It's time to have lunch-36

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Il pranzo tanto atteso e ormai consumato fu gradito dagli ospiti. Quel pomeriggio fu il più bello di tutta la mia vita. Attorno a quel tavolo, erano riunite tutte le persone a cui volevo davvero bene. Le persone che mi avevano amato e stimato, appoggiato e sostenuta sia nei momenti migliori che nei momenti peggiori della mia vita. Anche se quel momento durò poche ore che però sembrarono solo pochi minuti, ebbi l'occasione di presentare con maggior tempo e tranquillità rispetto alla festa del mio ventiquattresimo compleanno, il mio adorato fidanzatino alla mia adorata famiglia. Tim lo aveva già conosciuto grazie alle innumerevoli cene sia a casa mia che in quella di Brad, mentre per i miei genitori e per mio fratello Mike fu la prima volta che conobbero Spencer. Devo dire che l'incontro me lo aspettavo diversamente, nel senso che me lo aspettavo in un modo negativo rispetto a quello che è stato. Infatti devo dire che fu un vero e proprio successo. Mio padre tenne da parte la gelosia nei confronti della sua unica figlia femmina e fece una bella chiacchierata con Spencer, mentre mia mamma lo accolse subito nella famiglia con quel suo sorriso stupendo e coinvolgente assieme al suo charme elegante e raffinato. Mio fratello Mike, provò un po' di ostilità nei confronti di Spence, soprattutto al primo impatto, però, durante tutto il pranzo, alleggerì i suoi "comportamenti" e riuscì anche lui a farsi piacere. E dopo l'eccellente risultato di quel fantastico pranzo, fu ora di tornare ognuno a casa propria. Accompagnai la mia mamma a prendere i bagagli nella stanza in cui aveva soggiornato per quei pochi giorni mentre il mio papà cominciò a caricare i suoi bagagli nell'auto di Spencer, visto che li avrebbe riaccompagnati in aeroporto. Io e la mia mamma rimanemmo in silenzio. Stava finendo di mettere le sue cose nella valigia, ed io ero lì ad aiutarla. <<è un bravo ragazzo>> sussurrò mia mamma porgendomi un sorriso. La guardai interrogativa. <<dico Spencer....è un bravo ragazzo. Si vede che ti vuole bene....si vede che vi amate. Siete così carini>> disse con un sorriso a trentadue denti. <<e poi oggi ti ho visto davvero felice. Avevi un'aria diversa, molto più rilassata e tranquilla. E poi, quando una mamma vede felice sua figlia, non può che essere felice anche lei>> aggiunse ed io le cinsi il collo con entrambe le braccia ringraziandole per le belle parole dette. Poggio a terra la valigia, alzò il suo manico e lasciò che le sue rotelle sfregassero contro il pavimento legnoso della stanza. <<dimmi un po' tesoro>> riprese a parlare lei poggiandomi una mano sulla spalla. <<ma i genitori di Spencer?>> domandò. Diventai improvvisamente pallida. Ringraziai i miei genitori per non aver aperto questo discorso a tavola. <<ehm...>> mormorai. <<la sua mamma è ricoverata in una clinica a Las Vegas, il suo paese d'origine, perchè soffre di schizofrenia, mentre suo padre abbandonò la famiglia quando Spencer aveva soli dieci anni>> risposi io ricordando il dolore e la tristezza negli occhi del mio ragazzo quando me ne parlò. Vidi anche il sorriso di mamma scomparire assieme ai suoi occhi pieni di compassione. <<oh, povero ragazzo!>> esclamò lei. Rimasi in silenzio. Pian piano ci avvicinammo all'auto. Trovammo mio padre e Spencer che ci attendevano. E così, arrivò il momento dei saluti. <<ciao tesoro, grazie di tutto....ci vediamo presto>> disse la mia mamma accarezzandomi i capelli e subito dopo, dandomi un forte abbraccio. Salutò anche Spencer, avvolgendo in un caloroso abbraccio. <<ciao papà>> dissi io stampandogli un bacio sulla guancia. Lo vidi sorridere e sussurrare <<è un bravo ragazzo>> ricambiai il sorriso e lui si allontanò fino ad entrare nella macchina. Un cenno di mano dal finestrino fu l'ultimo gesto che feci e vidi da parte dei miei genitori prima dell'estate a venire.

<<finalmente soli>> sussurrò Spence accanto al mio orecchio lasciandomi un bacio sul collo. Sorrisi rispondendo alla sua esclamazione. <<si, solo per poco! Ti ricordo che questa sera, e ciò vuol dire tra meno di due ore, dobbiamo andare da Charlotte e Paul.....dicono che devono darci una notizia importante>> dopo queste parole lo vidi sbuffare alzando gli occhi al cielo. <<però.....è anche vero che abbiamo un'oretta prima dell'incontro>> dissi sorridendo. E quelle parole bastarono per farlo riprendere. Si alzò immediatamente dal divano e si fiondò veloce come una gazzella sulle mie labbra. Mi alzò da terra e mi portò in camera da letto....il resto....bhè....si può capire.

Le sue dita disegnavano piccoli cerchi immaginari sulla mia guancia, le sue labbra sottili erano improntate sulla mia fronte e il suo braccio cingeva la mia vita coperta da un solo e sottile lenzuolo candido. Aprii lentamente gli occhi e la prima cosa che vidi fu il suo splendido sorriso assieme ai suoi occhi color cioccolato di cui ero tanto innamorata. Sorrisi anche io e mi stiracchiai come un gatto appena uscito dalla sua cesta. Spencer ridacchiò perchè solitamente, durante questi momenti in seguito ad una lunga o breve dormita, facevo delle espressioni davvero strane, come socchiudere un occhi, abbassare le labbra o farmi uscire il famoso "doppio collo", incubo delle donne di tutte le età. Tirai uno schiaffetto sul suo braccio in modo scherzoso, e subito dopo lui mi baciò. E nel bel mezzo del nostro bacio, cominciò a squillarmi il telefono. <<non rispondere>> sussurrò Spencer sulle mie labbra. <<magari è importante>> dissi io allontanandolo. Presi il cellulare e lo portai all'orecchio. <<pronto.....si.....ciao....cosa?>> vidi l'ora sull'orologio da polso di Spencer e strizzai gli occhi. <<si, arriviamo>> risposi e riattaccai subito dopo. Spostai il lenzuolo e, veloce come un raggio, corsi in bagno a cambiarmi. <<cosa succede?>> chiese Spencer dalla camera, ancora steso sul letto. <<succede che>> feci una piccola pausa per prendere fiato visto che non facevo altre che correre tra la camera e il bagno <<mezzora dieci minuti fa dovevamo stare a casa di Charlotte, quindi>> un'altra pausa <<devi alzare il sedere dal materasso e cambiarti perchè siamo in super ritardo>> e così, scattò anche lui come una lepre.

Biblioteque in love~Spencer Reid ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora