Just marry- 16

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Lasciamo fare al caso. Le ultime parole scambiate tra me e Spencer. Le ultime parole che ho sentito uscire dalle sue sottili labbra. E sempre quelle stesse parole mi frullavano nella testa mentre attraversavo il tappeto rosso con in mano un bouquet di rose bianche nelle vesti di una damigella d'onore. E negli invitati di quell'indimenticabile giorno, riuscii a scovare il viso tenero e ingenuo del ragazzo che tanto di era mancato. Lui era lì. Non potevo crederci. Le mani cominciarono a sudare e tremare contemporaneamente. Sorrise anche lui non appena mi vide scorgere dalla folla in piedi. Mi sedetti ad uno dei primi posti delle panche della chiesa. Era così bella quel giorno. Addobbata come non mai. Fiori che sbucavano da qualsiasi angolo, fiocchi di tulle bianco e poi, tanto ma tanto amore nell'aria. Vedevo loro, Charlotte e Paul, che si stringevano forte la mano emozionati. I loro occhi lucidi, le loro tremolanti, la voce bassa e esitante. Qualche lacrimuccia scese dagli occhi di tutti gli invitati. Quella cerimonia era davvero toccante. E poi il loro amore era davvero straordinario. Chissà se anche io un giorno avrei potuto andare all'altare accompagnata da mio padre nel mio bel vestito da sposa....chissà se mi sarei mai sposata. Chissà se avrei pianto durante le fatidiche "promesse" che in quel momento i due futuri sposini si stavano dichiarando. Chissà se un giorno avrei infilato quel famoso anello all'anulare sinistro del mio futuro marito. Erano tutti punti interrogativi a cui avrei tanto voluto rispondere, ma non era possibile. In quel preciso istante mi voltai verso l'altra sponda della chiesa, ed incrociai lo sguardo di Spencer. Rimanemmo in quella posizione fino a quando la voce squillante del prete non interruppe quell'atmosfera di tranquillità e calma creatasi nella chiesa. <<vi dichiaro marito e moglie. Lo sposo può baciare la sposa>> e quel silenzio si trasformò presto in un chiasso allucinante. Incominciammo a battere le mani mentre alcuni addirittura a fischiare come dei pecorai in mezzo alle campagne. E così, dopo il bacio dei due ragazzi, gli invitati, comprese noi damigelle e testimoni, uscimmo dalla chiesetta e prendemmo il fatidico riso e, non appena i neo sposini uscirono mano nella mano, le loro teste furono invase da migliaia e migliaia di chicchi di riso. Cercarono di coprirsi la testa con le mani o con il bouquet di rose bianche, ma questo ebbe scarsi risultati visto che i loro capelli erano ormai cosparsi di riso. E così, dopo la cerimonia, tutti al ristorante.

Ballavano uno attaccato all'altro. Erano così dolci e romantici. Charlotte quel giorno era ancora più bella del solito. I capelli biondo scuro rialzati in un'acconciatura particolare cosparsa di piccoli diamantini, il vestito che le calzava a pannello ed un viso che si esprimeva da solo. Tra le note della canzone su cui danzavano lentamente, si scambiavano teneri baci. Ero davvero felice per loro. Erano una coppia perfetta e bellissima. E poi si amavano, ed era quello che contava.

Tutta quella musica ad alto volume e tutto quel ballare mi aveva fatto venire il mal di testa. Uscii per prendere una boccata d'aria e mi fermai a guardare il tramonto di quella bellissima giornata di sole autunnale. Il sole era finito dietro alcune nuvole sparse qua e la nel tratto di cielo che era all'orizzonte. Quel posto era davvero bellissimo. Quei giardini dall'erba soffice e verdeggiante. I fiori colorati in vasi alti e possenti. Oppure c'erano quei fiori di campo ,però perfettamente curati, che sorgevano dalle piccoli siepi che dividevano il giardino in più spazi. E poi, quel lago blu scuro e poi verde smeraldo, sul quale quel famoso ristorante sorgeva. Ero praticamente sulla sponda del fiume, sui piccoli ciottoli bianchi e consumati. Si sentivano i rumori dell'acqua che arrivava in riva bagnando i sassolini, oppure degli uccellini sugli alberi che costeggiavano quel giardino immenso. Socchiusi gli occhi e sorrisi, godendomi tutta quella pace in piena tranquillità. E mentre ero nel mezzo nel raggiungere la mia quiete interiore, ecco che venni interrotta. <<rilassante, vero?>> avrei saputo distinguere quella voce anche nel caos più totale, anche se sarebbe apparsa come un lontano sussurro. Aprii gli occhi e mi girai. Vidi Spencer. Aveva un simpatico smoking addosso, che però gli stava alla perfezione. Dimenticavo, lui era perfetto anche con gli stracci addosso. Teneva le mani nelle tasche del suo pantalone nero. Aveva la camicia sbottonata all'inizio e questa lasciva vedere il suo petto. E che petto! Si avvicinò, mentre io avvampai. <<sei bellissim-...cioè volevo dire....ti sta davvero bene questo vestito>> disse lui socchiudendo un paio di volte gli occhi timido per ciò che aveva detto. Sorrisi timida lasciandomi scappare un <<grazie...anche tu non sei niente male>> dalle labbra sottili e disidratate. Chiusi gli occhi imbarazzata. Voltai lo sguardo verso l'orizzonte. Verso la luce che stava scomparendo che però rifletteva sull'acqua cristallina. Che cosa romantica. Ed il bello era che accanto a me c'era il ragazzo dei miei sogni. Con la coda dell'occhio vidi che ogni tanto mi rivolgeva qualche sguardo ed io non potevo far altro che sorridere e tanto meno arrossire. <<è davvero stupendo>> sussurrò lui per non interrompere la pace che si era creata. E come per magia, ci girammo contemporaneamente facendo scontrare i nostri occhi, completamente diversi ma allo stesso tempo completamente uguali. Quel verde e quel nocciola che si mischiavano tra di loro scambiandosi emozioni. Abbassai il capo imbarazzata. Non ero mai riuscita a fissare per tanto tempo un ragazzo. Mai. Una ciocca di capelli ondulata cadde sul viso. Sentii solo le dita morbide e leggermente tremolanti di Spencer sfiorare la mia guancia per spostare quella ciocca di capelli. Sorrise ed io ricambiai. Ok, quel momento stava diventando fin troppo imbarazzante così decidi di tagliare, anche se a malincuore, quell'atmosfera tranquilla che si era creata tra noi. <<io andrei....>> e mentre stavo facendo marcia indietro, il tacco della scarpa finì incastrato tra due ciottoli e così, non essendomi accorta di ciò, continuai a camminare ma caddi all'indietro. Non so come, ma mi ritrovai le braccia di Spencer dietro la schiena ed il suo viso a pochi centimetri dal mio. Guardai le sue labbra e lui le mie. Erano attratte l'una dall'altra. Volevano scontrarsi in un bacio e mentre quei pochi centimetri che le dividevano diminuivano sempre di più, la voce squillante di Brad riecheggiò nell'atmosfera dolce che si era creata. <<Bro->> si fermò non appena mi vide piegata nelle braccia di Spencer. <<Brad>> esclamai io tirandomi su con l'aiuto del ragazzo. Arricciò le sopracciglia e <<ci vediamo dopo>> dissi a Spencer. Annuì ed io mi incamminai verso la mia migliore amica. <<che cosa è successo?>> sussurrò lei a denti serrati prendendomi per il braccio. <<niente....dentro ti spiego>> mormorai io cercando di non farmi sentire da Spencer. E così rientrammo nello spirito del matrimonio, ballando assieme alla sposa e a tutti gli invitati. Ci divertimmo tanto e quel matrimonio fu uno dei più belli a cui io ebbi mai partecipato.

Biblioteque in love~Spencer Reid ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora