel test tra le mani. E' incredibile, quasi impossibile pensarlo ma quell'oggettino così piccolo e quasi insignificante, mi avrebbe stravolto completamente la vita. Eppure in quel momento, mi sfiorò l'idea di quanto potesse essere bello avere una vita che cresce dentro di te. Sorrisi e con mani tremanti mi convinsi di fare quel dannato test. Basta dubbi. Basta incertezze.
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Biblioteque in love~Spencer Reid ❤️
ChickLitEra andata in giro per il mondo in cerca dell'amore, quando la sua anima gemella era sempre stata lì