Guardare Matteo dormire fra le mie braccia è l'immagine più bella e tenera del mondo. Ha la testolina appoggiata proprio sul mio seno, le manine chiuse in due piccoli pugnetti e le labbra lievemente schiuse. Indossa una tutina rossa e i calzini bianchi, sembra una pallina, ed è così sereno che assomiglia molto ad un piccolo angioletto.
I medici mi hanno detto che sta veramente in gran forma, pesa due chili e novecento grammi, e misura circa cinquanta centimetri. È un pargoletto, sul serio. La sua tenerezza e la sua sensibilità riescono a farmi venire i brividi. Ho quasi paura a toccarlo. Sul serio.
"Fede, non vuoi qualcosa da mangiare?" Mi domanda Simona, avvicinandosi a me a passi lenti. Io scuoto la testa, continuando a fissare il mio piccolo puffo. Me ne sono totalmente innamorata. "Sei sicura? Posso scendere al bar e prenderti un po' di pasta" Insiste, poi continua "Non hai mangiato nulla e dopo tutte le energie che hai perso, è giusto che ti riprenda! Devi assolutamente pranzare"
Io la guardo, alzando gli occhi al cielo lentamente, un po' esausta di tutto questo.
"Sei peggio di mia madre! Okay, va bene. Vai a prendermi qualcosa"
Lei scoppia a ridere, facendo ridere anche me. Le vibrazioni di questa risata riescono a farmi sospirare a casa di quell'immenso dolore che percepisco proprio lungo la parte bassa della mia pancia. Faccio un profondo respiro e appoggio la testa sul cuscino, cercando di rilassarmi.
"È bello quando mi ascolti" Mi stuzzica, e prima di andare via, bacia la manina di Matteo e mi sussurra a bassa voce un 'arrivo fra qualche minuto'.
Quando mia madre l'ha avvisata che mi trovassi in ospedale, ha preso il primo aereo diretto verso Roma e mi ha raggiunta qui. Da quando sono uscita dalla sala parto non mi ha lasciata neanche per un istante, e con lei, anche mia mamma.
Solo un'ora fa, i miei genitori sono ritornati a casa per potersi sistemare e cambiare; sono qui da stanotte ed è giusto che lo facciano. Mi hanno promesso di ritornare tra pochissimo, e nonostante io abbia detto ad entrambi di stare sereni, loro non mi hanno minimamente ascoltato. Beh, mi sembra normale, dico bene?
"Finalmente da soli, amore mio" Bisbiglio a Matteo, non appena ci ritroviamo io e lui, mano nella mano ad amarci in silenzio. Il suo piccolo corpicino profuma di pulito e di latte, ed è un mix estremamente tenero. Lui è una cosina troppo delicata, troppo magica e troppo bella. È davvero troppo tutto. "Quanto sei bello... sembri uno dei tanti cicciobellini che avevo quando ero piccina" Sorrido, sfiorando la piccola punta del suo nasino. "Io e tuo papà ci siamo proprio impegnati, non credi?" Ridacchio. I ricordi riempiono la mia mente come se fosse un temporale improvviso, e riescono a farmi scoppiare il cuore all'istante. "So che sei venuto al mondo troppo presto, e di conseguenza abbiamo avuto modo di conoscerci un po' prima del previsto... ma il bello è proprio questo, non credi? Sono diventata mamma molto giovane, e questo vuol dire che ti amerò per molto più tempo. Molto ma molto più tempo... e non è vero come dicono, che a causa del tuo arrivo, la mia vita è finita... no, la mia vita è appena iniziata. E dopo tutte le lacrime che ho gettato, è giusto che anche io assopori un po' di felicità. Quella felicità sei tu! Sei tu, piccolino. Non importa se prenderò la laurea uno o due anni dopo rispetto le altre ragazze, o se il mio futuro sarà lievemente rimandato, perché sei tu il mio futuro. Sei soltanto tu" La mia voce è bassa, lievemente impastata dall'emozione, e mi basta veramente poco per poter scoppiare a piangere. "Vorrei condividere questo momento anche con il tuo papà, ma non è possibile... per cui, stringimi la mano e attraversiamo insieme questo percorso. So che ce la faremo, ce la faremo perché siamo insieme, no?"
Il mio indice si fa spazio fra le sue piccole dita, e non appena viene circondato e stretto da quest'ultime, nessuna parola potrebbe davvero essere all'altezza per poter spiegare cosa voglia dire questa cosa. Mi sta ascoltando. È un momento così dolce, così sincero, così vero, così bello, così nostro. Ecco, penso che sia la parolina corretta. È il nostro momento, e so perfettamente che ce ne saranno tantissimi altri. Con Matteo sarà un nuovo giorno da scoprire. "La mamma ti ama da morire"
Gli lascio un bacio proprio accanto alle labbra, il milionesimo di questa giornata.
"Si può?" La voce simpatica e cristallina di una persona che conosco davvero benissimo, riempie le pareti di questa stanza molto rapidamente. Quando ruoto il capo verso la porta, Edoardo si trova proprio sul ciglio, con un mazzo di rose bianche stretto proprio fra le braccia. La scena mi fa sorridere immediatamente.
"Si, entra. Ti aspettavamo"
Il suo sguardo si posa proprio su Matteo, mentre si avvicina lentamente a noi.
"Ma cosa diavolo mi combini? Ti lascio con il pancione e ti ritrovo con un bimbo del genere in braccio? Devi smetterla di fare certi scherzi" Esclama, facendomi ridere. "Queste rose sono per te" Continua, poggiando il mazzo proprio sul mobiletto accanto al lettino. Poi mi osserva, incrociando i suoi occhioni nei miei. Sono lucidi e pieni di emozione.
Si china per abbracciarmi, lasciandomi poi un delicato bacio proprio sulla fronte.
Subito dopo osserva Matteo, accarezzando il cappellino di cotone rosso che ricopre la sua testolina. La scena mi fa sorridere. "Ciao patatino, sono zio Edoardo. Posso dirti che sembri un principino?" Gli sfiora la manine con una dolcezza incredibile, cercando un approccio per conoscerlo. "Mi dispiace non essere venuto prima, ma sono riuscito solo adesso ad uscire da lavoro"
"Non preoccuparti, Edo. Anzi, ti ringraziamo" Gli sussurro io a bassa voce. Lui annuisce lentamente, sfiorando una ciocca dei miei capelli che mi racade lentamente sul viso.
"Posso prenderlo in braccio?"
"Certo" Allungo entrambe le braccia verso la sua direzione, porgendogli il piccolo puffetto che a causa di questi lievi movimenti si arrotola su stessa come se fosse una pallina.
Lui lo stringe goffamente, sedendosi proprio sul lettino per l'immensa paura che ha di farlo cadere. Ride e mi guarda, poi guarda Matteo. Lo fa con una delicatezza immensa e con una tenerezza che solo poche persone possiedono. Sul serio.
"Dio mio, ha le stesse sopracciglia di Riccardo" Osserva a voce bassa. Ha quasi timore a dirmelo, ma so per certo che sia abbastanza normale.
"Si, ha anche i suoi stessi occhietti" Affermo. Ogni volta che guardo mio figlio, mi sembra di vedere le stesse iridi dell'uomo che ho sempre amato da tutta la vita. Sembrano essere la stessa persona.
"Non vedo l'ora di vederlo sveglio!" Esulta. Io ridacchio sottovoce, incrociando le braccia al petto mentre ammiro mio figlio fra le braccia del mio migliore amico. Averlo al mio fianco anche adesso è davvero importante per me, davvero troppo importante.
Lui si perde a guardarlo, fissandolo proprio come faccio io. Dallo sguardo che gli rivolge posso perfettamente capire quanto sia alto l'amore che possiede mentre lo ammira.
"Hai sentito Riccardo?" Gli chiedo dopo qualche secondo di silenzio.
"Si, poco prima di venire qui. Raccontargli balle è la cosa più difficile che io abbia fatto in tutta la mia vita"
"Cosa gli hai detto?"
"Che stavo andando a casa di mia madre perché dovevo portarla a fare la spesa" Mi dice velocemente. So perfettamente quanto sia estremo un gesto del genere, e la causa di tutto ciò sono solo io. Mi sento estremamente in colpa.
"Lo so, mi dispiace da morire" Abbasso lo sguardo, lievemente mortificata. Il cuore mi diventa piccolo.
Ho partorito da poche ore, appure mi ritrovo faccia a faccia con la realtà senza fare troppi complimenti.
"Non fa niente"
"Lui come sta?" Domando. È la domanda essenziale.
"Bene, ieri mi ha detto che fra meno di un mesetto sarà qui" Mi informa. I miei respiri si spezzano improvvisamente. Non me l'aspettavo assolutamente.
"Sta tornando?" Chiedo, cercando di avere una seconda conferma.
"Si, il corso sta per terminare. E lui non vede l'ora di tornare"
"Secondo te verrà a cercarmi?" Chiedo, guardandolo negli occhi. Lui alza il capo verso di me, poi lo abbassa verso Matteo e successivamente riporta nuovamente lo sguardo nel mio.
"Non lo so, lui ti ama ancora... ma è troppo ferito per poterti anche solo vedere per un minuto. Quando parla di te cambia il tono di voce, e penso che questo voglia già dire tanto"
"Ho paura di tutto, te lo giuro" Ammetto con un filo di voce. Abbiamo sfiorato il tasto dolente, e il mio corpo si è ormai ridotto in poltiglia. "Non sono pronta per rivederlo e poi sarebbe un disastro... capirebbe tutto"
"Non pensarci, non farlo. Non adesso, almeno" Mi rassicura con lo sguardo, ma le sue parole sono un buco nell'acqua.
"Se dovesse ritornare, non riuscirei ad affrontarlo assolutamente"
"Dovresti rimanere serena, soprattutto in questo momento così delicato per te" Mi consiglia, indicando sia me che il mio bimbo.
"Lo so"
"Non vedevo quella luce dentro ai tuoi occhi da mesi interi. Questo pargoletto è riuscito a farti uscire dal buio. Sei felice, non è vero?" Mormora, con un filo di voce.
"Quando ho visto Matteo ho dimenticato ogni cosa. È il mio regalo più grande"
"Lo so, posso notarlo" Risponde velocemente, facendo un accenno di un sorriso.
"Da oggi riparto da qui, Edo... non voglio più soffrire. Sono esausta"
"Riparti da qui, riparti da lui. Il resto si vedrà! Viviti questo momento, e se Riccardo dovesse ritornare da te, non sarai da sola. Ricordalo sempre"
Mi scappa un sincero sorriso. Le sue parole mi fanno letteralmente venire i brividi.
"Grazie" Riesco a sussurrare soltanto questo, prima di avvicinarmi a fatica a lui e appoggiare la testa sulla sua spalla. Lui mi stringe a sé, coccolandomi come se fossi la sua sorellina minore.Buongiorno!
Mi scuso per l'assenza di ieri, ma non ho avuto un istante libero per poter aggiornare.
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo😏🧸
Un bacio🌹
-Roberta
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Lo sbaglio migliore - Federica e Riccardo
FanfictionFederica Carta. Riccardo Marcuzzo. Due ragazzi con un obiettivo e tanti sogni nel cassetto. Tante piccole cose li porteranno a lasciarsi andare in questo amore che li lega intensamente. Si tratta di un amore strano, disperato, passionale, profond...