Christmas gifts- 63

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Quella mattina nevicava....ma che novità! Ormai non faceva altro da giorni. Quella mattina però era una mattina speciale. Era la mattina della Vigilia di Natale. Quella stessa sera sarebbe sceso dal caminetto il fatidico "Babbo Natale", che avrebbe lasciato i regali sotto l'albero e mangiato i biscotti al cioccolato, assieme al bicchiere di latte, che i bambini gli avrebbero lasciato. Ero poggiata con i gomiti sul bancone della cucina, con una tazza di thè al limone tra le mani, e ammiravo dalla finestra i fiocchi di neve che cadevano dal cielo grigio, posandosi delicatamente sull'erbetta folta del prato. E mentre guardavo tale meraviglia, pensavo a cosa potessi comperare ai miei famigliari per Natale. Non ne avevo proprio idea...e poi non sono mai stata brava a fare i regali. Così presi carta e penna e cominciai a scarabocchiare sopra qualche idea. Ad esempio....avrei potuto comprare a mio madre un set da articoli per dolci, visto che lei adora giocare con la pasta di zucchero, creando delle torte stupende. E così, ad ogni persona che mi veniva in mente, pensavo ad un regalo che le potesse essere utile. <<cosa fai di bello?>> sussultai quando sentii le parole di Spencer sul collo. Mi girai di scatto e nascosi il taccuino dietro la schiena. <<scusami...non volevo spaventarti>> accennò un sorriso e baciò le mie labbra. <<no, non mi hai spaventato....diciamo che mi hai solo preso alla sprovvista>> affermai io gesticolando con le mani. Nel frattempo Spencer si era allontanato ed aveva riempito anche lui una tazza con del thè al limone. Era così bello anche da appena sveglio, con i capelli tutti arruffati sul capo, e con la maglietta stropicciata addosso. Per non parlare dei suoi occhi assonnati, così socchiusi e così sonnacchiosi da impazzire. <<e tu cosa ci fai sveglio così presto?>> domandai io cercando di distogliere l'attenzione dal suo corpo perfetto e terribilmente attraente. <<bhè...non riuscivo a dormire, e poi dobbiamo pur abituarci. Tra pochissimi mesi passeremo delle notti insonni, tra pappe...pannolini e tutta quella roba lì>> si avvicinò con un sorrisetto divertito sulle labbra, e con le mani che si poggiarono subito sulla pancia. Un calcetto flebile si sentii al tocco delicato di Spence. <<wow....è incredibile!>> sussurrò con un filo di voce, mentre ondeggiava il palmo delle mani da una parte all'altra, in attesa che la piccolina rispondesse di nuovo al suo tocco. <<cosa?!>> sorrisi sapendo già cosa intendesse, però sentirselo dire era sempre piacevole. <<questo...è un'emozione continua, di cui non ti stanchi mai. Ogni volta è come la prima.....è come la prima volta che l'hai sentita scalciare. Non trovi?>> sul suo viso c'era un velo di emozione, che gli calava solo quando sentiva la sua piccolina scalciare sotto la sua mano. <<si....è commovente, ogni volta come se fosse la prima>>

Infilai il maglione bianco con il collo alto, per proteggermi dal freddo e per evitare di indossare sciarpe attillate che mi facevano mancare l'aria. "me lo ricordavo molto più largo" pensai tra me e me, specchiandomi al muro. Però, nonostante il fatto che fosse leggermente attillato all'altezza del ventre non mi dispiaceva affatto. Una volta sicura che fossi apposto, sia con il leggero trucco sugli occhi (matita e mascara), sia con gli abiti indossati, allora presi la borsa e scesi di sotto. <<dove stai andando?>> fui bloccata da mio fratello Mike, che con aria interrogativa e una tazza di caffè fumeggiante tra le mani, mi fece questa domanda per l'ennesima volta in quella mattina. Alzai gli occhi al cielo. <<devo uscire....posso oppure devo chiedere il permesso a tutti qui?>> infilai il cappotto e sopra ci avvolsi il fatidico scialle che fungeva da coperta. <<no...è solo che non dovresti uscire da sola. Insomma, sei incinta e per di più nevica a dirotto fuori!>> esclamò sorseggiando un po' del suo caffè. Sbuffai e mi girai completamente verso di lui. <<ha smesso di nevicare, e le strade sono già state sgombrate e sono di nuovo accessibili. E poi il fatto che io sia incinta non mi vieta di certo di uscire da sola!>> e con certezza, aggiustai il colletto del cappotto. <<Spencer lo sa?>> incalzò lui con un sorriso impertinente sulle labbra. <<certo che lo sa....perchè, Mike, non dovrebbe saperlo?>> fece spallucce. Così presi la borsa, controllai che all'interno ci fosse la lista che avevo steso con tanta cura, e infine salutai il mio fratellino con un cenno di mano.

Biblioteque in love~Spencer Reid ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora