Capitolo 10.

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"Stai davvero studiando a quest'ora?" Riccardo avanza nella stanza, chiudendo la porta proprio alle sue spalle. Mi guarda con insistenza, sedendosi poi sul letto. Ci separano circa cinque metri, ma l'incrocio dei nostri sguardi riesce perfettamente a renderci davvero più vicini del previsto.
"Certo. Scusa, perché? Non mi hai preso sul serio quando te l'ho detto prima?" Giro una bic fra le dita, un attimo prima di ruotare il capo verso la sua direzione, soltanto per guardarlo meglio.
"Io non prendo mai sul serio nessuno" Risponde, facendo spallucce con un sorrisino davvero simpatico.
"Dovresti iniziare a farlo" La mia frase suona un po' come se fosse una specie di consiglio o qualcosa del genere.
"Beh, vedremo" Sospira. Si solleva di scatto, camminando verso di me per poter osservare ogni piccolo dettaglio. Il suo sguardo si sposta prima sulla parete, poi sulla scrivania e successivamente su di me. Mi scruta con attenzione, infiammando piano piano ogni centimetro della mia pelle.
Rilassa ogni muscolo, facendo poi scivolare le mani all'interno dei suoi jeans scuri. Appoggia il fianco proprio sulla scrivania, incrociando le braccia al petto. Continua a fissarmi con insistenza, rendendomi sempre più fragile. "Ma se ti chiedessi il numero del cellulare, me lo daresti?"
Io lo guardo, visibilmente confusa e terribilmente sorpresa.
"Stai flirtando con me, o sbaglio?" Gli chiedo, inarcando lievemente un sopracciglio.
"Beh, molto probabilmente lo sto facendo" La sua risposta mi spiazza immediatamente. Sapevo che il suo umore sarebbe nettamente migliorato dopo la nostra conversazione, ma non mi aspettavo proprio per niente una risposta di questo tipo. Assolutamente.
"E perché mai?" Chiedo retoricamente, chiudendo gli occhi in due piccole fessure.
"Perché tutte queste domande, Federica?"
"Perché mi va di fartele" Rispondo senza esitare un istante, poi sollevo le spalle.
"Beh, evita. Non so che risposta darti"
La conversazione che stiamo facendo in questo momento è tutt'altro che normale. È un mix di risposte insensate e date a caso. Probabilmente sembriamo due psicopatici. "Quindi me lo dai questo numero o no?"
Mi scappa un piccolo sorriso all'istante.
"Tu mi dai una risposta valida o no?" Incrocio le braccia al petto, disegnando un'espressione curiosa e ferma sul mio viso. "Una sola risposta, Riccardo. E ti prometto che ti darò il mio numero"
Per un attimo archivio del tutto l'argomento 'università e studio', cercando di concentrarmi soltanto su un Riccardo curioso e ribelle, che si trova proprio al mio fianco. È una pazzia, lo so... ma non voglio dare molta importanza a questo pensiero.
"Dunque..." Inizia. Ci pensa su qualche secondo, cercando di trovare le parole giuste per poter dire una motivazione che quantomeno sia credibile. "Sei la mia coinquilina, e mi sembra alquanto normale che io abbia il tuo numero di cellulare. È tutto più veloce e più pratico. Possiamo sentirci su WhatsApp per qualsiasi emergenza, posso avvisarti se non torno a casa e quando non ci sei potresti darmi qualche compito da svolgere" Le sue parole riescono a farmi sorridere immediatamente. Ciò che sto sentendo è davvero molto divertente.
Non mi ha dato un solo motivo, ma ben tre. Wow. Questo suo lato da ragazzino simpatico è davvero piacevole. Mi mette di buon umore.
"Ma sono certa che tu non svolgerai nessuno di questi compiti" Lo stuzzico. Lui scoppia a ridere, e la sua risata è dannatamente contagiosa, che riesce perfettamente a trasportarmi in questo pizzico di purezza.
"Probabilmente si, ma non è importante. La cosa essenziale è il pensiero"
"Certo, il pensiero..." Ripeto prendendolo chiaramente in giro.
"Quindi ti ho convinta o riprovo con un'altra motivazione?"
"No, mi hai convinta" Sulle sue labbra si spalanca un grande e luminoso sorriso, che mi fa immediatamente scoppiare a ridere. Sembra così felice, e devo dire che quest'espressione che ha, riesce a regalare al suo viso quella sfumatura di tenerezza infinita. "Dammi il telefono, così ti aggiungo il mio numero"
Lui mi pone il suo Iphone già sbloccato, facendo poi scivolare le dita fra i suoi capelli, che grazie alla luce della lampada che lo affianca, sembrano molto ma molto più chiari.
Digito velocemente il numero sullo schermo, salvando il contatto con il mio nome. Soddisfatta e sorridente, non appena termino il mio lavoro, gli passo il telefonino, che lui stringe rapidamente fra le mani. "Contento?"
Lui mi guarda, curvando il capo lievemente verso destra.
"Davvero tanto" Afferma. "Bene, adesso puoi continuare a studiare. Ci vediamo domani, Fede. Buonanotte"
Mi scompiglia i capelli, facendomi muovere freneticamente sulla sedia per poter evitare la sua tortura. Si ferma soltanto quando si allontana da me, ridacchiando dolcemente.
"Sei venuto qui soltanto perché volevi il mio numero, vero?" Gli urlo, mentre passo una mano fra i miei capelli soltanto per sistemarli.
"Beh, può essere"
"Sei un imbroglione!"
"Lo so, ma adesso continua a studiare. Non perdere tempo!" Mi stuzzica, per poi aprire la porta. Mi guarda un'ultima volta, terribilmente divertito da questa situazione e contento di aver avuto ciò che desiderava.
Schiudo le labbra per dirgli qualcosa, ma lui va' via l'istante prima, varcando la soglia del corridoio. Rimango da sola in camera, sentendo una leggera tranquillità riempirmi, ma al tempo stesso, percepisco anche un senso infinito di inquietudine.
Alzo gli occhi al cielo subito dopo, non riuscendo però a bloccare quel piccolo sorriso che riempie le mie labbra già da un po'. Forse una manciata di minuti.
Faccio un profondo respiro e provo a rilassarmi, sperando che quest'improvvisa irrequietezza vada via. Sposto lo sguardo verso i libri proprio sulla scrivania, mentre cerco, con tutta me stessa, di poter terminare quello che avevo iniziato.
La mattina successiva, al mio risveglio, Riccardo non c'è, per cui faccio tutto con molta calma e serenità, prima di correre all'università. Nel complesso, la mattinata scorre molto tranquillamente, e nel preciso momento in cui sto per raggiungere l'appartamento per poter pranzare, lo squillo del mio cellulare mi interrompe all'istante. È l'arrivo di un messaggio.
Afferro l'aggeggio dalla borsa, notando immediatamente un numero sconosciuto riempire lo schermo.

'Buongiorno, sono Riccardo -il tuo coinquilino-. Ti va di venire con me in un posto? Sono appena uscito dall'università e ho realmente bisogno di rilassarmi un attimo. Fammi sapere. c:'

Ogni singola parola mi fa sorridere e la faccina al termine del messaggio riesce perfettamente a farmi percepire quanto sia di buon umore. Questo dettaglio, anche se piccolo, riesce ad alleggerire i miei animi tesi.
Aspetto qualche secondo per rispondergli, e quando sono certa del mio pensiero, lo scrivo velocemente.

'Ciao coinquilino, mi piacerebbe tanto ma devo studiare. Ho molta roba, per cui preferisco andare a casa per finire tutto. Ci vediamo dopo.'

Probabilmente me ne pentirò amaramente, ma il dovere mi chiama. Ho poco tempo e non posso permettermi di perderlo.
Rimetto il cellulare in borsa, e a passi veloci mi avvio verso il quartiere, accumulando le giuste energie per affrontare al meglio il pomeriggio che mi aspetta.

Buon pomeriggio!🧸
Credo di poter fare il doppio aggiornamento. Contente?😏🤪
A dopo.
-Roberta

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora