Faceva un gran caldo a Lincoln, quel giorno. La temperatura si aggirava attorno ai ventisei gradi ed era molto elevata rispetto alla temperatura media del paese. Ero in giardino, ad aspettare che gli altri finissero di prepararsi. Brad, Tim e il piccolo Jacob erano partiti da un pezzo verso casa di Marysol, la mamma della mia migliore amica. Si sarebbero fermati lì per un saluto prima di raggiungerci a casa di Jocy e Will, i miei cari nonnini. Ero euforica al solo pensiero di rivederli, mi mancavano tanto! E pensare che da lì a breve sarebbero diventati bisnonni! Ecco....non sapevo se annunciarli della gravidanza....tutta quella faccenda mi stava mettendo in uno stato di agitazione. Volevo aspettare nel comunicarglielo, ma non so se la mamma, in preda all'euforia, sarebbe stata capace di tenerlo nascosto.
<<hey>> mi girai di colpo e vidi il viso tenero di Mike comparire dalla porta. I capelli neri erano tutti scompigliati sulla fronte, e i suoi occhi verdi tendenti al celeste, illuminavano il suo viso tondo ma allo stesso tempo magro. <<scusa...non volevo spaventarti>> sghignazzò lui alzando le mani come per difendersi. <<hey....tranquillo, non mi hai spaventato. Mi hai solamente colto alla sprovvista, ero leggermente sovrappensiero...>> faccio spallucce e mi siedo sul divanetto in vimini bianco che mamma aveva sempre tenuto in perfetta cura. <<allora....come stai?>> chiese lui sedendosi accanto a me. <<bene....>> risposi con noncuranza, evitando il suo sguardo come se stessi su un'altro pianeta. <<bene......>> aggiunse fissando le sue scarpe. Rimanemmo qualche minuto in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri. <<e quindi avrai un bambino.....>> cominciò lui interrompendo la calma che si era creata. <<a quanto pare si....>> dissi sorridendo e portandomi una mano sulla pancia. Lui guardò il mio gesto e vidi i suoi occhi riempirsi di gioia, ma anche di nostalgia. <<cosa succede?>> chiesi non appena il suo sguardo si incupì. Fece spallucce e si strinse in quest'ultime. <<nulla....>> sospirò passandosi una mano fra i capelli mori. <<è solo che tu stai per avere un bambino....>> continuò lui sempre tenendo lo sguardo fisso in un punto nel vuoto. <<e poi hai anche Spencer.....ed io non ho nessuno>> fece chiudendo gli occhi, forse per evitare che le lacrime uscissero da questi ultimi. Improvvisamente mi si strinse il cuore. <<ti stai costruendo una famiglia tutta tua....e ti distaccherai dalla tua vera famiglia....quella che ti è sempre stata vicino>> a quelle parole, i miei occhi si riempirono di lacrime. Alzò lo sguardo e mi guardò come un bambino spaventato. <<ho paura che tu possa dimenticarti di noi....di me>> aggiunse con gli occhi lucidi. Mike aveva paura che io lo abbandonassi, che mi dimenticassi di lui. <<Mike...>> sussurrai io stupefatta. <<non potrei mai abbandonarti, come non potrò mai abbandonare mamma, papà e Tim. Vi voglio bene e ve ne vorrò sempre. Ma non è giusto che io non possa crearmi una famiglia. Il fatto che io stia per sposare Spencer e che stiamo per avere un bambino, non deve farti pensare che ti abbandonerò, perchè non è così. Ti vorrò per sempre bene...sarai per sempre il mio fratellino, come Tim sarà per sempre il mio "fratellone"...capito?>> e dopo quelle parole lo abbracciai forte a me. Vidi che quelle parole lo rassicurarono ed un peso enorme si sciolse dal petto. <<davvero ti sposi?>> chiese lui giocherellando con i pollici. Impallidii improvvisamente. Cavolo. Avevo detto che mi sarei sposata con Spencer. <<bhè...si....>> dissi io arrossendo. <<sono felice per te, sorella. Davvero>> mi sorrise e mi stampò un bacio sulla guancia. Che tenero! Continuammo a chiacchierare del più e del meno. Mi raccontò di aver conosciuto una ragazza nell'Università che stava frequentando, si chiamava Bethany e si stavano frequentando come amici, ma Mike sperava che quell'amicizia si trasformasse in qualcosa di più in futuro. La nostra conversazione venne interrotta dall'arrivo del resto della famiglia, che ci annunciò di ritirarci e incamminarci verso la casa dei nonni.
La campagna mi mancava così tanto. Il profumo dei fiori appena raccolti, le cortecce degli alberi ruvide al tocco della mano, i frutteti, gli animaletti che saltellavano qua e di la...tutto. E la campagna di nonna Jocy e nonno Will, era tutte queste cose insieme. Adoravo venire qui quando ero piccola, e giocare con il mio coniglietto bianco, grande quanto la mia mano all'ora. Spesso accompagnavo nonna nell'orto a raccogliere pomodori ed insalata, altre volte invece la aiutavo con il giardinaggio. Il mio strumento preferito era lo spruzzino. Schizzavo acqua ovunque e spesso anche addosso alla nonna. Ma ciò che amavo di più da fare con la nonna, era sicuramente cucinare. Ed infatti, la trovai proprio lì. Era di spalle ed intenta a preparare qualcosa, con il suo impeccabile grembiule verde con grandi quadrati bianchi sulla tasca sul davanti. <<ciao nonna...>> si girò all'improvviso, e non appena mi vide, mi corse incontro abbracciandomi come non mai. Aveva le lacrime agli occhi. <<tesoro mio....che bella sorpresa>> disse accarezzandomi i capelli ramati. Non era per niente cambiata. I suoi capelli bianchi erano perfettamente ordinati sul capo, ed il suo viso era perfettamente truccato, come sempre. Gli occhi contornati dalla matita azzurra che richiamava alla perfezione il colore dei suoi occhi, e il rossetto rosa chiaro sulle labbra. <<sono così felice di vederti>> aggiunse prendendomi il viso tra le mani. <<anche io nonna>> dissi con un gran sorriso. <<e chi è questo bel giovanotto?>> domandò guardando oltre le mie spalle. <<oh...lui è Spencer...è il mio ragazzo...>> ero leggermente imbarazzata, infatti le mie guance arrossirono all'improvviso. Spencer si avvicinò mostrando quel suo sorriso che tanto adoravo. <<molto piacere, signora Hines>> anche lui era leggermente imbarazzato, ma la nonna parve non accorgersene. <<oh, caro...chiamami pure Jocy>> disse lei ridacchiando. <<come vuole...Jocy>> ripetette il mio ragazzo. <<nonna....sai dov'è nonno?>> chiesi io con una gran voglia di vederlo e di giocare a scacchi. <<e dove vuoi che sia tesoro....sempre nel suo ufficio>> fece spallucce con una faccia ovvia che mi fece ridere. <<torno tra pochissimo>> lasciai Spencer con la nonna. Sembrava ci fosse una grande sintonia tra i due, anche perchè li sentii ridere mentre andavo al piano di sopra.
Già dalle scale, si poteva sentire il forte odore di tabacco che caratterizzava per gran parte il nonno. Continuai a salire mentre i ricordi cominciarono a sfiorare la mente. Ricordo quando era piccolina, e salivo quelle stesse scale per chiamarlo ed annunciarli che il pranzo era pronto. Così lui si alzava, mi prendeva tra le sue braccia e mi metteva sulle spalle, facendomi scendere le scale così. Adoravo stare sulle sue spalle, mi facevano sentire grande e più alta. La porta del suo ufficio era semi aperta. Mi sporsi per guardare e lo vidi seduto sul lungo tavolo di legno massiccio, con la sua grande e antichissima macchina da scrivere che amava e con la quale digitavo parole a caso quando avevo due o tre anni. Bussai e lui alzò subito lo sguardo su di me. <<Brook....>> sussurrò come se avesse appena visto un fantasma. <<ciao nonno>> lo salutai io con un gran sorriso sulle labbra ed una grande emozione addosso. <<oddio....che bella sorpresa>> scattò in piedi e corse verso di me abbracciandomi forte forte. <<oh tesoro....che bello rivederti>> i suoi occhi marroni scuro era illuminati da una scintilla di emozione, e sotto i suoi baffi bianchi si nascondeva un sorriso. <<anche per è bello rivederti...mi siete mancati tanto>> accennai con un sorriso. <<cosa stavi facendo?>> chiesi oltrepassando la scrivania in legno. <<nulla...stavo buttando qualche idea che mi era passata per la mente>> gesticolò mentre parlava. <<un nuovo libro?>> chiesi sfiorando il foglio di carta bianca con le mani. <<più o meno....ti va una partita a scacchi? Scommetto che hai tante cose da raccontarmi...>> fece con un sorriso. Annuì con la testa. <<però prima voglio presentarti una persona>> sorrisi e lo accompagnai di sotto. Spencer era in sala da pranzo ed appoggiato al caminetto in mattoni, con un bicchiere di succo all'arancia tra le mani. <<ecco....nonno, lui è Spencer, il mio ragazzo>> dissi io indicandolo con il dito. <<ciao Spencer....molto piacere di conoscerti....Brook mi ha parlato molto di te>> si presentò con un gran sorriso. Spencer rispose stringendogli la mano che le aveva porto. <<piacere mio, signor Hines>> ricambiò il sorriso. <<oh, per cortesia, chiamami pure Will....sai giocare a scacchi?>> chiese mio nonno diretto. <<assolutamente si...molto spesso giochiamo io e sua nipote>> disse guardandomi. <<oh, perfetto....allora non ti dispiace fare una partita?>> Spencer rimase alquanto stupito. <<certo che no, signor....Will>> sorrise e insieme andarono di sopra. La giornata trascorse tranquilla, tra chiacchiere risate e deliziosi dolci cucinata dalla mia fantastica nonnina.
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Biblioteque in love~Spencer Reid ❤️
ChickLitEra andata in giro per il mondo in cerca dell'amore, quando la sua anima gemella era sempre stata lì