I want...- 24

560 32 1
                                    

Scesi frettolosamente le scale, rischiando di sfracassarmi la testa minimo una decina di volte. Raggiunsi il pianerottolo e uscii velocemente dal portone. Trovai Spencer, poggiato accanto al muro del palazzo, con lo sguardo basso e le mani nelle tasche. Aveva un profilo perfetto. Il chiarore della luna illuminava i suoi lineamenti perfetti. <<ciao>> dissi respirando faticosamente. Alzò di colpo la testa verso di me. Sorrise e un dolce e flebile <<ciao>> uscì dalle sue labbra carnose. Restammo come due scemi impalati a fissarci l'uno con l'altra, quando lui allungò la mano verso di me. <<andiamo?>> chiese lui. Annuì entrando in contatto con la sua mano. Cominciammo a passeggiare per le strade affollate di Georgetown. Alcune volte mi soffia il naso per il pianto con Brad, infatti poi Spencer mi chiese. <<tutto apposto? Hai gli occhi leggermente lucidi>> notò lui. Sospirai. <<si, è solo che prima di uscire ho aiutato Brad a tagliare le cipolle per la cena>> dissi. Mio dio Brook. Perché gli hai detto che hai tagliato le cipolle? Non potevi dirgli semplicemente che non ti sentivi molto bene? Hai desso hai fatto proprio una figura da idiota. Ed ecco che come mercoledì, appariva quella fastidiosa zanzara che ronzava attorno a me facendomi notare l'enorme figuraccia che avevo fatto. Arrossi per la vergogna. <<dove andiamo?>> chiesi io cercando di cambiare argomento il meno imbarazzata possibile. <<è una sorpresa...>> rispose lasciando in "suspense" la frase. Sospirai. Io e le sorprese non è che andavamo proprio tanto d'accordo, anzi, a dire la verità le odiavo proprio. Però, se fatte da Spencer, potevano andar bene...forse. Non ero mai stata tanto curiosa nella mia vita, però quel giorno lo ero. Volevo sapere dove mi avrebbe portata. Le sorprese mi mettevano ansia.

Camminavamo da circa dieci minuti e tutti quei minuti in silenzio. Lo sapevo che quei tentativi di "bacio" avrebbero messo a repentaglio il rapporto che si era creato. Eravamo entrati finalmente in sintonia, se così si può dire. Era possibile che un probabile e ipotetico bacio avesse messo a repentaglio un rapporto? Lo guardai mentre continuavamo a camminare. Era così perfetto. Avrei voluto davvero baciarlo però forse lui non voleva la stessa cosa. <<eccoci arrivati>> esclamò lui facendomi sussultare. Sorrisi. Aprì la porta e mi fece entrare per prima. Lo ringraziai e ci sedemmo su uno dei tanti tavoli del locale. Ordinammo e mentre aspettavamo i nostri piatti, rimanemmo in silenzio. Tenevo lo sguardo fisso sul tovagliolo candido e bianco che avevo sulle gambe. Mi sentivo imbarazzata. Spencer era di fronte a me e avevo paura che ogni movimento che avessi fatto, volontario o meno, potesse essere giudicato. E così, porsi la massima attenzione ad ogni cosa che avessi potuto fare. <<Brook....>> si schiarì la voce. Alzai la testa con alcune ciocche di capelli che ricadevano sul viso. <<si...>> risposi esitante. Avevo un nodo alla gola che intralciava le parole. <<io...>> iniziò a dire ma si bloccò subito dopo. Era indeciso e nervoso. Si strofinò l'occhio destro furiosamente. <<tutto ok, Spence?>> Spence? Da dove mi era uscito quel "soprannome"....Però non era poi così male, anzi, tutt'altro. Era dolce e carino. Lui mi guardò ed io arrossii improvvisamente. <<mi dispiace.....io non....avrei dovuto.....>> era molto vago ma quelle parole bastavano per farmi capire che si riferiva all'ipotetico bacio tra noi. Mi faceva pena. Era così timido e nervoso. Incespicava con le parole e non l'avevo mai visto così indeciso e impacciato. <<non fa niente....davvero>> dissi io sorridendo flebilmente. Ero nervosa tanto quanto lui. Non oso immaginare chi ci ha visto in quel locale cosa possa aver pensato. Sembravamo due imbecilli che rimanevano in silenzio e, per di più, imbarazzati. Le nostra portate arrivarono a tavola e cominciammo a mangiare.

Camminavamo lungo i vialetti del parco in cui eravamo soliti andare. Ogni tanto, qualche sguardo furtivo scappava da entrambi. Ci sedemmo su una panchina e restammo in silenzio, come per il resto della serata d'altronde. La luna brillava alta nel cielo. Era bellissima e candida. Bianca come non mai. Nessuna nuvola la occupava rischiando di rovinare il suo chiarore che emanava. Rimanevo lì a fissarla, ad ammirarla. E più l'ammiravo e più immaginavo quanto potessi essere piccola di fronte a quella sfera grande e semplicemente straordinaria. Mi girai verso Spencer. Anche lui stava osservando il cielo, limpido e tempestato di stelle. Quel chiarore lunare offuscato però dagli alberi, illuminava il profilo perfetto del ragazzo. Sorrisi. Più lo guardavo, e più me ne innamoravo. Era unico, non esistevano ragazzi come lui. Era semplicemente Spencer, il magnifico genio dalla mente straordinaria. Che sapeva calcolare i numeri più assordi al mondo senza mani ne calcolatrici, colui che sapeva tutti i saggi possibili e immaginabili a memoria. Colui che conquistò il mio cuore. Si girò. Arrossii e abbassai il capo imbarazzata. Sentii il suo profumo farsi sempre più vicino a me. E poi, le sue dita si poggiarono sotto il mio mento. Lo guardai. Ci guardammo. In quel momento la luna ci illuminava in pieno. Spostammo lo sguardo sulle labbra l'uno dell'altro, e, come due magneti, ci unimmo. Le nostre labbra adesso erano unite. Unite l'una all'altra. Le emozioni che provai erano indescrivibili. Scosse che attraversavano il corpo, fitte al cuore di felicità, battito accelerato e le mani vellutate di Spencer sulle mie guance. Quel bacio. Il mio primo bacio. Il nostro primo bacio sotto un mantello stellato. 

Biblioteque in love~Spencer Reid ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora