Capitolo 73.

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"Non pensavo di trovarti qui, onestamente" La voce di Riccardo soffia sull'incavo del mio collo dolcemente, come se fosse quel lieve venticello estivo che rinfresca e accarezza la nostra pelle un po' abbronzata.
"Neanche io" Cerco di parlare a bassa voce, e fortunatamente la musica che stiamo ascoltando me lo permette.
Ci muoviamo in sincronia, come se fossimo due anime perfettamente legate da un qualcosa che non riesco purtroppo, a decifrare.
Accarezzo le sue spalle, e ogni tanto mi stacco soltanto per guardare i suoi occhioni azzurri ed intensi, che incrociati ai miei sembrano formare uno spettacolo mozzafiato e incredibile.
Le sue mani sono posizionate sui miei fianchi, con l'obiettivo di guidarmi e stringermi. Stringermi perché forse, in questo momento così particolare per noi, è la cosa più importante da fare.
"Sei felice di avermi qui?" La sua domanda mi fa immediatamente agitare. Non so per quale motivo, lo fa e basta.
"Si, immagino di si... tu?"
"Si, mi mancava averti così vicina" Sottolinea il termine lievemente, riuscendo a farmi capire quanto sia forte l'emozione di potermi sfiorare o anche solo parlare. "E poi, Dio mio... sei dannatamente bella"
Per un attimo mi guarda negli occhi, riuscendo perfettamente a farmi assaporare ogni singola sensazione di questo momento così nuovo e tremendamente bello. "Dopo la gravidanza il tuo corpo è totalmente cambiato... hai il seno più gonfio, il viso più luminoso e i capelli più lisci e morbidi. Sei davvero davvero una figa pazzesca"
Non so perché, ma alle sue parole mi scappa un sorriso. Il modo in cui lo dice e il tono che usa, riescono a farmi scoppiare a vivere. Forse come non lo faccio da mesi interi.
"Beh, grandi benefici direi"
"Benefici davvero incredibili e importanti" Mi stuzzica ridacchiando. Non so come, ma senza un motivo ben preciso, ritrovo le sue mani grandi accarezzare con delicatezza la parte nuda della mia schiena. Lo fa per la seconda volta in pochi minuti, ma in aggiunta, non mi regala soltanto delle leggere carezze, ma produce una lieve pressione proprio sulle ossa della colonna vertebrale. Dio mio.
Questo suo piccolo gesto riesce a provocarmi un intenso brivido che scuote dolcemente il mio corpo, facendolo tremare piano piano.
"Smettila" Ridacchio, mollandogli un leggero schiaffetto sulla nuca. Lui sussulta, ma la sua presa sul mio corpo non diminuisce, anzi, tutto il contrario... sembra aumentare a vista d'occhio.
Sospiro dolcemente, e mentre lo sento ridere contro la mia pelle, lascio scivolare la mia testa proprio nell'incavo del suo collo, cercando di rilassarmi.
Rimaniamo in questa posizione fino alla fine della canzone, e se qualcuno mi chiedesse di descrivere questo momento con una parola, non saprei quale usare. È stato tutto troppo magico e insolito per poterlo descrivere sul serio.
Ci stacchiamo lentamente, e non appena fa scivolare via le sua mani, un'improvvisa mancanza mi pervade anche l'anima, riuscendo a spaccarla in due. Mi manca di già.
"Ti va di andare fuori così parliamo un po'?" Me lo chiede guardandomi negli occhi, allontanandosi soltanto per invitarmi a seguirlo.
"Di cosa vuoi parlare?" Gli chiedo, guardandolo.
"Di tutto. Di me e di te, di Matteo, di questo ballo e di quanto tu possa mancarmi"
"Sono argomenti difficili da affrontare"
"Difficili ma importanti" Afferma con un sospiro.
Io mi lascio sfuggire un lieve sbuffo e nel preciso momento in cui sto per rispondergli, la vibrazione del mio telefono m'interrompe. "Scusami, devo rispondere"
"Va bene"
Lascia scivolare le mani all'interno delle tasche dei suoi jeans, mentre mi guarda lievemente in tensione.
Io distolgo lo sguardo da lui soltanto per poggiarlo sullo schermo del mio cellulare, che viene immediatamente riempito dal nome di mia madre. Il cuore mi si ferma per un istante quando il pensiero che Matteo possa star male o qualcosa del genere.
"Pronto, mamma? È successo qualcosa?" Le domando immediatamente, rispondendo alla chiamata. Sento lo sguardo di Riccardo addosso, ma lo ignoro completamente.
"Ehi, Fede... no, non preoccuparti. Matteo non smette di piangere da circa dieci minuti, e non riesco a calmarlo. Credo che abbia bisogno di te"
L'amore di mamma. Vengo riempita da un senso di colpa improvviso, che mi fa letteralmente perdere il respiro. L'ho lasciato da solo, e il fatto che il motivo del suo pianto possa essere la mia lontananza mi distrugge. Letteralmente.
"Fra cinque minuti solo lì. Cerca di calmarlo, molto probabilmente avrà ancora fame" Ipotizzo. Capire i neonati è sempre difficile, ma credo che la cosa giusta sia affidarci all'intuito da mamma.
"Okay, ti aspettiamo"
Riattacco la chiamata il secondo dopo, guardando Riccardo, che mi fissa a sua volta, un po' confuso.
"È successo qualcosa?" Mi chiede immediatamente.
"Devo andare a casa, Matteo sta piangendo"
Lui schiude le labbra per dire qualcosa, ma io lo supero velocemente, raggiungendo Silvia a passi rapidi e cercando di farmi spazio fra quell'immenso gruppo di gente. Quando vedo sia lei che Valentina, vengo accolta da un senso di tranquillità improvviso.
"Dovete accompagnarmi a casa, Matteo ha bisogno di me. Devo andare da mio figlio" Esclamo totalmente in panico. Non so come diavolo gestirmi questa situazione.
"Certo, Fede. Ti accompagnamo subito, stai tranquilla" Mi rassicura Valentina con un leggero sorriso, sollevandosi dalla sedia.
"No, state serene. Vado io con Federica, godetevi la serata in assoluta tranquillità" È proprio Riccardo ad unirsi a questa conversazione, facendomi girare di scatto verso la sua direzione. Rimango scossa e senza parole, sentendo una leggera agitazione pervadermi il cuore all'istante.
"No, davvero. Non farlo, vado con loro. Non disturbarti" Inizio, cercando di convincerlo, ma so che sarà un buco nell'acqua. Lo conosco.
"Vieni con me e non fare troppe storie" Il suo tono di voce mi fa venire i brividi. È stato coinciso e veloce, proprio come sa fare sempre lui.
Io sbuffo e guardo le mie amiche, che mi lanciano delle occhiate complici e divertite.
"Okay, va bene. Verrò con te" Sbuffo, cacciando via una ciocca dei miei capelli dalla fronte. Sulle sue labbra appare un sorrisino soddisfatto, che vorrei tanto far sparire del tutto, che sia con un pugno o con un dolce bacio.
Stare con lui ancora un po' mi stuzzica davvero molto, ma al tempo stesso mi fa paura. Terribilmente paura.
Saluto rapidamente Valentina e Silvia, lasciandole sedute a bere qualcosa.
Seguo Riccardo con lo sguardo, scostando le persone che ostacolano continuamente il mio passaggio.
Quando riusciamo a raggiungere l'uscita della discoteca, mi lascio sfuggire un sospiro di sollievo. Finalmente.
"Cazzo, sta piovendo. Copriti, Fede" La sua voce riempie le mie orecchie, insieme alle gocce d'acqua che sbattono violentemente contro le pareti e la porta vetrata. "La macchina è un po' lontana da qui"
"Okay" Coprirmi è un parolone a causa del vestitino che indosso, ma cerco di riprendere in mano la situazione sollevando la borsa proprio sopra la mia testa. Il secondo dopo, Riccardo afferra la mia mano, spingendomi verso l'esterno. L'acqua sfiora ogni centimetro dei nostri corpi con violenza, mentre un lampo illumina il cielo, facendomi letteralmente sussultare.
"Corri e non fermarti!" Urla con il respiro pesante. Riesco a sentire i battiti del mio cuore aumentare improvvisamente, mentre un sorriso sincero e delicato mi riempie le labbra dolcemente.
Faccio esattamente ciò che dice. Non mi fermo e continuo a correre, sperando di raggiungere la macchina al più presto. Nel parcheggio ci sono troppe auto che confondono non solo la mia vista ma anche i miei pensieri.
Quando riusciamo a raggiungere la sua, un senso di tranquillità mi invade, facendomi sorridere. "Entra" Mi apre la portiera con una rapidità mai vista, facendomi entrare. Il suo forte profumo mi invade, riuscendo a rispolverare ogni singolo ricordo. Mi mancava entrare qui dentro. Davvero tanto.
Riccardo mi segue a ruota l'istante successivo e quando lo fa, posso immediatamente notare i suoi capelli lievemente umidi e la leggera camicia che indossa completamente bagnata.
"Dio, sei completamente fradicio" Mormoro dispiaciuta. L'ultima cosa che voglio è che lui si prenda un accidente a causa mia.
"E tu sei bellissima"
Lancio un leggero sguardo allo specchietto di fronte a me, guardando la mia figura riflessa su di esso. Sono un disastro. Anche io sono completamente fradicia, e a rendere più visibile il concetto non sono soltanto i capelli o il vestitino completamente bagnati, ma anche i residui del mascara e della matita sotto agli occhi. Sembro un panda, eppure ai suoi occhi sembro sempre una farfalla.
Mi lascio sfuggire uno sbuffo, prima di guardarlo lievemente confusa.
"Non è vero, smettila"
"Invece lo è, sei davvero bellissima, Fede" La sua mano sgattaiola proprio sulla mia coscia, sollevando lievemente il vestitino per potermi sfiorare una definita parte di pelle. Mi sento morire. Letteralmente.
Il contatto è lievemente più accentuato grazie all'acqua e vorrei che non finisse mai. Davvero.
Lui mi fissa. Io fisso lui. E lo facciamo con un'intensità davvero immensa, davvero intensa.
"Accendi il motore e andiamo. Non facciamo casini, Riccardo"
Dalle sue labbra scappa una risata nervosa, e solo dopo qualche secondo, si decide a scostare via la mano dalla mia coscia e ascoltarmi.

Buuuuuuongiornooooo♥️🌼
Oggi doppio aggiornamento! Siete contente? Ci risentiamo più tardi🌹
-Roberta

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora