Capitolo 8.

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Non mi era mai capitato di pensare di poter avere una persona così strana e particolare al mio fianco. Riccardo invece ha completamente cancellato questo pensiero a me sconosciuto, facendo aumentare la mia rabbia ad ogni passo sbagliato e diminuendo nettamente la mia pazienza. È tutto così assurdo ed enigmatico.
Proprio quando ogni mia speranza che lui possa uscire dalla sua camera viene del tutto cancellata, lo fa, sorprendendomi interamente. Mi raggiunge in salotto a passi lenti, tenendo lo sguardo basso mentre avanza verso il mobile. Preme il dito contro la radio, spegnendo la musica che riempiva la stanza in ogni angolo. L'ho accesa per rilassarmi un paio di minuti, ma evidentemente lui non ha il mio stesso pensiero. "Cosa diavolo fai? Spegni la musica? Ritorna in camera come hai fatto per queste ultime tre ore e non rompere le palle" Esclamo, sbattendo entrambe le mani sul divano, pronta per sollevarmi e rimettere ciò che stavo ascoltando, ma lui mi raggiunge, poggiando entrambe le mani sulle spalle e spingendo il mio corpo verso il basso.
"Dobbiamo parlare" Mi dice, sedendosi proprio al mio fianco. "Adesso."
Mi lascio scappare un piccolo sospiro dalle labbra, prima di guardarlo negli occhi. Sono molto più calmi e rilassati, e presentano di nuovo quel velo di trasparenza che hanno sempre avuto.
"Okay, cosa c'è?"
"Mi dispiace" Si passa freneticamente una mano fra i capelli, incrociando i nostri sguardi dolcemente. Oh. Queste due semplici paroline riescono a far nascere un piccolo sorriso fra le mie labbra. Forse il primo di questa giornata. "Mi dispiace per essere scappato poco fa, per averti urlato e per essere stato un gran pezzo di merda. Scusami davvero" Conclude poi, con un piccolo e delicato sospiro che mi sfiora il viso con molta dolcezza.
"Va bene. Scuse accettate" Rispondo. Un senso di sollievo improvviso mi riempie il cuore.
Segue qualche secondo di silenzio, ma poi schiudo le labbra per continuare il nostro discorso. "Sai? Dopo aver litigato con te, il pensiero di andare via da qui mi ha attraversato la mente" Sussurro, con un filo di voce. Lui solleva il capo verso di me, facendo incrociare i nostri occhi. L'azzurro delle sue iridi e il marrone scuro delle mie, riescono a formare un mix davvero pazzesco, che riesce perfettamente a regalare quella sfumatura di tranquillità ai nostri sguardi.
"Sul serio?" È un po' incredulo, posso notarlo.
"Sul serio"
L'ho pensato davvero. So che probabilmente organizzare di nuovo tutto sarebbe molto difficile, ma se dovesse essere davvero necessario, lo dovrò fare.
"Solo perché abbiamo litigato?" Domanda curioso, per poi sospirare lievemente.
"Non solo per quello, anche perché non voglio vivere con una persona che mi tratta costantemente male. Non è una cosa molto positiva"
"Beh, in effetti hai ragione. Non deve essere bello" Risponde, sollevando le spalle. "Ma non voglio che tu vada via"
Ogni singola parola che dice rimbomba nella mia mente, riuscendo perfettamente a farmi venire il batticuore. Un vuoto improvviso si fa spazio dentro di me, spezzandomi il respiro all'istante.
"Non vuoi?" Rimango un po' confusa alle sue parole, ma cerco di non farci molto caso.
"No, non voglio" Ripete un'altra volta. "Sarò un vero stronzo, ma posso cercare di essere un po' più gentile con te. Sono certo che riusciremo ad andare d'accordo; ci serve soltanto un po' di tempo. Mi dispiacerebbe lasciarti andare proprio adesso. Non ho avuto modo di conoscerti sul serio... e se dovessi realmente trasferirti, penso proprio che me ne pentirei" Mi dice, sollevando lo sguardo verso il soffitto e subito dopo lo sposta su di me. Sembra così leale. E potrei giurarci che non si tratti di nessun teatro di recitazione. È l'assoluta realtà.
"Va bene, okay. Non andrò via, ma solo perché mi piace questo appartamento" Chiarisco, con un piccolo e sincero sorriso. Lui mi guarda, prima di scoppiare a ridere sonoramente.
"L'ordine non regna, ma devo dire che nel complesso è davvero carino. Piace tanto anche a me"
"Bene" Rispondo. Mordo dolcemente il mio labbro inferiore, un attimo prima di rilasciarlo piano e sorridergli. Dopo qualche secondo, quando la tensione va' via e la calma inizia a riempire la stanza, gli pongo la famosa domanda che è stata un po' la causa del nostro litigio improvviso. "Adesso puoi dirmi cosa diavolo è successo poco fa? Perché eri così incazzato?"
Lui mi guarda, alzando gli occhi al cielo subito dopo. Si accarezza il viso con le dita, e poi passa su per i capelli, sfiorando ogni ciocca con molta lentezza.
"Non mi va di parlarne adesso. Magari dopo" Mi dice. A questa sua frase, annuisco. È già un passo avanti. Il fatto che ne voglia parlare dopo, mi rasserena. Si fida di me, dico bene?
"Va bene, tranquillo"
L'atmosfera diventa ancora un un po' più leggera di prima, e devo dire che la cosa mi tranquillizza ancora un po'. "Vuoi qualcosa per cena o non ti va di mangiare?" Gli domando.
"Si che voglio mangiare. Cosa prepari?"
"Non lo so, una cosa semplice. Non ho molta fame e poi devo studiare, per cui non posso appesantirmi"
"Uh, studi anche di sera?" Incrocia le braccia al petto, inarcando dolcemente un sopracciglio.
"Soltanto quando ne ho voglia. Non sempre" Spiego molto tranquillamente. Lui continua a guardarmi.
"Figo, io soltanto il pomeriggio. Di sera mi dedico a tutt'altro" Non so perché, ma riesco benissimo a scorgere un piccolo sorriso malizioso sbucare dalle sue labbra. Provo a non dargli molta importanza, e fortunatamente ci riesco. Non so quali siano le sue abitudini, ma sono certa che Riccardo non sia quel tipo di ragazzo che stia in camera a giocare alla Play per tutta la serata. Non lo conosco, ma sono certa che avrò modo di farlo. O almeno lo spero.
"Capisco..." Sospiro, per poi raggiungere i fornelli e afferrare una ciotolina dalla mensola. "Preparerò un'insalata. Ti va bene?"
"Si, non mettere molto sale... mi raccomando. Io vado a fare una doccia" Si solleva dalla sedia di scatto, e quando giro il capo verso di lui, lo ritrovo a qualche metro da me. "Chiamami quando finisci"
"Va bene. Non dimenticarti di sistemare il bagno. Stamattina era terribilmente disordinato" Lo avverto, cercando di fargli capire che dovrà anche lui, fare qualcosa per riordinare almeno un po' questo dannato appartamento che condivideremo.
"Ci proverò"
"Ecco, mi sembra la cosa più giusta da fare" Affermo. Lo sento sbuffare rumorosamente, ma lo ignoro del tutto, un attimo prima di avanzare verso il frigo per poter tirare fuori l'insalata.
Nel preciso momento in cui sento Riccardo correre in bagno, mi scappa un lieve sorriso.
Cercare di andare d'accordo è il nostro obiettivo, e spero vivamente con tutta me stessa, di raggiungerlo.

Ce la faranno?🤷‍♀️😏
Vi auguro un buon pomeriggio a tutte. Baci🥰♥️
-Roberta

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora