Capitolo 53.

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Federica.

Piango da quelli che sembrano giorni, eppure sono soltanto ore. Tre più o meno. Ho lasciato Riccardo e nonostante la mia mente continui a dirmi di aver fatto la cosa giusta, il mio cuore continua imperterrito a mandarmi a fanculo ogni volta.
Aver affrontato quella conversazione con lui è stato davvero difficile, ma fortunatamente ce l'ho fatta. A rendermi ancora più instabile e fragile sono anche le numerose chiamate e i diversi messaggini che ho ricevuto da parte sua. Ho ignorato entrambe le cose, mentre affogavo tra le lacrime.
Tutto ciò che gli ho detto non possiede un briciolo di verità, e forse è proprio questo che mi fa stare più male. Stiamo soffrendo entrambi in una maniera davvero impossibile da descrivere.
Non è assolutamente vero che non lo amo più. La realtà è che lo amo il triplo di prima, e il bambino che porto in grembo ne è la prova assoluta. Io e lui ci siamo amati, ci amiamo e ci ameremo per tutta la vita, è inutile negarlo.
La nostra storia non doveva assolutamente concludersi in questo modo, ma purtroppo non possiamo assolutamente cambiare i piani del destino.
Conoscerlo è stato uno sbaglio, ma è stato lo sbaglio migliore di tutta la mia esistenza e non cambierò mai idea, neanche in un'altra vita. Lo giuro.
Per un attimo, abbandono il pensiero di Riccardo e mi concentro sul mio bambino, pensando a come possa sentirsi "vedendomi" in queste condizioni. Sono una pessima madre per lui/lei, una pessima ragazza per Riccardo e una pessima persona per l'intera umanità.
Purtroppo, non riesco a dare un calcio a tutto per poter dimenticare ogni cosa, e so per certo che sia abbastanza normale.
Appoggio entrambe le mani sul mio ventre, accarezzandomi il lieve pancino che in queste ultime settimane sembra crescere sempre di più. Non faccio altro che fotografarlo, in modo da focalizzare ogni istante per poi riguardarlo in futuro. La pancia cresce e il mio bimbo inizia a prendere forma. Ha gli occhietti, la boccuccia, il nasino, le dita, le gambette e i piedini. È davvero una creatura piccolissima, così piccola che sembra quasi irreale. Spero vivamente che assomigli a Riccardo, che abbia i suoi stessi occhi e il suo stesso viso.
Mi scappa un piccolo sorriso senza che io me ne renda conto, ed è il primo di questa giornata così tortuosa e triste. Il motivo del mio sorriso è soltanto il mio fagiolino. Solo lui. Mi basta pensarlo per un secondo e sembra che un piccolo raggio di sole varchi la soglia della mia vita. Può sembrare strano e anche un po' poetico, ma succede davvero così.
Sussulto senza rendermene conto, quando il campanello risuona in tutto l'appartamento, spezzando quella lieve calma che lo riempie e i miei pensieri poco sereni. Corro velocemente verso l'ingresso, chiedendo 'chi è?' attraverso il citofono.
"Sono Edoardo, Fede!" La sua voce brusca rimbomba nel mio cuore diverse volte, causandomi la pelle d'oca. È incazzato, e il modo in cui mi ha risposto può assolutamente confermare questo pensiero.
Gli apro la porta del palazzo velocemente, spalancando completamente quella del mio appartamento per farlo entrare. Avrà sicuramente ricevuto una chiamata da parte di Riccardo, e gli avrà già raccontato tutto quello che è successo fra me e lui. Probabilmente neanche Edoardo si aspettava che lo lasciassi oggi.
Quando i nostri occhi si incrociano, riesco perfettamente a percepire quanto sia alta la tensione che lo riempie. Avanza verso di me a passi veloci, chiudendo poi la porta proprio alle sue spalle.
"Hai lasciato Riccardo?"
"Si" Rispondo velocemente, per poi sospirare. "Sono stanca di stare in questa situazione, non immagini minimamente come io possa sentirmi... per cui sono scoppiata"
"È colpa tua, Federica! Se gli avessi detto ogni cosa, in questo momento sarebbe tutto più semplice"
"Smettila di giudicarmi, dannazione! Ne abbiamo già parlato e ti prego di non riprendere sempre lo stesso discorso. Se hai intenzione di farmi la morale per l'ennesima volta, ritorna da dove sei venuto perché non ne ho voglia" Questa volta alzo lievemente la voce, cercando di fargli capire che quella distrutta e sola sono io, non lui. Sono solo io.
Lui sospira profondamente, cacciando il suo ciuffo di capelli all'indietro con un veloce e brusco movimento.
"Okay, cazzo. Mi dispiace" Esclama velocemente, tentando di riparare ciò che ha appena combinato.
"Va bene. Ti ha chiamato lui?" Chiedo, cercando di cambiare argomento.
"Si, circa due ore fa. Stava per piangere, è completamente distrutto e non sa come prenderla. Ha paura di tutto e sente la tua mancanza fin dentro le ossa" Farfuglia freneticamente, un po' in confusione. "Poi, per quale cazzo di motivo gli hai detto di non amarlo più? Potevi inventarti una scusa migliore, non credi?"
"È stata la prima che mi è venuta in mente e per quanto mi riguarda, penso sia la più credibile"
"Tu non ti rendi conto del peso che possiedono quelle parole, Federica! Riccardo è fuori di sé, vuole addirittura prendere il primo aereo per ritornare a Roma e per parlare con te a quattro occhi. Quel ragazzo sta completamente impazzendo e la causa sei tu con le tue dannate e folli decisioni!"
"Come? Vuole venire qui? Ma è matto?" Quadi urlo, sperando di aver sentito male. Non può decidere di fare una cosa del genere. Capirebbe tutto e non deve assolutamente farlo. È una pessima idea. Decisamente.
"No, non è matto... è soltanto innamorato, scema! È innamorato di te come non lo è mai stato di nessun'altra donna. Un gesto del genere lo farebbe chiunque. Sul serio"
"Lui non può venire qui, Edo! La pancia sta iniziando a crescere e lui la noterebbe all'istante. Dio mio, no! Non può succedere una cosa del genere. Non dobbiamo farla succedere assolutamente!" Inizio a sentirmi agitata nel profondo, mentre il mio cuore esplode come se all'interno di esso ci fosse un'immensa bomba.
"Glielo impedirai tu? È furioso e probabilmente ti raggiungerà presto"
"Non può farlo, non deve farlo! No no! E questo lo sai anche tu" Un brivido di agitazione si fa spazio dentro di me, provocandomi una brutta sensazione proprio alla pancia. Temo che possa trattarsi di paura e terrore mischiato alla voglia di evadere completamente da questo dannato posto.
"Certo che lo so, ma non saremo né io e neanche tu ad impedirgli di prendere quell'aereo" Ufficializza successivamente. Le sue parole sono pura verità. "Se vorrà farlo, lo farà e basta"
"Devo chiamarlo" Faccio un passo verso il tavolo, afferrando il cellulare poggiato proprio su di esso. "Devo dirgli di non fare cazzate"
"Non sei nella posizione adatta per dirgli una cosa del genere"
"Lo so, ma devo"
"Non dirgli che sono qui con te. Non deve saperlo"
Io annuisco, scorrendo fra le chiamate per trovare il suo nome. In totale mi ha chiamato diciotto volte, e penso che la sua reazione sia stata un'imprecazione ogni volta. Sarà furioso, impazzito, ansioso di sentirmi.
I diversi squilli riempiono le mie orecchie, causandomi degli intensi sospiri di preoccupazione. Ho davvero paura di tutto ciò che possa accadere fra pochissimo.
Gli squilli continuano, e la sua voce non vuole assolutamente prendere il loro posto. Purtroppo ci pensa la segreteria, facendomi scappare un 'vaffanculo' con tutta l'anima. Edoardo sbuffa rumorosamente e io lo seguo all'istante, non sapendo minimamente come giostrarmi questa situazione che potrei definire dannata e sbagliata.
"Mi ha detto di avere un incontro con dei chirurghi professionisti... ti richiamerà non appena avrà finito. Ne sono certo"
"E se non lo farà?" Chiedo retoricamente, in panico. Lui sospira, sollevando gli occhi al cielo.
"Lo farà, ne sono più che certo" A concludere questa sua frase è proprio la suoneria del mio cellulare, che risuona sia nella stanza che nel mio corpo con la stessa identica intensità. È lui.
Lo guardo con un'espressione un po' più sollevata, guadagnandomi un sorriso compiaciuto da parte di Edoardo.
Lascio scivolare il dito contro lo schermo, rispondendo a questa chiamata, che sarà sicuramente decisiva sia per me che per Riccardo. Sarà decisiva per noi.

Bene bene...😈
Buongiorno tesori❤☀️
Oggi doppio aggiornamento!
A più tardi🧸

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora