Ed anche quell'anno era ormai quasi terminato. Il fatidico e tanto atteso "31 dicembre" era arrivato. Come al solito, nevicava a dirotto a Lincoln, ed io ero chiusa in casa, con le coperte fin sopra al collo, e con il viso rivolto verso il lato della finestra, dove vedevo tutto bianco candido. Spencer dormiva ancora profondamente accanto a me, con il petto nudo. A vederlo solamente rabbrividivo di freddo per lui. La porta della stanza era semichiusa, e dalla cucina proveniva un ottimo profumino di dolci appena sfornati. La tentazione fu talmente tanta che non resistetti più a stare stesa, bensì mi alzai dal letto e lasciai che quell'odore di cibo caldo e piacevole mi condusse verso la strada che avrebbe colmato la mia fame.
Era rivolta con le spalle contro la porta, con addosso ancora il pigiama coperto da un'elegante vestaglia da notte bianca e di seta liscia. Sfornava teglie dal forno e ne sempre di più. La quantità dei dolci sul tavolo era davvero enorme, e il bello era che ne infilava e impastava sempre di più. La vedevi impegnata su quel piano in marmo della cucina, con il matterello tra le mani che appiattiva sempre di più la frolla su cui stava lavorando. Dopo che fece le formine con gli stampi, posizionò la pasta sulla carta da forno e la infilò, per l'ultima volta, nel forno. <<ed anche questa è fatta>> sussurrò come se parlasse con se stessa mentre aggiungeva un "tick" su un foglio di carta leggermente unto per l'olio che era sparso sul bancone. Improvvisamente sentii due braccia che mi avvolsero la pancia, stringendomi a se. Sussultai e mi girai di scatto. Non appena vidi il volto familiare di Spencer, lasciai un sospiro dalle labbra, mentre il cuore batteva ancora all'impazzata. <<scusa, non volevo spaventarti>> sussurrò con voce calma e bassa all'orecchio. Sorrisi, poggiai la testa sulla sua spalle e lasciai che le sue braccia si chiusero attorno al mio bacino, facendomi sentire protetta e sicura. Mi baciò la testa ripetutamente, accompagnando quel dolce gesto con carezze aggraziate sui capelli.
Eravamo ritornati in camera. Era ancora mattina presto, il sole era sorto da circa una mezzoretta ed io ero riuscita a dormire qualche minuto in più. Ma in quel momento ero abbracciata a Spencer, sotto le coperte, e stavamo scrivendo una lista dei " buoni propositi" per il nuovo anno ma era molto più difficile di quanto avessimo mai pensato. <<allora....qual'è uno dei tuoi "buoni propositi" per l'anno nuovo?>> esordì il mio adorabile fidanzatino picchiettando la penna sul cartone del taccuino. Rimasi per un po' in silenzio, riflettendo sulla domanda che mi aveva posto. Al primo posto avrei messo la felicità nel realizzare i miei sogni, che piano piano si stavano avverando tutti: il matrimonio con la persona che amavo e la nascita del piccolo frutto del nostro amore. Poi sicuramente ne faceva parte l'essere un bravo genitore. Certo, la paura di non farcela e lo sgomento erano tanti, ma ero sicura che sarei riuscita a dare a mia figlia ciò di cui aveva bisogno: amore, affetto e la giusta educazione. Speravo tanto che tutti gli esami di scienze umane che avevo fatto per laurearmi in psicologia mi aiutassero nella gestione dell'avventura in cui mi stavo inoltrando. E poi, in quella famosa lista, aggiunsi anche l'essere una buona moglie, che avrebbe ascoltato e amato suo marito per il resto della sua vita....e come si usual dire "nella salute e nella malattia". Sarei stata sempre accanto a lui, poichè l'amore che provavo nei suoi confronti era una di quelle cose di cui non ci si stancava mai nella vita.
<<e tu cosa inseriresti nella lista dei "buoni propositi" per l'anno che è alle porte?>> ero poggiata su un lato, con un braccio che mi sorreggeva la testa, e nel frattempo guardavo negli occhi Spencer, che faceva scorrere avanti e dietro un dito sul braccio, facendomi rabbrividire. Sorrise alla mia domanda, e mentre stava per rispondere, strizzò violentemente gli occhi, alzandosi di scatto dal letto. Portò le mani sulla testa e si inginocchiò a terra. <<oddio Spence>> ero nel panico. Corsi accanto a lui e l'aiutai ad alzarlo, con delicatezza, accarezzando la sua schiena. Non appena si fu calmato, mi strinse forte a se. Aveva il respiro affannato sui miei capelli, e stando accucciata con la testa sul suo petto, riuscivo a sentire i suoi battiti accelerati. Mi sentivo paralizzata, non riuscii a dire nemmeno una parola. Tenevo gli occhi spalancati, ed una lacrima sgorgò da uno di questi, rigandomi la guancia. Fuori non riuscivo a muovermi, ma dentro stavo assistendo ad una battaglia. Tutto era scombussolato, come sommosso da qualcosa che aveva capovolto completamente il mio corpo. <<io....>> cominciò Spencer. Aveva la voce soffocata dalle lacrime, ma non ne cacciò nemmeno una da quegli occhi ingenui, spaventati e pieni di dolore. <<non mi succedeva da tempo....non capisco perchè proprio ora...>> sussurrò tra i miei capelli. <<mi dispiace>> aggiunse dopo qualche minuto di silenzio. Quando ebbi finalmente riaggiustato ciò che si era capovolto nel mio corpo e riacquistato il lume della ragione, mi staccai dall'abbraccio e presi il suo viso tra le mie mani. <<tranquillo....non devi dispiacerti. L'importante è che sia passato>> esclamai con voce flebile e bassa. La gola era secca, e le lacrime che volevano formavano un groppo all'altezza dell'esofago. <<però questa non è la prima volta che hai queste emicranie. Devi farti controllare>> aggiunsi successivamente sempre seduta sulle sue gambe, a terra. <<prendilo come un "proposito" per l'anno nuovo>> cercai di ironizzare la cosa e smorzare quella preoccupazione e tensione che si era creata in soli cinque minuti. Lo vidi sorridere e qualche secondo dopo, ridacchiammo assieme per la mia pessima battuta.
<<tesoro, potresti cortesemente passarmi i piatti? Siamo in ritardo...>> esclamò mia madre indaffarata e concentrata ai fornelli. Annuì e presi i piatti dalla credenza con l'aiuto di Brad. Quella sera eravamo tutti.....ma proprio tutti. Le pietanze che avevamo preparato erano di una quantità esagerata. C'era di tutto e di più nel menù che avevamo preparato con gioia e fatica. La cucina era affollatissima. C'eravamo io, la mia migliore amica, mia madre, le mie nonne(sia materna che paterna), le mie zie (sia materne che paterne) più la mamma e la nonna di Brad. Non appena poggiai i piatti sul tavolino, fui subito rimproverata. <<esci da questa cucina. E' un ordine. Non puoi lavorare ne tanto meno fare sforzi. Siediti sul divano e riposati>> esclamò con voce ferrea e severa mia nonna, indicando con il dito il salotto dove erano riuniti tutti i maschietti più i bambini, se così potevano essere chiamati, visto che erano cresciuti tantissimo. Feci il mio ingresso nel salotto e mi accomodai sul divano, sistemandomi le pieghe del vestito nero. Accanto al tavolino c'erano i miei zii e i miei nonni, assieme a mio padre, a quello di Brad e il nonno di Brad. E ovviamente non potevano mancare i miei due fratellini, che giocavano a biliardo con il fratello della mia migliore amica nella stanza affianco. Lo avevo capito dalle urla "post-sbronza" che emanavano e facevano eco nella stanza. La cena doveva ancora iniziare e loro erano già ciucchi da morire. Mentre mi guardavo intorno, si avvicinarono le due gemelle, Leah e Lynn, cresciute tantissimo dall'ultima volta che le avevo viste. E dopo venitquattro anni, ancora facevo fatica a riconoscerle. Erano identiche, stessi capelli neri, lunghi e lisci; stessi occhi allungati color ambra; stessa carnagione olivastra. Una delle due aveva una voglia a forme di cuore sul polso....ma non ricordo chi. <<possiamo sederci accanto a te?>> chiese una delle due quattordicenni. Sorrisi e feci cenno di si con la testa. Si sedettero ai miei lati e fissarono la mia pancia insistentemente. <<è maschio o femmina?>> domandò Lynn spostando una lunga ciocca di capelli dietro l'orecchio. <<è una femminuccia>> risposi accarezzandomi l'addome. Loro sorrisero mentre gli occhi si illuminarono di gioia. <<possiamo sentire?>> questa volta fu Leah a parlare, la più timidina tra le due, che subito dopo la frase, il suo viso cominciò a dipingersi di una rosso accesso. <<certo che potete>> presi una mano ad entrambi e la poggiai sulla mia pancia. Dopo qualche secondo si sentii una calcetto bello forte, e vidi sulle facce delle gemelle un'espressione di stupore. <<wow>> esclamarono esterefatte all'unisono. Sorrisi e la nostra conversazione continuò subito dopo. Mi raccontarono dei ragazzi della loro scuola, soprattutto di due in particolare che avevano attirato la loro attenzione. Purtroppo, l'annuncio dell'inzio del cenone di Capodanno interruppe la nostra piacevole chiacchierata e fummo tutti obbligati a spostarci in sala da pranzo per dare l'inizio al grande banchetto.
Era tutto pronto...tutto al suo posto. I bicchieri posizionati correttamente sul vassoio in acciaio, i diversi spumanti sul tavolo pronti per essere stappati, e le stelline scintillanti nelle mani di ognuno di noi che aspettavano di essere accese con lo scoccare della mezzanotte. Faceva un gran freddo lì fuori, sul porticato. Le stelle brillavano nel cielo limpido e la città illuminata sorgeva all'orizzonte. Si incominciarono a sentire i primi spari. Tutti erano pronti ad accogliere quell'anno nuovo. E così, cominciò anche il countdown. <<5.....4.....3.....2.....1.....>> un minuto di silenzio e dopo qualche secondo, accadde il putiferio. <<Buon anno nuovo!>> esclamammo tutti in coro, scambiandoci baci e abbracci. I tappi delle bottiglie volarono via e la schiuma degli spumanti cominciò a colare giù per la bottiglia. Accendemmo le stelline scintillanti e gli spari partirono nel cielo, mentre brindavamo all'inizio di quell'anno. Un anno che porterà delle svolte decisive nella mia vita. Un anno che porterà tanti cambiamenti ma tutti stupendi ma soprattutto, tanto attesi. Fu questo quello che pensai sotto il manto stellato della notte, abbracciata all'uomo che amavo, e festeggiando assieme alle persone a cui volevo davvero bene.
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Biblioteque in love~Spencer Reid ❤️
ChickLitEra andata in giro per il mondo in cerca dell'amore, quando la sua anima gemella era sempre stata lì