Capitolo 2.

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"Ah"
"Non sai dire nient'altro?" Domanda il ragazzo, incrociando le braccia al petto. Io sospiro.
"Tu invece sai essere sempre così stronzo o stai facendo un'eccezione per me?" Gli chiedo di rimando, cercando di essere fredda tanto quanto lui. Il suo comportamento inizia a mettermi agitazione, ma mi impongo di non urlargli contro. In fondo non lo conosco, dico bene? Sarebbe maleducato reagire d'istinto e penso proprio che alcune volte, l'apparenza inganni.
"Beh, certo. Ma in questo momento sto facendo entrambe le cose" Risponde a tono, facendo spallucce.
Okay, ritiro tutto ciò che ho pensato. È proprio stronzo.
"Lo dici come se fosse un privilegio" Osservo, alzando gli occhi al cielo. Lo vedo sospirare e quando schiude le labbra per poter dire qualcosa, prendo un profondo respiro per tranquillizzarmi. Ho realmente paura che dica qualcosa che mi faccia letteralmente scoppiare.
Devo stare calma.
Devo stare calma.
Devo stare calma.
"Beh, potrebbe esserlo" Afferma, accennando un lieve e soddisfatto sorriso. "Comunque io sono Riccardo"
Miracolo. Sembra essersi calmato un attimo, ma so perfettamente che questa piccola dose di tranquillità e di pace durerà davvero pochissimo. "Dunque, mi sembri una ragazza molto particolare... a cui piace l'ordine, forse. Ma io amo il caos, per cui non ti azzardare a sistemare qualcosa, va bene?" Ecco, lo sapevo. Questo ragazzo non ce la fa assolutamente ad essere gentile; penso proprio che sia un'impresa impossibile o qualcosa del genere.
"Come vuoi, credimi che non ti creerò nessun tipo di problema" Cerco di essere quanto più educata possibile, anche se mi riesce davvero male farlo.
"Eh beh, me lo auguro" Risponde senza un minimo d'interesse. Lo conosco da tre minuti circa, ma posso immediatamente capire quanto sia difficile da gestire. "Vado a vestirmi, mi raccomando ricordati ciò che ti ho detto" Mi dice, sollevando lievemente l'indice soltanto per sottolineare il concetto.
La mia risposta è un semplice sospiro. Solo questo. Non voglio fare e dire nient'altro.
Termina del tutto i suoi avvertimenti poco cortesi, prima di girarsi e raggiungere una delle due camere da letto. Bell'accoglienza, no? Non potevo chiedere di meglio.
"Oddio mio..." Sbuffo, prima di stringere le valigie e trascinarle proprio dietro di me.
Essere a Roma e aver di già vissuto tutto questo mi fa scoppiare a ridere. Sembra un'avventura di qualche fumetto comico.
Io che mi trasferisco in un appartamento, sicura di convivere con una coinquilina, invece mi ritrovo un ragazzo tutt'altro che simpatico, che dice di chiamarsi Riccardo. Non è fantastico? Oddio si, certo che lo è. È veramente tutto così fantastico, quasi surreale! Faccio anche fatica a crederci.
Nel preciso momento in cui varco la soglia della mia camera, non riesco a bloccare un sospiro di sollievo. Sono certa che questa piccola dimora sarà la mia unica salvezza. Rimarrò chiusa qui dentro per la maggior parte del tempo, e onestamente, sono sicura che questa sia una cosa davvero essenziale. Fondamentale direi per la mia permanenza qui.
Regalo uno sguardo ad ogni piccolo oggetto che mi circonda; non è cambiato nulla dall'ultima volta che son venuta qui.
Il profumo è davvero delizioso e tutto ciò che riempie la stanza presenta una sfumatura di immensa semplicità.
Il letto singolo è proprio appoggiato alla parete, al suo fianco è situato un'armadio panna, e proprio di fronte, lo spazio è riempito da una scrivania di colore chiaro. È del tutto vuota, ma a regalarle un pizzico di luminosità è la luce del sole che filtra dai vetri. All'esterno c'è un piccolo terrazzo, decorato con qualche piantina qua e là, che rende quei pochi metri un po' più fiabeschi e irreali.
Esco dalla camera soltanto per lavarmi le mani e il viso, e poi ritorno lì, in modo da riordinare le mie cose. Sistemo le lenzuola pulite sul materasso ed elimino un po' di polvere sulle superfici per poter disporre i miei libri e il computer.
Per finire, spalanco le ante del bancone, in modo che l'aria faccia diventare più fresco l'ambiente che mi circonda. Inizio a sentirmi un po' più leggera rispetto prima e ringrazio il cielo per questo. È davvero importante per me.
Due ore più tardi, intorno alle venti e trenta, afferro un po' di forza per raggiungere la cucina. Sento Riccardo rovistare qualcosa da qualche minuto, e quando lo vedo vicino al bancone della cucina mentre riempie un bicchiere d'acqua, spero con tutta me stessa di essere abbastanza forte per sopportare i suoi comportamenti. Anche questa volta, l'ordine non è nei suoi obiettivi principali.
"Fissare la gente ti diverte?" Mi sussurra qualche secondo dopo, risvegliando ogni mio pensiero. L'imbarazzo inizia a crescere dentro di me e vorrei semplicemente che il terreno mi inghiottisse. I suoi muscoli ricevono una rapida tensione all'istante, prima che il suo corpo si giri verso la mia direzione. Per un attimo vorrei chiedergli come diavolo abbia fatto a notarmi, ma scelgo di rimanere in silenzio e arrossire come una stupida. "Ti ho fatto una domanda" Chiarisce, volendo all'istante una risposta.
Metto da parte l'imbarazzo, prima di socchiudere gli occhi in due piccole fessure e sospirare dolcemente.
"Non mi diverte, proprio per niente. E poi non ti stavo fissando, ero soltanto sovrappensiero"
"Oh ottimo, Federica. Questa mi sembra una scusa davvero pessima"

'Federica'

Ogni singola lettera che contiene il mio nome viene perennemente ripetuta nella mia mente con il timbro della sua voce, e ogni dannata volta, un brivido scorre giù per il collo, fermandosi proprio sulla spina dorsale. Oh Santa Pace.
Ha un modo tutto suo di intraprendere una conversazione con la gente, ma devo ammettere che Riccardo presenta delle sfumature che lo rendono davvero molto ma molto caratteristico rispetto agli altri. Riesce ad essere antipatico e intenso allo stesso tempo.
"Non è una scusa" Ribatto secca. "Secondo me, dovresti smetterla di essere così irritante"
"Non solo mi fissi, ma ti permetti di darmi anche dei consigli! Wow, davvero commovente" Ha un sorriso sghembo disegnato sul viso, e giuro che potrei prenderlo a cazzotti soltanto per eliminarglielo del tutto.
"Era soltanto un'osservazione" Chiarisco, presa un po' alla sprovvista.
"Suonava molto come un consiglio, cara e dolce Federica" Ah, anche? Dal suo sguardo posso tranquillamente notare quanto questi due aggettivi abbiano un lato davvero antipatico e negativo. "O sbaglio?"
"Sbagli. Del tutto." Rispondo velocemente. "Puoi fare ciò che vuoi, a me non importa"
"Ne sei sicura?" Inarca lievemente un sopracciglio, guardandomi negli occhi senza distogliere lo sguardo neanche per un istante. Siamo a qualche metro di distanza, ma non posso non notare quanto sia bella la tonalità che hanno le sue iridi. Sono di un azzurro trasparente, quasi cristallino. Quasi... wow. È davvero inattuabile descriverli.
Penso proprio che Riccardo abbia mille difetti, ma giuro che una parte di essi vengono nascosti dalla sua bellezza. Si tratta di una bellezza quasi unica, che non capita spesso di scorgere. Una bellezza quasi inconsueta.
"Sicurissima, assolutamente"

Ecco qui il secondo capitolo!
Vi ringrazio per tutti i voti e commenti che avete lasciato in quello precedente. Sono felice che questa storia vi piaccia♥️🙏
Vi mando un bacio e a presto🥰
-Roberta

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora