Capitolo 94.

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Il giorno della mia partenza è quasi arrivato. Prenderò l'areo domattina alle undici, e nonostante per me sia alquanto normale viaggiare con questo mezzo, l'ansia è sempre presente. Rimane costantemente con me, senza andare via neanche per un istante. Ad aumentare notevolmente questa cosa è anche il fatto di avere Matteo... per lui è la prima volta e questa cosa mi preoccupa davvero parecchio.
Rimarrò in Sardegna fino al sedici di Agosto, e facendo un calcolo starò con i miei genitori per esattamente undici giorni. Non vedo l'ora di vederli, e dalle diverse chiamate che abbiamo fatto nelle ultime ore, posso capire all'istante quanto anche loro siano terribilmente felici di passare qualche giorno con me e Matteo. Sono sicura che ritornare nella mia amata terra e stare con la mia famiglia mi farà bene a rimettermi, soprattutto dal punto di vista mentale. Ho bisogno dei cari consigli di mia madre e delle sagge parole di mio padre. Decisamente.
"Credo che Matteo abbia fame" Esclama Riccardo, scuotendo ogni pensiero che mi ha appena varcato la mente.
"Si, devo solo chiudere la valigia e arrivo" Affermo, pressando entrambe le mani contro il bagaglio, appoggiato sul tavolo. Sento il suo sguardo addosso e non appena ruoto il capo verso la sua direzione ne ho la conferma. Le sue iridi azzurre sono perfettamente appoggiate su di me e la cosa mi rende estremamente sensibile. Lui mi rende estremamente sensibile.
"Vieni, siediti qui e fai mangiare nostro figlio. Chiuderò io la valigia" Mi dice, per poi sollevarsi dal divano e raggiungermi. Io annuisco semplicemente, prendendo in braccio Matteo e sedendomi sulla sedia. Mi scopro il seno lentamente, e quando le sue labbra si chiudono attorno al mio capezzolo, mi scappa un lungo sospiro. In questi giorni, allattarlo è diventato davvero faticoso e doloroso, il mio corpo è estremamente sensibile, ma purtroppo non posso farci nulla. Assolutamente nulla.
Sospiro dolcemente e sposto lo sguardo verso Riccardo, guardandolo mentre i suoi muscoli si irrigidiscono ad ogni singola mossa che fa. Quei deboli raggi del sole che filtrano attraverso le tende illuminano la sua pelle, rendendola estremamente cristallina e incredibile. Quando dalle sue labbra scappa un'imprecazione, scoppio a ridere senza rendermene conto, facendo ridere anche lui, che mi guarda alzando gli occhi al cielo. In queste ultime due settimane siamo stati insieme costantemente, e questo piccolo ma grande dettaglio è davvero essenziale per la mia tranquillità. Averlo al mio fianco è la cosa più importante dell'intero universo. "Se non riesci, lascia perdere. La chiuderemo insieme non appena finisco" Gli dico a bassa voce riferendomi chiaramente alla valigia, mentre continuo a fissarlo con insistenza. "No, credo di farcela... lei deve solo collaborare e sono certo che riuscirò a chiuderla" Sospira, lanciando un veloce e divertito sguardo all'aggeggio, come se fosse una persona. Il secondo dopo, applica una pressione maggiore proprio sulla superficie, riuscendo a far scivolare la cerniera lungo il contorno. Dalle sue labbra scappa un piccolo sospiro di sollievo, mentre dalle mie un leggero sorriso compiaciuto. Non appena termina il suo lavoro, avanza verso la mia direzione, sistemando una sedia proprio di fronte a me. Non so per quale motivo, ma gli piace tantissimo guardare me mentre allatto Matteo. Lo fa praticamente sempre. È come se non volesse perdersi neanche un minuto, neanche un secondo di ciò che fa nostro figlio, e penso che non ci sia cosa più amorevole.
Il mio seno viene pervaso da un bruciore immenso e mentre lascio scivolare la testa all'indietro per il leggero fastidio, mi lascio sfuggire un piccolo lamento. Lo sguardo di Riccardo si riempie di una leggera preoccupazione.
"Ti sta facendo male?" Mi domanda a bassa voce, fissandomi.
"Un po', ma adesso passa..." Rispondo a bassa voce.
"Matteo, non fare male alla mamma... ti prego" Mormora con un filo di voce, avvicinandosi al piccolino per poi accarezzargli dolcemente la manina.
La scena mi fa immediatamente sorridere. È bello sapere che lui si preoccupi per me. Davvero bellissimo. "Bevi il latte lentamente"
Sfiora la sua guancia paffuta con le punte delle dita, cercando di far rilassare ogni suo singolo muscolo. La tensione delle sue labbra attorno al mio capezzolo sembra diminuire all'improvviso, e la cosa mi fa sospirare di sollievo. "È normale che ti faccia male così?" Domanda con un pizzico di curiosità.
"Si, lo è. È una parte molto sensibile del corpo, che viene costantemente torturata da lui" Spiego, indicando il mio piccolo puffo che continua a bere il suo latte con assoluta tranquillità.
Dalle sue labbra scappa un piccolo sorriso.
"Avresti bisogno delle mie carezze, secondo me" Sussurra a bassa voce, con una lieve scia di malizia.
Non so per quale motivo, ma alle sue parole mi sento arrossire. E anche violentemente.
Vorrei ucciderlo per essere così sincero e intenso, ma al tempo stesso, adoro letteralmente questo suo essere così veloce e sincero. Le sue parole mi fanno tornare indietro nel tempo e per un attimo, mi sembra di aver appena sfiorato alcuni attimi del passato. Probabilmente, sentire di nuovo le sue labbra e le sue mani sulla mia pelle sarebbe la cosa più bella del mondo, ma purtroppo, devo assolutamente cercare di cacciare via questo pensiero. Penso che sia la cosa migliore per il bene del mio cervello e... anche del mio cuore.
"Piantala, cretino" Sospiro, colpendo il suo braccio scherzosamente. Lui scoppia a ridere, divertito da questa situazione. Io continuo a guardarlo ininterrottamente, notando ogni suo dettaglio, anche il più piccolo, illuminato dalla leggera luce del sole, che accarezza la sua pelle con una dolcezza davvero indescrivibile.
"Scherzavo, adoro stuzzicarti"
Alzo gli occhi al cielo e sospiro profondamente, lasciandomi sfuggire una leggera risatina dalle labbra.
Sembriamo due bambini, che continuano a punzecchiarsi costantemente, senza nessun tipo di freno. Nonostante tutto, è bello sapere di avere ancora questa complicità così strana e anche poco lineare.
Ci guardiamo negli occhi per quelle che sembrano ore, e mentre fisso i suoi occhioni blu, mi sembra di perdermi all'interno di questo spazio che di fronte a me, sembra davvero illimitato e quasi surreale. Continuo ad allattare Matteo, mentre Riccardo gli regala delle carezze rilassanti che fanno rasserenare maggiormente il suo corpicino ad ogni secondo che passa.
"Hai da fare stasera?" Glielo chiedo a bassa voce e all'improvviso. Quasi quasi non mi rendo neanche conto di averlo detto.
"Perché me lo chiedi? Vuoi fare qualcosa in particolare con me?" Nella sua voce riesco a cogliere una vera e propria scia di perversione, e quel leggero sorriso che curva le sue labbra verso l'alto ne è la conferma.
"No, volevo soltanto farti una proposta" Affermo, per poi sollevare le spalle contemporaneamente.
"Mmh, davvero interessante" Osserva, incrociando le braccia al petto e addocchiandomi come se fossi il suo dolce preferito. Lo sguardo che possiede mi manda letteralmente in confusione. "Quale sarebbe questa proposta?"
Io sospiro, lanciando un veloce sguardo al mio bimbo, che si lascia sfuggire un lieve respiro dalla boccuccia, forse di serenità.
"Ti va di restare a dormire qui?"
Riesco perfettamente a notare quanto sia sorpreso. Glielo leggo negli occhi. Ma poi, il suo sguardo viene improvvisamente riempito da un'immensa quantità di complicità.
"Sai che volevo chiederti la stessa cosa?" Mi guarda attentamente. Credo sia felice e lo sono anche io. Dannatamente tanto, maledizione.
"E perché non l'hai fatto?" Domando retoricamente.
"Non lo so, forse avevo solo paura della risposta"
"Fifone" Lo prendo in giro, ridendo. Lui sbuffa, alzando gli occhi al cielo. Posso perfettamente notare quanto sia divertito da questo nostro discorso. "Allora? Resti?"
"Resto."

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora